Della transazione stragiudiziale con Banca Sistema abbiamo scritto in maniera approfondita e dettagliata. Ora, è arrivata però la stangata del Collegio dei Revisori dei Conti che ha 'stroncato' l'accordo.
A farla breve, Enel Energia ha ceduto all'istituto bancario il credito vantato nei confronti del Comune dell'Aquila, relativo al mancato pagamento delle fatture riguardanti la fornitura di energia elettrica e gas metano delle utenze condominiali di Case e Map per il periodo che va dal marzo 2011 al settembre 2014. Al netto dei pagamenti già effettuati, il debito ammontava a 7 milioni e 912 mila euro: 5 milioni e 451 mila euro per la fornitura gas metano e 2 milioni e 460 mila euro per l'energia elettrica.
La Giunta comunale con voto unanime - assenti il vice sindaco Nicola Trifuoggi e l'allora l'assessore al bilancio Lelio De Santis - nel luglio scorso ha deciso di autorizzare la transazione per un importo complessivo di 9 milioni e 177 mila euro, comprensivi di interessi. Si è impegnata a versare a Banca Sistema una prima maxi rata di 500 mila euro, regolarmente pagata al 31 agosto scorso, e 32 rate mensili da poco più di 271 mila euro.
La delibera è la numero 261 del 10 luglio 2015: trova fondamento sulla presunta capacità di recupero dei mancati pagamenti degli assegnatari di Case e Map che dovrebbero assicurare mensilmente la copertura delle rate. Peccato che l'amministrazione attiva non abbia questa capacità: le rate di novembre e dicembre, per un totale di oltre 542 mila euro, e parte della rata di ottobre, sono state già 'caricate' contabilmente su un altro capitolo di bilancio, relativo ai debiti fuori bilancio e alle passività pregresse, rimpolpato con 5 milioni di euro nell'ultimo consuntivo, soldi dei contribuenti. E sarà così anche per le rate a venire. In altre parole, tutti i cittadini aquilani stanno pagando per i morosi del progetto Case e Map.
A leggere i dati forniti dal Sed, in effetti, gli incassi mensili stanno ben al di sotto dei 271 mila euro necessari a coprire le rate contratte con Banca Sistema: sono stati incassati poco meno di 60 mila euro a giugno 2015, 53.446 euro a luglio, 32.966 ad agosto, 79.996 a settembre, quasi 126 mila euro ad ottobre, 58.287 a novembre, 51.643 a dicembre, 48.479 a gennaio 2016.
Tra l'altro, la delibera è aggrovigliata in una matassa di incongruenze che fanno tremare i polsi. La cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema sembrerebbe avvenuta in violazione di legge, in particolare del regio decreto 2440 del 1923 che stabilisce come la cessione di un credito - quando riguardi la Pubblica Amministrazione - possa avvenire solo se avallata preventivamente dalla p.a, se si riferisca, come nel caso in oggetto, a "... rapporti di durata come l’appalto e la somministrazione (o fornitura)di servizi rispetto ai quali il legislatore ha ravvisato, in deroga al principio generale di cedibilità dei crediti anche senza il consenso del debitore, l’esigenza di garantire con questo mezzo la regolare esecuzione, evitando che durante la medesima possano venir meno le risorse finanziarie al soggetto obbligato e possa risultare compromessa la regolare prosecuzione del rapporto". Bene, non esiste alcun assenso del Comune dell'Aquila alla cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.
La proposta di transazione stragiudiziale, quindi, sarebbe stata approvata dalla Giunta anche se Banca Sistema non era legittimata a transare, non avendo titolo giuridico per chiedere soldi al Comune. Ed infatti, nel parere fornito dai dirigenti comunali Domenico de Nardis e Carlo Pirozzolo, si legge chiaramente che la delibera non ha approvato una transazione stragiudiziale, come da oggetto, piuttosto la cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema. In altre parole, la Giunta sarebbe stata tratta in inganno dall'allora segretario generale e dal dirigente preposto.
Non è ancora finita. L'amministrazione comunale ha pagato alcune somme a Banca Sistema con due determine dirigenziali, e prima che la Giunta approvasse la delibera 261. C'è poi una lettera datata 22 giugno 2015, qualche giorno prima l'approvazione della delibera di Giunta, firmata dal sindaco Cialente e indirizzata a Banca Sistema e Enel Energia. Scrive Cialente: "In riferimento alla proposta di transazione stragiudiziale in oggetto [...] si comunica che, dopo un attento esame della pratica, la On. Giunta comunale ha ritenuto di non approvare per il momento la suddetta proposta in considerazione della necessità di un ulteriore approfondimento della questione, tenuto conto che la stessa prevede il riconoscimento di interessi sia essi moratori che di dilazione. E' parimenti evidente – scrive ancora il primo cittadino – che l'eventuale riconoscimento di interessi costituisce di fatto il riconoscimento di un debito fuori bilancio, la cui competenza è del Consiglio comunale, pertanto confermando l'interesse dell'amministrazione comunale a voler risolvere bonariamente la complessa vicenda, operando altresì nel rispetto della normativa vigente, si porta a conoscenza che questa amministrazione comunale, sta ponendo in essere una serie di iniziative tali da poter portare a breve alla soluzione definitiva della vicenda".
In altre parole, non solo era chiaro che l'amministrazione non avrebbe potuto coprire le rate del debito con Banca Sistema attraverso il recupero crediti dai morosi, generando così, per ogni rata, un debito fuori bilancio, ma la stessa imposizione degli interessi sia moratori che di dilazione, che il Comune si è effettivamente impegnato a pagare, avrebbe generato di per sé un debito fuori bilancio. E dunque, era necessario un passaggio in Consiglio comunale e, preventivamente, il parere del collegio dei Revisori dei Conti che, invece, non sono stati coinvolti. "La delibera è un falso", aveva ribadito giorni fa il consigliere comunale Giorgio De Matteis. "E infatti, guarda il caso, non erano presenti né l'assessore al bilanco Lelio De Santis né il vice sindaco Nicola Trifuoggi. Gli altri assessori, chissà quanto consapevolmente, hanno approvato un falso".
