In uno dei giorni più difficili per la comunità aquilana, l'Associazione vittime universitarie del sisma (Avus) ha organizzato insieme al Consiglio nazionale dei geologi un incontro-premiazione alla giovane Tatiana Ioppolo, per la migliore tesi di laurea sulla riduzione del rischio sismico.
Forse per la prima volta in sette anni - almeno per quanto riguarda i consessi così strettamente istituzionali - si è parlato apertamente anche di responsabilità diffuse, con impliciti ma tuttavia inequivocabili riferimenti al travagliato processo alla Commissione Grandi Rischi, definitivamente conclusosi con un'assoluzione per sei dei sette imputati.
Oltre al vice presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, al sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e alla rettrice dell'Ateneo del capoluogo Paola Inverardi, presenti anche esponenti del mondo scientifico italiano, diversi sindaci del cratere abruzzese e alcuni appartenenti ai comitati dei parenti delle vittime, che nonostante le (tante) delusioni continuano a lottare per chiedere "verità e giustizia".
La premiazione è stata introdotta da Gianluca Valensise, sismologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e responsabile del "progetto Abruzzo", ossia del presidio nato all'Aquila dopo il terremoto, che raccoglie circa 20 ricercatori dell'Ingv - ente del Ministero dell'Istruzione (Miur) - impegnati sul territorio in ricerche volte alla prevenzione e riduzione del rischio sismico.
Secondo quanto hanno riportato in questi giorni alcuni organi di stampa, Valensise è anche uno dei sedici candidati alla presidenza dell'Ingv. La nomina, che sarà decisa a breve da una commissione presieduta dalla ministra dell'Istruzione Stefania Giannini, sancirà la successione all'attuale numero uno Stefano Gresta, in carica dal 2012. Gresta è il terzo presidente dell'istituto, dopo la breve parentesi nel 2011 di Domenico Giardini e la lunga prima presidenza - dal 1999 al 2011 - del più noto Enzo Boschi.
A sette anni dal terremoto, qual è lo stato della prevenzione in Italia e all'Aquila? "Quello che succede all'Aquila è quello che succede in tutto il Paese - ha affermato Gianluca Valensise ai microfoni di NewsTown - ci sono novità di livello nazionale, come la microzonazione o la nuova mappa di pericolosità sismica in preparazione, che sostituirà presto quella attuale, risalente al 2004".
Nel suo intervento il sismologo ha voluto sottolineare le difficoltà dovute essenzialmente alle lentezze derivanti dai meccanismi e dai processi in campo politico, amministrativo e burocratico: "Credo che ci si debba impegnare affinché i risultati scientifici vengano poi trasformati in prassi - ha sottolineato - ma in Italia, purtroppo, tutto funziona ma sempre e solo in teoria".
Come detto, responsabilità è una parola ricorsa in quasi tutti gli interventi della mattinata. Ma, al di là delle verità giudiziarie, si può parlare di responsabilità diffusa quando ci si approccia alla delicatissima questione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009? "Con le informazioni che si avevano in quel momento non credo che si potesse fare di più di quel che si è fatto - dichiara Valensise a NewsTown - c'erano però delle forti aspettative, anche dovute al fatto che forse le persone immaginano le nostre capacità (della comunità scientifica, ndr) superiori a quelle che sono in realtà".
Secondo il sismologo il vero problema "è quello che si fa nell'arco degli anni precedenti a un terremoto, non nell'imminenza. Una commissione che si riunisce all'ultimo momento non può molto. Il terremoto non è come un'eruzione vulcanica, dove sono scientificamente possibili previsioni a breve termine".
"L'aspettativa per quella riunione ha sicuramente modificato il quadro - conclude - portando poi a tutto quello che è successo dopo". E' una chiave di lettura interessante quella di Valensise, anche e soprattutto perché proveniente dal mondo della scienza e dello stesso Ingv, da sempre (comprensibilmente) a difesa della bontà della Commissione Grandi Rischi.
L'aspettativa per la riunione all'Aquila dei massimi esperti italiani da chi è stata creata, dunque? Dai media? Dalla politica? Dallo Stato?
Domande legittime, cui è difficile dare una risposta.