E' iniziato lo smantellamento di Ombrina Mare.
La Rockhopper, società proprietaria della piattaforma situata al largo della Costa dei Trabocchi, ha avviato le operazioni di smontaggio della struttura.
A renderlo noto, sul proprio blog, è il coordinamento Stop Ombrina, che già il 6 luglio scorso, riportando l'ordinanza della Capitaneria di Porto di Ortona che comunicava l'inizio dei lavori di chiusura dell'impianto, aveva anticipato quello che, ormai si può dire, è l'atto conclusivo e la tappa finale di un percorso iniziato quasi dieci anni fa.
Ora la Rockhopper avrà un mese di tempo per chiudere il pozzo esplorativo perforato nel 2008 e rimuovere la piattaforma che sporge poco più di 10 metri dal livello dell'acqua e che si staglia davanti al tratto di costa compreso tra S. Vito Chietino e Rocca S. Giovanni.
Soddisfatti, naturalmente, i comitati territoriali, che vedono coronata dal successo una battaglia combattuta avendo sempre dalla propria parte anche la stragrande maggioranza degli abruzzesi: “La lotta ha pagato” scrivono “Invece dei pozzi, della piattaforma e della meganave raffineria, tra qualche settimana avremo solo mare, il nostro mare liberato. L’Abruzzo unito, insieme a tanti altri movimenti solidali dalle altre regioni, è riuscito a vincere la battaglia campale di Ombrina offshore”.
L'impegno, però, è quello di non abbassare la guardia, visto che in Abruzzo esistono altri progetti per la realizzazione di impianti di perforazione e trivellazione che riguardano l'entroterra: “Festeggiamo lottando. Abbiamo partecipato con i sindaci e le altre organizzazioni alla riunione in Regione contro i petrolieri canadesi che stanno cercando di resuscitare il delirante progetto di estrazione a Bomba. Ci sposteremo sulla terraferma perché mare e terra siano ugualmente tutelati”.
Con la rimozione dell'impianto Ombrina Mare cala il sipario, anche plasticamente, su una vicenda che, a livello burocratico e procedurale, si era chiusa già lo scorso febbraio, quando il Mise, negando alla Rockhopper il permesso di fare ulteriori prospezioni sulla base delle norme contenute nella legge di stabilità 2016 (che vietano le prospezioni entro le 12 miglia dalla costa), aveva scritto, di fatto, la parola fine all'affaire trivellazioni off shore.
Durante questi otto anni a contrapporsi erano stati, da una parte, l'ampio fronte del No – costituito non solo dai comitati, dalle associazioni e dai movimenti ambientalisti ma anche dai sindaci dei comuni costieri e (sebbene a volte con qualche ambiguità di troppo) anche dalla Regione – e, dall'altra, la società Rockhopper (precedentemente denominata Medoil) e il governo centrale.
Uno dei momenti clou dell'azione contestatrice e oppositrice contro Ombrina Mare era stata sicuramente la manifestazione tenutasi il 23 maggio 2015 a Lanciano, quando circa 60 mila persone e oltre 400 gruppi organizzati marciarono per dire no al petrolio e alle trivelle.