Due esuberi, su un totale di una quarantina di lavoratori della Camera di Commercio dell'Aquila, che potrebbero essere tamponati con la formula del prepensionamento. 32, invece, i posti a rischio tra Cresa, Agenzia per lo sviluppo, Centro esteri e Centro interni.
"E' il quadro emerso nell'ultimo consiglio camerale, che si è svolto la settimana scorsa", dichiara Paolo Sangermano, segretario Cisl della provincia dell'Aquila, "stiamo seguendo da vicino l'evoluzione della vertenza relativa alla riforma camerale e alle conseguenze della stessa sul territorio, anche alla luce del previsto accorpamento con la Camera di Commercio di Teramo, su cui i due enti hanno accumulato un pesante ritardo".
La Cisl punta ad ottenere "il massimo delle garanzie per i lavoratori e la tutela di tutti servizi". "Chiederemo un incontro urgente al presidente della Camera di Commercio dell'Aquila, Lorenzo Santilli, che invitiamo a prendere con maggior chiarezza una posizione pubblica", dice Sangermano, "la riforma camerale e il futuro assetto della Camera di Commercio dell'Aquila sono argomenti troppo importanti per poter essere trattati in "camera caritatis": l'ente camerale abbraccia, infatti, tutte le associazioni di categoria che operano nella nostra provincia ed ha un peso economico, relazionale e istituzionale che non può essere ignorato".
"Chiediamo al presidente Santilli" prosegue Sangermano "di aprire un tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali per fare, finalmente, chiarezza sulla fusione con Teramo. Nell'ultimo consiglio camerale è stato presentato il piano di riorganizzazione del personale che individua due esuberi all'interno della Camera di Commercio dell'Aquila: dipendenti che potrebbero, per anzianità, andare in prepensionamento. Ma destano preoccupazione", sottolinea Sangermano, "sia i ritardi nella fusione con la Camera di Commercio di Teramo che la situazione dei 32 dipendenti del Cresa, delle Aziende speciali dell'Aquila e di Chieti, del Centro esteri e del Centro interni".
La Cisl torna a ribadire "che vanno garantiti i servizi e i livelli occupazionali. Mentre le Camere di Commercio di Pescara e Chieti hanno avviato da tempo il percorso di fusione, stilando anche un accordo preliminare", conclude Sangermano, "all'Aquila la situazione è rimasta al palo. E' necessario stringere i tempi e avviare subito un tavolo di concertazione con i sindacati, per arrivare a una definizione della vertenza, al di là delle posizioni personali. Destano preoccupazione anche i possibili riflessi negativi della riforma su servizi alle imprese e ai cittadini. Chiediamo al presidente della Camera di commercio di convocare i sindacati e fare chiarezza sui tanti nodi da sciogliere".