Abbiamo già scritto - nei mesi scorsi - del project financing milionario proposto alla Asl Chieti-Lanciano-Vasto da Maltauro spa, Finanza e Progetti spa e A.B.C. Nocivelli spa, per la costruzione del nuovo Ospedale di Chieti che dovrebbe sostituire il SS Annunziata. Un mega progetto da 278 milioni di euro: 143 milioni per la costruzione, 36.5 milioni per le spese tecniche e di progettazione, 22.2 milioni per "costi di proposta, sviluppo e assicurazioni", più Iva ovviamente, interessi e costi finanziari connessi.
Un progetto fortemente voluto dal presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso, che, nei giorni scorsi, ha ribadito "l'importanza di concludere in tempi brevi le procedure amministrative per la ricostruzione del nuovo ospedale a causa delle problematiche strutturali che da tempo interessano l'immobile, come certificato dal Ctu nominato dal Tribunale di Chieti".
Un documento svelato da Mauro Febbo, Presidente della Commissione vigilanza di Regione Abruzzo, pubblicato sulle pagine teatine de 'Il Centro', potrebbe però gettare ombre pesanti sul project financing.
La Asl Chieti-Lanciano-Vasto si è rivolta ad un prestigioso ufficio legale, "McDermott Will&Emery", colosso da oltre 1000 avvocati sparsi per il mondo, per chiedere una consulenza costata all'Azienda sanitaria 39 mila euro. E la risposta, svelata da Febbo appunto, non lascia affatto tranquilli. "E’ opportuno segnalare che il Nuovo Codice degli appalti - si legge nel documento - ha introdotto una chiara distinzione tra 'concessione di lavori' e 'concessione di servizi'". In altre parole, sembrerebbe che il Nuovo Codice precluda la possibilità di prevedere l’affidamento in concessione di servizi ulteriori e diversi rispetto a quelli strettamente connessi alla gestione dell’opera i cui lavori di costruzione sono oggetto del medesimo contratto di concessione".
Che cosa vuol dire? Vuol dire che Maltauro spa, Finanza e Progetti spa e A.B.C. Nocivelli spa, possono progettare, realizzare e gestire il nuovo policlino di Chieti ma non i servizi collegati. E qui sta il nodo, spinoso: come avevamo già raccontato alle metà di marzo, infatti, sulla relazione del Piano Economico e Finanziario (Pef) del progetto di costruzione del nuovo ospedale di Chieti è scritto, nero su bianco, che il privato investirà e rischierà capitali propri per 54.3 milioni di euro. E il resto? Dovrebbe arrivare da tre linee di credito sulle quali verranno pagati interessi molto salati.
Il Pef si articola in un periodo di progettazione, un periodo di costruzione e un periodo di gestione che, nel complesso, portano ad una durata della Concessione (progettazione, costruzione e gestione) pari a 30 anni (360 mesi), a partire dal giorno di firma della Concessione (01-07-2016) fino all’ultimo giorno di validità della stessa e della gestione dei servizi (30-06-2046). "La durata della Fase 1 di costruzione - si legge sul piano - è pari a 50 mesi, con termine il 28-02-2021. L’inizio della Fase 2 di costruzione è previsto per il 01-04-2021, con una durata pari a 12 mesi, con termine il 31-03-2022, comprensiva di collaudi e consegna delle aree al Concedente. Le attività di gestione di Fase 1 hanno inizio il 01-03-2021 e terminano il 31-03-2022. Le attività di gestione di Fase 2 hanno inizio il 01-04-2022 e terminano il 30-06-2046".
E cosa prevedono, esattamente, le attività di gestione che dureranno fino al 2046? "Servizio di Pulizie, Manutenzioni Edili, Manutenzione Aree Verdi e Servizio Energia e Manutenzione Impianti". Inoltre, "la fornitura di arredi e attrezzature medicali al Concedente, e l’avvio di attività commerciali realizzate all’interno del comprensorio dell’Ospedale di Chieti". E ancora: "l'attivazione del Servizio di Manutenzione Tecnica delle Apparecchiature Medicali". E poi, i servizi di logistica, ristorazione, gestione dei laboratori di biochimica e il servizio di gestione tecnica e amministrativa di Radiologia e della Medicina nucleare. Non solo. A fronte della costruzione e ristrutturazione del nuovo Ospedale di Chieti, la Asl Chieti-Lanciano-Vasto pagherà alla Società di progetto un canone annuo Corrispettivo di Disponibilità (per l'utilizzo di edifici).