"L'atto illegittimo - aveva aggiunto De Matteis - ha generato delle spese sostenute dall'Ente che ha già versato un primo acconto da 500 mila euro, oltre alle rate di settembre, ottobre, novembre e dicembre, con le ultime di gennaio e febbraio che sono in pagamento: totale, 1milione e 963 mila euro".
Per questo, la Commissione bilancio - su sollecitazione dello stesso De Matteis - ha chiesto un parere al Collegio dei revisori dei Conti che ha 'stroncato' l'operazione. Basta leggere le osservazioni finali. "Il credito ceduto da Enel Energia - scrivono i revisori - risulta privo di accettazione da parte del Comune dell'Aquila". E ancora: "Il recupero del debito dell'utenza assegnataria del progetto Case risulta difficoltoso" per alcune criticità rilevate. Quali? "I contabilizzatori risultano rotti e/o comunque guasti (installati erroneamente) per cui non è stato possibile prendere alcuna lettura di qualsiasi forma e specie". Inoltre, si dubita della affidabilità dei contabilizzatori, per la possibilità, tra l'altro, di manomissioni temporanee. I revisori contestano anche "la situazione variabile a seguito di variazione degli assegnatari degli alloggi", la sostituzione nel tempo "dei contabilizzatori da parte delle ditte realizzatrici/installatrici".
Dunque, si arriva alle questioni più delicate e spinose: "Per il pagamento delle bollette di Enel Energia, nel caso fossero risultati incapienti i capitoli di bilancio, l'ente avrebbe dovute effettuare le necessarie variazioni al bilancio, sotto il controllo e giudizio dell'organo deputato ad autorizzare e controllare la spesa, vale a dire il Consiglio comunale", scrivono i revisori. Trattandosi di transazione stragiudiziale, e come Cialente scrive nella lettera inviata a Enel, il passaggio dall'assise consiliare era obbligatorio. L'atto, insomma, è illegittimo.
Come non bastasse, "il parere del Collegio dei revisori andava acquisito in via preventiva alla conclusione dell'accordo transattivo". Più chiaro di così.
Il Collegio sottolinea - ancora - come sia stata richiesta al Settore Ricostruzione Pubblica e patrimonio, nel giugno 2015, documentazione riguardante l'assegnazione degli appartamenti da parte della Protezione civile, i contratti di attivazione delle varie utenze, l'atto di assenso con relativa accettazione sulla cessione di crediti intervenuta tra Enel Energia e Banca Sistema, l'intestazione iniziale e successiva voltura dei misuratori di consumo, la corrispondenza varia relativa alla materia, l'elenco dettagliato delle bollette non pagate. Ebbene, "a tutt'oggi, alcuna della documentazione richiesta risulta pervenuta - scrive il Collegio - per cui la fase istruttoria non può ritenersi conclusa".
Infine, l'affondo: "Si da atto che in data 21 dicembre 2015, Enel Energia cedeva i presunti crediti vantati nei confronti del Comune dell'Aquila relativi alle bollette di consumo risultanti non pagate nel periodo 26-5-2015 / 30-12-2015 alla Banca IFIS Spa, per un importo di circa 1milione e 400mila euro".
"Non servono ulteriori commenti politici", ha sottolineato stamane Giorgio De Matteis, fornendo ai giornalisti il parere del collegio dei Revisori. "Quando denunciato nei mesi scorsi, si è puntualmente verificato. Ora, invieremo le carte alla Corte dei Conti che dovrà valutare l'operato del sindaco Massimo Cialente e della sua Giunta, tratta in inganno al momento del voto sulla delibera: in un'altra città, Cialente sarebbe andato a casa a calci nel sedere". De Matteis ha paventato, dunque, il rischio concreto di bancarotta per il Comune dell'Aquila: "C'è un buco di 9 milioni che si è tentato di 'coprire' con un atto illegittimo e, a quanto abbiamo appreso, c'è un ulteriore debito da 1 milione e 400 mila euro contratto con Enel Energia. Evidentemente, i 5 milioni messi a consuntivo nel capitolo destinato ai debiti fuori bilancio è assolutamente insufficiente".
E continuano ad accumularsi bollette non pagate, aggiungiamo noi. "Non solo. C'è il mancato trasferimento dei 24 milioni di euro che, ogni anno, il Governo destinava al Comune dell'Aquila per le maggiori spese e i minori introiti derivanti dal sisma del 2009. Diventa difficile persino pagare gli stipendi: il Comune dell'Aquila è sull'orlo della bancarotta".
"La situazione è catastrofica per l'incapacità dell'amministrazione, conclamata tra l'altro da una condanna della Corte dei Conti, di gestire il progetto Case e Map. Ora, il sindaco Cialente annuncia di voler procedere con gli abbattimenti e, per giorni, si è discusso sui giornali dell'Ordine del giorno votato in Consiglio: mi domando, siamo sicuri che l'Europa sia d'accordo? E ancora: come e con quali soldi si vorrebbe procedere con gli abbattimenti?". Nei prossimi giorni, la promessa di De Matteis, "dimostreremo, carte alla mano, che il sindaco Cialente è stato perfettamente consapevole di cosa stava accadendo quando si è deciso di costruire gli alloggi provvisori e, poi, quando ha voluto acquisirli al patrimonio senza alcuna verifica".