Che il progetto Case sarà un fardello per la città, l'abbiamo scritto spesso, documentando - numeri alla mano - la voragine che si è aperta nel bilancio del Comune dell'Aquila per gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria e, soprattutto, per i mancati pagamenti delle utenze. Oltre il metodo di calcolo dei consumi e le polemiche che ne sono seguite.
Della posizione dell'amministrazione, dei motivi che - stando al sindaco Massimo Cialente - dimostrerebbero la bontà del calcolo a metro quadro, e non a consumo, vi abbiamo reso ampiamente conto [qui, l'approfondimento]. Al primo cittadino, hanno inteso replicare alcuni rappresentanti del comitato 'Domiciliati Case' che hanno spiegato le ragioni del ricorso all'Autorità giudiziaria avverso le bollette di conguaglio giunte nei giorni scorsi e relative al periodo aprile 2013-dicembre 2014.
"Pur tralasciando il fatto che tale metodo contravviene alla Legge n.10 del 1991 - hanno sottolineato - la bollettazione a superficie lorda degli appartamenti contraddice la scheda tecnica che è parte integrante del 'Decreto di assegnazione dell'alloggio' che recita: 'Il consumo di ogni apparamento, sia dell'acqua fredda che di quella calda per uso sanitario, verrà quantificato tramite il contabilizzatore remoto [...]'. Per l'impianto di riscaldamento, invece, è scritto che 'i consumi saranno conteggiati dal sistema di contablizzazione remoto posto o all'interno dell'appartamento o dei vani scala'". Non solo. I domiciliati del progetto Case sostengono che invalidi il regolamento condominiale predisposto dall'amministrazione, e approvato dal Consiglio comunale, e che sbeffeggi "quanto espressamente stabilito nella 'Richiesta di versamento in acconto' dei consumi in questione che chiarische come l'importo debba ritenersi un semplice acconto che sarà oggetto di conguaglio quando saranno determinati gli effettivi consumi di ciascun alloggio'. Così come inviata ai domiciliati, inoltre, la bollettazione non tiene conto di precisa disposizione dell'Autorità giudiziaria ordinaria "divenuta cosa giudicata, come espressamente previsto dal Tribunale dell'Aquila con ordinanza del 14 maggio 2015".
Come accennato, tuttavia, il problema sta altrove, oltre il metodo di pagamento, e oltre il tasso di morosità che - come per le case popolari - è piuttosto prevedibile, entro una certa soglia almeno. Che poi a L'Aquila ad essere morosi siano anche professionisti, famiglie ad alto reddito, è discorso altro: e sarà interessante, dovesse il Comune costituirsi parte civile a seguito d'ingiunzione, scoprire chi, e per quanto, sia creditore dell'Ente e, di conseguenza, dei cittadini aquilani. "A seguito del terremoto, si è pensato - almeno, l'hanno pensato in molti - che tutto fosse dovuto, e che non si dovesse pagare nulla", ha sottolineato stamane, audito dalla Commissione Bilancio convocata dal presidente Giustino Masciocco, il sindaco Massimo Cialente. Ed ha ragione.
Come è potuto accadere? Nella risposta sta il problema: per tre anni e mezzo, almeno fino alla seconda metà del 2012, l'amministrazione non ha bollettato le utenze ai domiciliati nei progetti Case. Dunque, ha contribuito alla percezione di molti d'essere esenti da qualsivoglia tributo per il solo fatto di percepirsi sfollati. Sia accaduto per mancanza di personale - come dichiarato dal sindaco Cialente stamane - o per una precisa volontà politica, a maggio 2012 si sono celebrate le elezioni amministrative, sta di fatto che si è trattato di una precisa volontà dell'amministrazione.
E da qui, nascono i problemi. A dirla in poche parole, si è creato un debito con i fornitori che stanno pagando oggi, e pagheranno per i prossimi anni, i cittadini dell'Aquila, tutti, anche e soprattutto coloro che hanno sempre versato quanto dovuto, fossero domiciliati al progetto Case o già tornati a casa. Questo per la difficoltà, se non per l'impossibilità, di riscuotere il dovuto da coloro che, nel frattempo, hanno lasciato l'alloggio provvisorio. Un debito che ha generato altri debiti. Tra l'altro, la bollettazione ritardata ha fatto scivolare in avanti i pagamenti a seguire, con il risultato che gli assegnatari si sono ritrovati a fronteggiare le utenze mensili e, in aggiunta, i maxi conguagli che arrivavano nel frattempo: non è che sia proprio normale che, in questi giorni, stia arrivando il conguaglio riferito a tre anni fa.
