Circa 500 persone hanno partecipato, all'Aquila, alla manifestazione convocata nel parco del Castello dai parenti delle vittime del terremoto per chiedere verità e giustizia.
Durante il sit-in, sul palco improvvisato sulla scalinata che conduce al foyer dell'auditorium progettato da Renzo Piano, Vincenzo Vittorini, uno dei familiari delle vittime, ha ripercorso tutte le tappe di una vicenda iniziata esattamente 7 anni fa, il 30 marzo 2009, con l'ormai famigerata telefonata nella quale l'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, parlando con l'assessore regionale alla Protezione civile dell'epoca, Daniela Stati, definiva la riunione della Commissione Grandi Rischi (convocata per il giorno successivo) "un'operazione mediatica".
"Come occorre chiedere verità e giustizia per le stragi, e anche per episodi tragici come la morte di Giulio Regeni, è doveroso chiedere verità e giustizia allo Stato italiano per la commissione Grandi Rischi", ha detto dal palco Vittorini.
Carte (processuali) alla mano, interrompendosi di tanto in tanto solo per far ascoltare i file audio delle intercettazioni telefoniche dalle quali viene fuori come gli scienziati della Cgr misero su, il 31 marzo 2009, una farsa organizzata unicamente per compiacere il potere politico, Vittorini ha voluto fare luce sui tanti aspetti controversi di un processo conclusosi con una verità (la condanna in Cassazione del solo Bernardo De Bernardinis e l'assoluzione degli altri sei imputati) molto diversa dalla verità storica. Che, appunto, secondo i familiari delle vittime, è quella di un gruppo di scienziati che non ottemperarono al proprio dovere e di uno Stato che non protesse i suoi cittadini.
"Qui non si sta facendo un altro processo" ha affermato Vittorini "Vogliamo solo mostrare le carte processuali, che per noi hanno un senso e per altri evidentemente ne hanno avuto un altro. Oggi è arrivato il momento di far sentire la voce non solo di noi familiari ma di un'intera comunità, che se vuole la verità deve esigerla. Solo come comunità potremo arrivare alla verità. Se non si capisce che quello che è accaduto ha coinvolto non solo le vittime e noi familiari ma un'intera collettività, la storia di questa città rimarrà monca e non ci sarà ricostruzione che tenga".
Vittorini e gli altri parenti delle vittime hanno poi lanciato l'allarme sul rischio prescrizione che incombe sull'altro processo collegato al terremoto, il cosiddetto Grandi Rischi Bis, che vede imputato per omicidio colposo Guido Bertolaso.
Quest'ultimo, in corsa a Roma per le elezioni amministrative come candidato sindaco, ha annunciato che non intende avvalersi della prescrizione. Solo rifiutando la prescrizione, Bertolaso renderebbe possibile la celebrazione del processo. Rassicurazioni che, però, non sono bastate ai familiari delle vittime, che, per questo, hanno scritto una lettera, letta al termine della manifestazione, in cui chiedono ufficialmente all'ex sottosegretario di rinunciare alla prescrizione entro il 6 aprile, settimo anniversario del terremoto.
Nei prossimi giorni, la lettera sarà diffusa anche attraverso la stampa e i mezzi di informazione. Il gruppo ultrà dell'Aquila Calcio Red Blue Eagles si è già impegnato a organizzare una raccolta firme allo stadio, ricevendo per questo il plauso e il ringraziamento di Maurizio Cora, che nel terremoto perse la moglie e le due figlie.
Le foto di Luca Bucci per old.news-town.it