Poco importa del parere - solo consultivo - del Ctp di Sassa che, giusto una settimana fa, aveva espresso contrarietà alla proposta di variazione della destinazione d'uso di una parte della struttura ex Sercom di Pagliare di Sassa, con l'aggiunta della vocazione industriale alle funzioni commerciali e artigianali.
Stamane, la Commissione territorio infatti, con 15 voti favorevoli, 2 astenuti (Angelo Mancini e Giuseppe Ludovici) e le opposizioni assenti o uscite dall'aula, ha dato il via libera alla proposta deliberativa della Giunta comunale. Ora, non resta che la ratifica dell'assise consiliare.
A quel punto, il maxi capannone espropriato dal Comune dell'Aquila nell'estate del 2014 [leggi qui l'approfondimento], a seguito di un processo burocratico durato anni, con l'esborso di circa 13 milioni di euro, fondi della ricostruzione, potrà divenire sito industriale, se ci saranno imprese interessate ad insediarsi ovviamente.
Si parla da tempo di una impresa milanese attiva nel campo dell'industria dolciaria che, tempo fa, aveva manifestato interesse per insediare nel capannone - circa 25 mila metri quadri su un terreno di 140 mila metri - uno stabilimento per la fabbricazione di dolciumi, un biscottificio. Investimento che - a regime - potrebbe portare a L'Aquila circa 200 posti di lavoro, ha sottolineato il sindaco Massimo Cialente.
Non è chiaro se l'azienda sia ancora interessata ad insediarsi in città, sta di fatto che, stamane, la Commissione ha dato il via libera alla variazione di destinazione d'uso e, questione piuttosto controversa e dibattuta, anche al permesso a costruire in deroga, a mettere le 'mani' sulla struttura insomma, per chi vorrà insediarsi. A sancire, di fatto, che dovesse essere avanzato un progetto per la modifica della struttura non passerà al vaglio del Consiglio comunale.
Staremo a vedere. Anche se l'impresa dolciaria dovesse tirarsi indietro, il Comune dell'Aquila ha già predisposto un bando che permetterà ad altre aziende di avanzare la propria manifestazione d'interesse ed eventualmente l'offerta. Ovviamente, a far gola agli investitori - oltre al maxi capannone a vocazione industriale e alla possibilità di modificare la struttura - potrebbero essere, soprattutto, i fondi pubblici (l'ormai famoso 4%) che il Governo ha deciso di destinare alle attività produttive per la ripresa del tessuto sociale ed economico dell'Aquila e del Cratere.
La procedura di verifica dei requisiti per accedere al finanziamento, ha spiegato il sindaco Cialente nei giorni scorsi, sarà affidata a Invitalia e sarà simile a quella seguita per Accord Phoenix, l'azienda di recupero e trattamento Raee che si insedierà in una parte di quello che fu il polo elettronico dell'ex Italtel.