Sono soltanto due, a Pescara e a Pineto (Teramo), i punti della costa abruzzese che risultano entro i limiti di legge nell'ambito delle analisi realizzate in mare da Goletta Verde per esaminarne lo stato di salute.
I prelievi e le analisi sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente tra il 25 e 26 luglio scorsi ed è stata presa in considerazione la carica batterica. Sono considerati "inquinati" i punti dove vengono superati i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia e "fortemente inquinati" quelli che superano più del doppio questi valori.
Due i campionamenti eseguiti a Pescara: nella spiaggia in corrispondenza di piazza Primo Maggio i livelli di carica batterica sono di poco inferiori ai limiti di legge, ma comunque sono nella norma, mentre all'altezza di Fosso Vallelunga il mare risulta fortemente inquinato. Passando alla Provincia di Chieti risulta inquinato il mare di Torino di Sangro, in località Dragoni, nella spiaggia in corrispondenza del Fosso del diavolo e il risultato è di un mare fortemente inquinato sia a Fossacesia, in località La Penna, sia a Ortona, in località Acquabella San Donato, rispettivamente alla foce del fosso San Giovanni e alla foce del fiume Moro. In provincia di Teramo sono quattro i punti presi in considerazione e solo a Pineto, nella spiaggia in corrispondenza di via Liguria, il dato risulta entro i limiti. E' invece fortemente inquinato sia il mare di Villa Rosa di Martinsicuro, alla foce del fiume Vibrata, che in un altro punto di Pineto, alla foce del torrente Calvano, e a Silvi Marina, alla foce del fiume Cerrano.
Per Legambiente, che oggi ha tenuto una conferenza stampa a Pescara, "il quadro non è cambiato dopo due anni di bandiera nera. L'unica novità è rappresentata da Pescara dove in piazza Primo Maggio è emerso che i valori sono, seppur alti, entro i limiti". Dunque, l'associazione ambientalista ha inteso sollecitare un monitoraggio costante.
Il problema principale è la mancata depurazione. "Nel mirino, ci sono fossi e foci dei fiumi che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati". E' necessario che Regioni e Comuni si attivino per vigilare sui fondi investiti per l'adeguamento e il completamento degli impianti affinché già dal prossimo anno si arrivi a risultati concreti e duraturi.
D'altra parte, le criticità del sistema depurativo regionale emergono per Legambiente anche dall'ultima procedura di infrazione aperta dall'Unione europea nei confronti dell'Italia che comprende anche 26 agglomerati urbani abruzzesi. Condanne e procedure che potrebbero costare alla nostra Regione ben 8 milioni di euro.
Discutendo dei dati emersi dalle ricerche di Goletta Verde, il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Mario Mazzocca ha annunciato la fine, a breve, dei primi lavori promossi da Regione Abruzzo sul fronte della depurazione. "Sono in corso di esecuzione 67 interventi", ha spiegato. Una parte dei lavori sarà ultimata "a settembre" e una parte "a giugno 2017" quindi "dovremmo avere un miglioramento della qualità delle acque".
Oltre questi lavori, per 101 milioni di euro, ce ne sono altri in programma per 69 milioni (previsti con lo Sblocca Italia) e la conclusione è fissata a dicembre 2018. Bisogna aggiungere poi le somme previste nel Masterplan per nuovi impianti depurativi e per potenziare gli impianti esistenti. "In totale, arriveremo ad un investimento di 334 milioni", ha aggiunto il sottosegretario ricordando che "da 15-20 anni non si interveniva in maniera strutturale ma ci si limitava a fare solo manutenzione, e sono i dati che parlano, non io".
Mazzocca ha sottolineato che si sta "intervenendo anche sugli scarichi abusivi, e diversi sono stati chiusi e ci sono state delle sanzioni. Faremo di tutto perché ciò che stiamo realizzando venga poi messo in esercizio". In questo senso, verrà istruito un "tavolo, dopo ferragosto, per gettare le basi di una legislazione a tutela del territorio".