Venerdì, 22 Luglio 2016 12:50

Fondi per la ricostruzione e 'Cas' non dovuti: sequestri per 720 mila euro

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A oltre sette anni dal terremoto tre persone sono finite nei guai per indebita percezione di erogazioni pubbliche richieste nell'ambito della ricostruzione aquilana: sotto inchiesta dalla Procura della Repubblica tre distinte pratiche con i tre beneficiari che hanno subito un sequestro preventivo per una somma complessiva di 720.908,79 euro, fondi elargiti secondo l'accusa, sulla base di certificazioni false. Sono stati messi i sigilli su conti correnti, conti deposito, polizze e in un caso anche immobili.

Contestualmente ai decreti di sequestro, sono stati notificati anche gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari per cui gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero il compimento di atti d’indagine, nonché presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposti a interrogatorio.

Risultano indagati un noto architetto, Vincenzo de Masi, un noto medico, Loredana Barberio, un commissario capo della Forestale (ed ex finanziere), Giovanni Gianvincenzo, e un impiegato, Ermanno Chiavaroli.

Si tratta di un filone che secondo quanto si è appreso potrebbe avere ulteriori sviluppi.

Le indagini, coordinate dai pm Simonetta Ciccarelli e Fabio Picuti, avrebbero fatto emergere ipotesi di reato contestate ai beneficiari dell'indennizzo nonché, in alcuni casi, anche ai tecnici che hanno redatto i progetti a corredo delle domande, ritenuti consapevoli delle false attestazioni. Le indagini sono state condotte da un gruppo di lavoro composto da ufficiali di polizia giudiziaria della Procura appartenenti al Corpo Forestale dello Stato, alla Polizia Municipale e al Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza.

Il filo rosso che unisce le tre pratiche passate ai raggi X dagli investigatori sarebbe quello della dichiarazione di residenza, al momento del terremoto, come abitazione principale, nello stesso immobile per il quale è stato chiesto il contributo pubblico di ricostruzione. Che quindi è stata coperta al 100%. Le indagini avrebbero invece accertato che i richiedenti il contributo dimoravano stabilmente altrove. Attestazioni, dunque, ritenute false. Due casi su tre hanno riguardato la sostituzione edilizia, cioè la casa ceduta al Comune e ricomprata altrove (in un caso a Milano); mentre il terzo riguarda la ristrutturazione di una casa nella zona di Sant’Elia che per l’accusa era in stato di fatiscenza già prima del terremoto.

Investigatori ed inquirenti considerano questa inchiesta un "progetto pilota" in quanto - come spiegano dalla Procura - "si è dato valore ad alcuni dati che incrociati tra loro (desunti attraverso l'interrogazione delle banche dati create dai vari uffici che operano sul territorio, in particolare quelle create presso gli uffici specializzati, il Comune dell'Aquila e gli uffici dei Vigili del fuoco) hanno permesso un monitoraggio sicuro del denaro erogato". A tale proposito, sarebbero emerse contraddittorietà nelle dichiarazioni rese dai cittadini in occasione delle richieste di indennizzo avanzate a vario titolo nei confronti del Comune (beni mobili danneggiati, contributo autonoma sistemazione, riparazione di immobile, richiesta recupero beni), "che già ad una prima lettura apparivano sintomatiche di falsità e conseguente inesistenza del diritto a beneficiare dell'emolumento richiesto".

Si tratta dei primi esiti di un'attività di indagine avviata lo scorso anno su input dell'ex procuratore capo, Fausto Cardella, da alcuni mesi procuratore generale a Perugia, che in un più ampio progetto investigativo ha voluto coinvolgere le sezioni di polizia giudiziaria del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Municipale, coadiuvate per esperienza e tecnica investigativa sul tracciamento del danaro sia dal nucleo di Polizia tributaria che dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza.

A disporre i sequestri sono stati i gip presso il Tribunale di L'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella e Guendalina Buccella su istanza dei pm Ciccarelli e Picuti.

Ultima modifica il Sabato, 23 Luglio 2016 09:12

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