Mercoledì, 14 Settembre 2016 11:37

Edilizia residenziale pubblica al palo, gli inquilini: "Vogliamo risposte"

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Ennesima protesta di alcuni inquilini delle case popolari che si sono dati appuntamento, stamane, innanzi al complesso residenziale di via Amiternum, convocati dai comitati riuniti M5S L'Aquila Beppe Grillo e Comitatus Aquilanus-Periferie Unite.

Lo scenario è sempre lo stesso, desolante: mura crollate, cumuli di calcinacci, macerie e immondizia sparsi ovunque. Sporcizia, abbandono e degrado regnano incontrastati. Tutto questo a 200 metri da palazzo Silone - la sede della presidenza e della giunta regionale – e da un multisala frequentato ogni sera da centinaia di persone. E non vi sono sostanziali novità sul piano finanziario per la ricostruzione degli alloggi, fermi a 7 anni e mezzo fa, peggiorati anzi.

Non ha avuto riscontri neppure la sollecitazione assunta dal Prefetto, Francesco Alecci.

Un vero e proprio paradosso: quasi tutte gli alloggi d'edilizia popolare, infatti, hanno un progetto di riparazione e ristrutturazione approvato da tempo, ma non hanno mai avuto assegnato il finanziamento. "Non sono arrivate notizie confortanti dall'incontro di Roma, al quale hanno partecipato, tra gli altri, l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, l'assessore regionale con delega all'edilizia pubblica Donato Di Matteo e il vicepresidente della Giunta, Giovanni Lolli", sottolinea Antonio Perrotti, attivista pentastellato.

"Sono stati assicurati 16 milioni, per ottobre, dei 45 mancanti e già stanziati per il 2015. Dunque, per l'anno passato siamo ad appena 21.5 milioni erogati, e già appaltati: ne mancano ancora 29 sui 50.5 stanziati. E sul 2016, siamo ancora a 0".

A questo punto, "la mancata ricostruzione non può che configurarsi come una precisa scelta politica", aggiunge Perrotti. "Probabilmente, si volevano abbandonare gli inquilini Erp nel progetto Case e, magari, fare operazioni immobiliari sui quartieri più baricentrici di edilizia popolare".

Ipotesi che gli inquilini rigettano con forza. "Stiamo portando avanti una battaglia piuttosto dura: il Prefetto si è dimostrato sensibile, ha convocato un tavolo di lavoro a luglio, ne terrà un altro entro settembre. Vogliamo che la classe politica che governa Regione, Provincia e Comune e, così, l'Ater, il Provveditorato alle Opere pubbliche, l'Usra e il Governo, assumano scelte serie e ponderate".

Il coordinamento inqulini Erp chiede certezza sugli 85 milioni di fabbisogno complessivo che sarebbero necessari alla ricostruzione delle case Ater, e sui 30 milioni che servirebbero al Comune dell'Aquila per l'edilizia popolare di competenza. "Parliamo di 500 alloggi, più o meno", ricorda Perrotti. "Vogliamo risposte sul finanziamento di 110 milioni e, contestualmente, un cronoprogramma serio per tutti gli alloggi di edilizia popolare residenziale, che stabilisca tempi certi per la ricostruzione e il traferimento delle risorse".

Non solo. "Il cronoprogramma - o meglio, l'elenco dei progetti pronti - proposto dall'Ater va condiviso con gli assegnatari e, di conseguenza, rimodulato, in base alle loro esigenze". E al fine di accellerare i lavori - prosegue Perrotti - "andrebbe eleminata l'ultronea sub-procedura del Provveditorato alle Opere pubbliche con un potenziamento delle strutture tecniche dell'Ater".

Altrimenti, continueranno le azioni dimostrative e di denuncia, con la promessa "autoriduzione dei canoni, con interrogazioni in Parlamento e in Regione, e la denuncia dei responsabili Ater e del Comune per danni". E si profila una manifestazione cittadina, una marcia per la ricostruzione Erp, nelle prossime settimane.

"Vogliamo verità e trasparenza anche sui fondi che il Comune dell'Aquila ha già ottenuto per il patrimonio di edilizia residenziale pubblica che gestiva al 6 aprile 2009: 189 alloggi, 17 in via Milonia, 61 in via Giovanni Di Vincenzo e 111 a San Gregorio", aggiunge l'attivista 5 Stelle Pina Calì. "Sono stati stanziati allo scopo 43 milioni dei 150 assicurati già nel 2009, e altri 23 milioni l'anno passato, con delibera Cipe. Che fine hanno fatto i soldi? Come mai il Comune non ha avviato alcun lavoro sugli alloggi Erp che gestiva?".

Intanto, le condizioni degli edifici che affacciano su via Amiternum peggiorano di giorno in giorno, con le mura crepate, le macerie ammonticchiate a terra, crepe vistose, e senza alcuna recinzione che delimiti l'area, con i rischi che ne conseguono. Anzi, l'area tra le case popolari - subito dietro la via, una delle più trafficate dell'Aquila - si è trasformata oramai in una sorta di discarica a cielo aperto.

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Ultima modifica il Mercoledì, 14 Settembre 2016 13:04

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