Anche l'associazione Arcigay "M.Consoli" parteciperà alla manifestazione nazionale, prevista per sabato 5 marzo a Roma. Il movimento Lgbti si riunirà a Piazza del Popolo per protestare contro il nuovo testo sulle unioni civili, in cui è stato rimosso la stepchild adoption e l'obbligo di fedeltà.
"Il nostro circolo - afferma in una nota il presidente di Arcigay L'Aquila, Leonardo Dongiovanni - sarà presente per sostenere il riconoscimento e l'uguaglianza di tutte le famiglie, la cui esistenza non può essere messa in discussione dallo squallido gioco politico che in queste settimane si sta consumando in Parlamento. Quanto avvenuto in Senato, ha messo in luce una volta per tutte quanto sia pericolosa le povertà valoriale del Movimento 5 stelle, che anteponendo il giustizialismo al risultato democratico, ha fatto sì che nel ddl Cirinnà venissero lasciati indietro i figli delle coppie omogenitoriali, mettendo a rischio una legge che il movimento omosessuale chiede da decenni. Alla fine di questa faccenda chiederemo il conto anche alla Senatrice Enza Blundo, che in queste travagliate settimane non si è mai degnata di rispondere al telefono, se non per interposta persona ed in barba agli slogan della sua campagna elettorale".
"L'imposizione dei simboli religiosi e della tradizione poi, - sostiene Dongiovanni riferendosi all'episodio che ha visto come protagonista Celso Cioni, direttore regionale di Confcommercio, che il 25 febbraio si è presentato in consiglio comunale con un grande crocifisso di legno - non rende onore neppure ai credenti. Chi brandisce il crocifisso come fosse un'arma nei luoghi della democrazia, non è diverso dai fondamentalisti islamici, così come chi vorrebbe farci vivere i nostri diritti come una mera concessione, dovrebbe andare a vivere nel deserto del Kalahari. La settimana scorsa al Consiglio Comunale si è consumata una scenetta fantozziana degna della migliore commedia all'italiana. Offensivo pensare che fosse tutto estremamente reale".
"Ma la nostra indignazione - aggiunge il presidente Arcigay - va soprattutto ai Lancillotto dell'ultima ora che vorrebbero insegnare a noi omosessuali il rispetto per il corpo della donna, senza avere la benché minima consapevolezza di cosa sia il diritto all'autodeterminazione per cui il grande Movimento Femminista lotta da decenni. La liberazione degli omosessuali passa attraverso le medesime finalità che condussero le donne a dire basta alle imposizioni dettate dalla famiglia patriarcale, che per secoli è stata uno paravento per tutti quegli uomini deboli a cui serviva un istituto per giustificare l'esercizio del proprio strapotere".
"E' ora - conclude - che tutti i pruriginosi d'Italia la smettano di sbirciare sotto le lenzuola altrui e ci permettano di vivere le nostre esistenze facendo fare un salto evolutivo al nostro Paese. Per tutti questi motivi saremo a Roma sabato a gridare per noi stessi e per chi non può ancora farlo la fine delle vergognose limitazioni alla piena cittadinanza delle persone gay e lesbiche in Italia ed è bene che tutti prestino ascolto".