Nei giorni scorsi, la giunta comunale ha approvato la proposta deliberativa presentata dal vice sindaco con delega alla Smart City, Nicola Trifuoggi, contenente lo studio di fattibilità e il documento di indirizzo preliminare relativi alla realizzazione di un sistema integrato di videosorveglianza, sicurezza stradale, sicurezza e informazione del cittadino, oltre ad altri servizi ad alto contenuto tecnologico.
Il documento è propedeutico all'avvio di tutti gli atti consequenziali, necessari all'avvio delle procedure per l'affidamento della progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione del servizio, il cui costo complessivo è pari a 4 milioni 800mila euro.
Il sistema di videosorveglianza costituirà il segmento di una piattaforma integrata che conterrà più servizi per la sicurezza. La sicurezza dei cittadini – ha sottolineato il vice sindaco – costituisce un valore e una forma prioritaria di diritto. "La repressione dei fatti criminosi deve costituire pertanto uno degli obiettivi primari delle Istituzioni. Negli ultimi tempi i problemi di sicurezza si sono accentuati, in quanto gravi fenomeni di criminalità diffusa hanno turbato e preoccupato la comunità. Il Comune, centro di raccolta delle istanze dei cittadini, si sente pertanto in dovere di sviluppare una politica tesa al miglioramento della sicurezza urbana. In quest'ottica, la realizzazione di un sistema di sicurezza integrata urbana assume un ruolo centrale nella fase di ricostruzione, anche per la verifica di tutte le procedure utili alla realizzazione di una piattaforma di 'città intelligente', capace di assicurare la interoperabilità tra tutti i soggetti convolti".
Un progetto utile a garantire i cittadini, senza dubbio. Anche perché da molto, troppo tempo, in città si discute del presunto 'allarme sicurezza', più percepito che reale, stando ai numeri. E i numeri, li prendiamo dall'Istat che ha misurato quante sono state le denunce nelle città italiane per ciascun tipo di reato. I dati sono riferiti al 2014, ultimo anno per cui sono disponibili informazioni.
Stando ai numeri, Milano è di gran lunga la città d’Italia con il maggior numero di furti segnalati alle autorità giudiziarie. Con circa 7.800 denunce ogni 100 mila abitanti precede Bologna (7.600), mentre i comuni che seguono - e si tratta, per lo più, di città del Nord Italia - risultano molto più in basso: a Roma, Torino, Firenze, Venezia, Rimini o Catania, le denunce rispetto alla popolazione sono state fra 5 e 6 mila. La situazione si capovolge nel caso delle rapine. Sono coinvolte per lo più le città del Sud: Napoli, Bari, Palermo e, di nuovo, Catania. Milano resta un caso a parte rispetto al resto del centro-nord, tanto da risultare la terza città d’Italia per rapine denunciate.
Per le questioni di droga, la situazione appare grosso modo simile fra nord, sud e isole. Sud e isole si confermano invece in testa per quanto riguarda gli omicidi, con un’incidenza grosso modo doppia rispetto al nord-ovest, e quadrupla rispetto al nord-est.
I numeri però vanno messi in prospettiva: come segnala il rapporto sul benessere equo e sostenibile dell’Istat, nel complesso l’Italia "presenta il valore più basso in Europa".
La situazione a L'Aquila e in Abruzzo
Arriviamo, dunque, a L'Aquila, e al confronto con gli altri capoluoghi di provincia abruzzesi. Con una doverosa premessa: questo tipo di dati hanno, evidentemente, dei limiti. Il principale è che non rappresentano i reati commessi, ma soltanto quelli denunciati.
Iniziamo dai furti: nel 2014, nell'aquilano si sono registrate 1.305 denunce ogni 100 mila abitanti. A Teramo sono state 2.197, a Pescara 2.830 e a Chieti 1.895. In particolare, i furti in abitazione denunciati - i più odiosi - sono stati 321 ogni 100 mila abitanti nell'aquilano, 360 nel teramano, 381 nel chietino e 333 nel pescarese. E ancora: sono stati denunciati 100 furti negli esercizi commerciali ogni 100 mila abitanti a L'Aquila, 174 a Teramo, 203 a Pescara e 155 a Chieti.
Detto dei furti, analizziamo i reati di rapina denunciati. Nell'aquilano, le denunce sono state 24 ogni 100 mila abitanti: le cose vanno peggio nelle altre province, con 28 denunce a Teramo e 54 a Pescara. A Chieti, le denunce per rapina sono state 20 ogni 100 mila abitanti. Le rapine in abitazione: su dati del 2014, nell'aquilano si sono registrate 5 denunce ogni 100 mila abitanti, così come a Teramo e a Pescara (in realtà, il capoluogo adriatico si attesta a 5.6, L'Aquila a 4.9, Teramo a 5.1). Le cose vanno meglio a Chieti: 3.8 denunce ogni 100 abitanti.
Altro reato, il danneggiamento: nel 2014, le denunce a L'Aquila sono state 254 ogni 100 mila abitanti. A Teramo si sono registrate 335 denunce, a Chieti 440 e a Pescara 584.
Il reato di omicidio, e in particolare gli omicidi colposi: nell'aquilano, ne sono stati denunciati 2.9 ogni 100mila abitanti, 2.6 nel teramano, 2.8 nel chietino e 2.5 nel pescarese. Omicidi preterintenzionali sono stati denunciati soltanto nel pescarese, 0.3 ogni 100mila abitanti. Per quel che riguarda gli omicidi volontari consumati, invece, ne sono stati denunciati 0.9 ogni 100mila abitanti a Pescara e 0.3 nel teramano.
Ancora, il reato di estorsione: L'Aquila è il comprensorio dove si sono registrate meno denunce, 12 ogni 100mila abitanti. Sono state 15 a Teramo, 14 a Chieti e 26 a Pescara. Dall'estorsione alle minacce, il capoluogo di Regione resta la città dove si registrano meno denunce: 132 ogni 100 mila abitanti, a fronte delle 149 del teramano, le 136 del chietino, e le 192 del pescarese.
L'Aquila è la città capoluogo abruzzese dove, al contrario, si è registrato il maggior numero di denunce per riciclaggio: 2.9 ogni 100mila abitanti (a Pescara, 1.9). Per quel che riguarda il reato di violenza sessuale, invece, è in fondo alla classifica: 3.3 denunce ogni 100mila abitanti, a Teramo sono state 7.4, a Chieti 5.8 e a Pescara 8.7.
La normativa sugli stupefacenti, infine: a L'Aquila, nel 2014 si sono contate 47 denunce ogni 100 mila abitanti, 57 a Teramo e 94 a Pescara. Meglio è andata a Chieti, con 25 denunce.
A leggere i dati totali, si evince che L'Aquila è la città capoluogo abruzzese con meno denunce, nel 2014: sono state 2.818 ogni 100 mila abitante. A Pescara, invece, sono state 5.389, a Chieti 3.609 e a Teramo 3.943.