Con un blitz scattato all'alba, i Carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 indagati, ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, nelle province di Caserta, L'Aquila, Oristano e Avellino.
In particolare, i militari hanno arrestato esponenti di spicco del clan Esposito, tra boss e reggenti, operante nei comuni casertani di Sessa Aurunca, Cellole e Carinola, nonché nel basso Lazio, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli.
E' stato accertando un vasto giro di estorsioni nei confronti di imprenditori e commercianti.
Sei ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse nei confronti di esponenti del clan camorristico della famiglia Esposito, cosiddetta dei Muzzoni, operante sui territori di Sessa Aurunca, Baia Domizia e Cellole.
In carcere sono finiti Luigi Zuccheroso, Pietro Lopetrillo, Orlando Lettieri. Mentre gli altri tre destinatari, Giovanni Esposito, Emilio Esposito e Domenico Gallo si trovavano già in carcere.
Per tutti il reato contestato è l'associazione di tipo mafioso.
Dalle indagini condotte dai carabinieri di Sessa Aurunca, coordinati dalla Dda di Napoli, è emerso come gli esponenti del clan, tutti legati da vincoli di parentela (Giovanni Esposito, arrestato il 14 febbraio del 2013 è il fratello di Mario, detenuto all'ergastolo e fondatore storico del clan) nel corso degli anni hanno messo in piedi un'organizzazione criminale dedita soprattutto alle estorsioni.
Le tangenti, o il cosiddetto "regalo al clan", come emerso dalle intercettazioni, erano perpetrate soprattutto nei confronti di commercianti delle zone dell'Alto Casertano, al confine con il Lazio.
Per costringere le vittime a pagare, gli affiliati erano soliti minacciarli anche con l'uso di armi e in due occasioni hanno incendiato un'abitazione ed un negozio.
Gli stessi destinatari dell'ordinanza, tra l'altro, sono accusati di aver favorito la latitanza dei due capi del clan prima del loro arresto, ovvero Mario e Giovanni Esposito.