A far di conto hanno pensato i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. Svelando cifre da capogiro. "Alla società di progetto, la ASL dovrà versare 408,6 milioni in trent'anni per l'utilizzo di edifici, un canone annuo di Corrispettivo per servizi di facility management per la gestione di svariati servizi che le faranno spendere ingenti risorse in più quantificate in 435 milioni (manutenzione opere edili, manutenzione aree verdi, tecnica e servizion energia, pulizia, sanificazione, sterilizzazione, ristorazione, logistica, manutenzione tecnica apparecchiature medicali, gestione laboratori biochimica, radiologia e medicina nucleare); un canone annuo di Corrispettivo fornitura attrezzatura e arredi che costerà 23 milioni in più; oltre a rinunciare - perché la gestione sarà ceduta al privato - ai proventi delle attività commerciali stimati in 23,6 milioni (parcheggi, affitto locali commerciali, etc)".
Insomma: "Al netto un investimento del privato di 54 milioni e di un importo complessivo dei lavori di € 278 milioni - hanno spiegato i pentastellati - la Asl, quindi la Regione, quindi gli abruzzesi, sborseranno in 30 anni l'iperbolica cifra di 742 milioni di euro in più per avere stessi servizi e stesso numero di posti letto". Senza considerare i 120 milioni di euro in oneri finanziari e oltre 150 milioni di euro in tasse e imposte che il piano economico della società scaricherà sulle tasche degli abruzzesi.
Un affare, per le società proponenti. Un affare che potrebbe saltare, se è vero che il Nuovo Codice degli appalti - come detto - ha introdotto una chiara distinzione tra 'concessione di lavori' e 'concessione di servizi'. Un bel guaio. Ed è piuttosto strano che, fino ad oggi, nessuno abbia pensato di rendere pubblica la consulenza. Tra l'altro, giusto qualche giorno fa, la consigliera regionale a 5 Stelle, Sara Marcozzi, aveva annunciato di aver scritto una lettera - la seconda, in poche settimane - alla Dirigenza della Regione e della ASL interpellando anche ANAC, CIPE e Corte dei Conti. "Le osservazioni presentate nella mia prima lettera - si legge - appaiono oggi avvalorate anche dalle novità introdotte dal Decreto Legislativo 18 Aprile 2016, n.50 'Nuovo codice degli Appalti' che disciplinano l’allocazione dei rischi e l’equilibrio economico finanziario. In particolare, è riconosciuto che il trasferimento del rischio in capo all’operatore economico comporti l’allocazione effettiva e sostanziale in capo a quest’ultimo, oltre che del rischio di costruzione, anche del rischio di disponibilità o del rischio di domanda dei servizi resi, per il periodo di gestione dell’opera. Questi rischi, secondo i contratti presentati dal gruppo di imprese capitanato da Maltauro ricadrebbero sulla ASL, dunque in pieno contrasto alla normativa vigente".
Marcozzi ha ribadito, dunque, l'inopportunità - sancita anche da numerose pronunce della Corte dei Conti - della finanza di progetto per la costruzione di ospedali, e ha inteso ricordare che "le esperienze di project financing maturate in altre regioni d'Italia, hanno rilevato la dannosità del ricorso a detta procedura in materia di sanità, basti guardare le preoccupanti esperienze di Regione Veneto relative alla costruzione degli ospedali di Mestre, Padova e Vicenza e per i quali la Corte dei Conti ha avviato indagini rispetto all’eccessiva onerosità dei contratti". Per questo, il M5S ha chiesto ancora una volta "alla Giunta e a tutti i dirigenti competenti, di compiere una scelta di buon senso: non possiamo permettere che gli abruzzesi paghino quasi un miliardo di euro in più per la costruzione del nuovo ospedale di Chieti, solo per consentire al Gruppo Maltauro di lucrarci".