La Cassazione ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte nel procedimento per la discarica di Bussi (Pescara): le richieste dei 19 imputati e delle numerose parti civili saranno adesso valutate dalla Corte d'assise d'appello dell'Aquila, alla quale gli 'ermellini' della I sezione penale hanno assegnato la vicenda.
Il procuratore generale aveva chiesto l'annullamento della sentenza di assoluzione relativamente al reato di avvelenamento delle acque con rinvio degli atti alla Corte d'Assise di Chieti, che, in diversa composizione, avrebbe dovuto nuovamente pronunciarsi, e il rinvio alla Corte d'Assise d'appello dell'Aquila per il reato di disastro ambientale, che in primo grado era stato derubricato da doloso in colposo, facendo scattare la prescrizione.
Il processo per la mega discarica, insomma, non è finito.
Il processo
Nel dicembre del 2014, la Corte d'Assise di Chieti aveva assolto i 19 imputati della Montedison dal reato di avvelenamento delle acque e, per quanto riguardava l'altro capo di imputazione, quello di disastro ambientale, i giudici di merito avevano derubricato il reato in disastro colpevole consentendo così la maturazione della prescrizione.
In Cassazione avevano presentato ricorso i pm della Procura di Pescara, saltando il ricorso in appello all'Aquila e chiedendo la riapertura del processo ma la Cassazione, con il pronunciamento di ieri, ha stabilito che il ricorso deve essere affrontato dai giudici di secondo grado, e non 'per saltum' dalla suprema Corte.
Innanzi alla Corte, erano presenti gli avvocati delle parti civili tra le quali il WWF e altre associazioni ambientaliste, oltre ai difensori della Provincia di Pescara, del Comune di Pescara, del Comune di Chieti, del Comune di Bussi, dei comuni di Popoli, Spoltore, Alanno e Castiglione a Casauria, tutti nel Pescarese.
Era presente anche l'avvocatura dello Stato rappresentata da Cristina Gerardis, mentre per i difensori degli imputati hanno preso la parola Paola Severino e il professor Tullio Padovani. Il collegio della prima sezione penale ha trenta giorni di tempo per depositare le motivazioni ed è stato presieduto da Aldo Cavallo.