Il taglio del nastro l'avevamo raccontato alla fine del gennaio scorso, neanche tre mesi fa.
Alla Stazione ferroviaria dell'Aquila, Trenitalia aveva consegnato ufficialmente il primo dei quattro convogli 'Swing' che hanno mandato in pensione le vecchie automotrici, le care littorine, sulla linea L'Aquila-Sulmona. Alla cerimonia, aveva partecipato l'amministratore delegato di Trenitalia, Barbara Morgante. Accanto a lei, il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci e Camillo D'Alessandro (quest'ultimo titolare della delega ai Trasporti), il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente e il presidente della Provincia dell'Aquila Antonio De Crescentiis.
"I quattro 'Swing', che si aggiungono ai quattro Jazz che dal dicembre 2014 circolano già sulle altre linee regionali abruzzesi, sono un altro tassello del piano nazionale di rinnovo della flotta regionale che Trenitalia sta attuando attraverso investimenti sostenibili grazie al flusso di cassa generato dai contratti di servizio con le Regioni", aveva sottolineato Morgante. "Ci auguriamo di poter continuare a fare nuovi investimenti per sostituire i treni che hanno un'età più avanzata e offrire così un servizio più comodo e affidabile. I treni quanto più sono vecchi tanto più sono insicuri e inaffidabili". E i treni 'Swing', da allora, si vedono sfrecciare lungo una delle linee ferroviarie più belle d'Italia.
Se non fosse che, nei giorni scorsi, è arrivato un allarme dall'azienda polacca Pesa che produce, appunto, i treni diesel Atr 220, i 'Swing' per intenderci. I convogli devono essere tutti controllati.
Un “Safety Alert” partito dall’Autorità nazionale per la sicurezza della Polonia e trasmesso all’equivalente italiana, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Ansf), informa infatti di 14 casi, sui binari polacchi, di "rotture del telaio dei carrelli dei treni Pesa" che, in alcune circostanze, hanno portato anche a incidenti come lo svio del convoglio dal binario. A cedere sono state le sospensioni di gomma e acciaio presenti sopra le ruote. "Si consiglia di prestare attenzione durante le ispezioni a possibili crepe, rotture e graffi", si legge nel documento trasmesso dalla Polonia con tanto di foto delle 'fratture' e che ha di fatto obbligato le aziende in possesso dei Pesa ad avviare verifiche straordinarie.
Sui binari italiani, i Pesa sono gestiti da Trenitalia in 5 regioni: si tratta di oltre 30 treni, su una commessa di 40, siglata nel 2013 per 150 milioni di euro. Una decina ancora devono essere consegnati, 15 viaggiano in Toscana. Gli altri in Abruzzo, appunto, nelle Marche, in Veneto, in Basilicata e in Calabria. Ora, però, potrebbe arrivare lo stop. Anzi in alcuni casi (ma Trenitalia non dice il numero) il fermo è già arrivato.
Secondo fonti ferroviarie - citate ieri da Repubblica - sui mezzi che circolano in Italia non ci sarebbero problemi di sicurezza ma in ogni modo l’azienda ha già riscontrato "alcuni casi di non conformità". La direttiva dell’Ansf - scrive il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari - "è datata 22 febbraio 2016 e da allora l’azienda ha pianificato con il costruttore Pesa controlli strumentali con apparecchi particolari. E in alcune ispezioni sono state riscontrate non conformità tali da giustificare il fermo dei treni monitorati". Non si tratta di rotture gravi, come nei 14 casi polacchi, ma di anomalie sulle "quali Pesa è obbligata ad agire in tempi brevi e in maniera efficace".