Nel generale ritardo, per non dire dello stallo, in cui versa la ricostruzione pubblica, ci sono anche buone notizie e provengono dal cantiere del palazzo del Consiglio regionale e dell'adiacente edificio ex Gil: a 140 giorni dall'inizio dei lavori - cominciati ufficialmente l'11 gennaio scorso - la percentuale di quelli eseguiti è già del 32%.
"Questo significa" - afferma il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio - "che stiamo rispettando il cronoprogramma e che, se non ci saranno ritardi o intoppi, rispetteremo i tempi per la riconsegna, prevista per la primavera del 2017. Il palazzo dell'Emiciclo sarà il primo edificio pubblico restituito alla città".
Lo stato dell'arte dei lavori è stato illustrato, da Di Pangrazio e dal team di tecnici e ingegneri che ha redatto il progetto, nel corso di una visita al cantiere organizzata a beneficio della stampa.
La strategia di intervento scelta dai progettisti mira sia al miglioramento e al rafforzamento dell'edificio dal punto di vista antisismico (mediante l'inserimento di isolatori) sia a un approccio, per codì dire, conservativo (in passato il complesso fu anche un convento), con l'eliminazione delle cosiddette "superfetazioni" - una di queste, la scala in cemento armato che collegava il corridoio dell'ingresso principale alla sala dove, attualmente, si svolgono le sedute del Consiglio, è stata già abbattuta: al suo posto, in base a una vecchia legge del 1949, la cosidetta legge del 2%, che impone la realizzazione di opere d'arte negli edifici pubblici, verrà sistemata una vetrata decorata, per la quale sarà indetto un concorso nazionale - e la rifunzionalizzazione degli spazi, sia interni che esterni.
A tal proposito, qualche settimana fa, è stato firmato, da Regione e Comune, un accordo di programma per la riqualificazione urbana dell'area esterna all'Emiciclo. L'accordo prevede l'eliminazione della recinzione che separa il porticato dal piazzale della Villa e la costituzione di un unico, grande spazio aperto.
"Quello che vogliamo" sottolinea Di Pangrazio "è aprire le porte di questo edificio, renderlo il più possibile fruibile dai cittadini".
Internamente, i cambiamenti più importanti interesseranno la sala Michetti (situata alla destra dell'ingresso principale), che diventerà uno spazio polivalente, destinato a ospitare anche la biblioteca del Consiglio, e sarà coperta con un tetto trasparente. Sotto di essa sarà realizzata una sala ipogea, che potrà accogliere, se necessario, le adunanze del Consiglio regionale ma che sarà utilizzata principalmente per iniziative sociali e culturali, come convegni, mostre e conferenze.
Altra novità singificativa riguarderà il palazzo dell'ex G.I.L maschile, già sede del Consiglio regionale. Una volta completati i lavori, l'85% degli spazi dell'edificio andranno al Gran Sasso Science Institute.
L'importo dei lavori - eseguiti da un'Ati composta da Rosa Edilizia, Ricci costruzioni e Elettroidraulica Silvi - ammonta a circa 8,4 milioni di euro, su una base d'asta che era originariamente di 14. Con i soldi risparmiati (2,4 milioni), ha detto il presidente Di Pangrazio, il Consiglio regionale vorrebbe realizzare una seconda aula consiliare (che dovrebbe sorgere a fianco di quella attuale, che a quel punto diverrebbe un foyer), e un ascensore in grado di collegare il mega parcheggio di Collemaggio con via dei Giardini.
Si tratta, per il momento, di due idee ancora allo stato embrionale, non inserite nel progetto di ristrutturazione e riparazione, che necessiteranno di ulteriori approfondimenti. Di Pangrazio, però, ne ha parlato, nei giorni scorsi, con il responsabile della struttura di missione Giampiero Marchesi, il quale ha dato il proprio parere favorevole.