Non solo. A causa dei mancati pagamenti, l'Enel - fin dal 2010 - ha imposto il canone di salvaguardia che, in soldoni, significa utenze sovratassate di un 40% circa: i cittadini assegnatari non hanno ricevuto bollette per tre anni e mezzo e, dunque, sono stati impossibilitati a pagare ma sono stati considerati, ugualmente, morosi, e hanno dovuto accollarsi un ulteriore fardello.
La conferenza stampa di Liris e De Matteis
A margine della Commissione consiliare, i consiglieri comunali Guido Quintino Liris e Giorgio De Matteis hanno tenuto una conferenza stampa per denunciare "la disastrosa gestione della giunta Cialente".
"Diciamo da tempo che il progetto Case sarà un bubbone che infetterà la vita sociale della città per i prossimi decenni - l'affondo di De Matteis - e ora, i nodi stanno giungendo al pettine. E' inaccettabile che un pluricondannato dalla Corte dei Conti per l'inadeguata gestione dell'Accademia dell'Immagine così come degli alloggi post sisma [il riferimento è al sindaco Cialente, ndr] continui a fare il 'Masaniello', l'uomo che tutela i più deboli dai ricchi morosi. Siamo dinanzi, piuttosto, al mancato controllo e alla mancata esecuzione di quanto l'amministrazione comunale avrebbe dovuto fare per assicurare che tutti pagassero il dovuto: come per la mancata riscossione dei canoni di compartecipazione che hanno portato alla condanna in primo grado della Corte dei Conti, anche stavolta siamo dinanzi all'incapacità amministrativa della giunta Cialente".
Le misure assunte per il recupero delle morosità "sono tardive e assolutamente insufficienti", ha aggiunto De Matteis. "Si stanno utilizzando i 5 milioni di euro accantonati a bilancio; la dirigente Enrica De Paulis spera di recuparne 1.3 entro la fine dell'anno: è impossibile e, dunque, i soldi anticipati dal Comune a copertura del debito accumulato non si potranno recuperare. Tra l'altro, sono stati già impegnati 3 dei 5 milioni messi a parte, e che sarebbero serviti per altro, con la certezza che non basteranno a saldare il dovuto. Significa che i cittadini aquilani, tutti, stanno pagando e pagheranno per i morosi. Si dice che il tasso di morosità si stia assottigliando: certo, stiamo coprendo i debiti con le tasse degli aquilani. Certi artifici di bilancio non sono più giustificabili".
De Matteis torna anche sulla transazione con Banca Sistema, di cui ci siamo occupati lungamente [leggi qui gli approfondimenti]. "De Paulis, in Commissione, ha annunciato la volontà di voler spalmare il debito su più annualità: così, aumenteranno gli interessi da riconoscere alla società di recupero cui Enel ha ceduto il credito, e il debito graverà ancor più pesantemente sulle prossime amministrazioni, con il rischio che il Governo, nel frattempo, riduca la quota parte che, ogni anno, riconosce al Comune dell'Aquila per le maggiori spese e i minori introiti". E tra l'altro, la transazione con Banca Sistema si riferisce al periodo marzo 2011-settembre 2014: "E' già stato ceduto da Enel il credito relativo al periodo ottobre-dicembre 2014 a Farmafactoring spa: si stanno sommando e rincorrendo debiti che il Comune non è in grado di sostenere con il recupero delle morosità".
Innanzi a questo scenario, "è vergognoso il tentativo del sindaco Cialente di dividere la città per scaricare le sue responsabilità", ha aggiunto Guido Quintino Liris. "Prima, ha tentato di convincere la città che tutti gli assegnatari di alloggio Case fossero dei 'truscianti'; poi, ha tirato fuori le differenze di consumo tra un piano e l'altro; ora, tenta di far passare l'idea che sia per colpa del centrodestra cittadino che si siano accumulati questi debiti. Vogliamo essere chiari: gli assegnatari devono pagare il dovuto, ma l'incapacità dell'amministrazione sta offrendo pretesti a chi non vuole farlo, costringendo chi ha sempre pagato, invece, a pagare di più. E questo è intollerabile".
Dunque, Liris ha svelato che - sul tavolo della discussione - c'era una ipotesi del comitato 'Domiciliati Case' per il pagamento delle utenze, "più equa", a proporre - per dirla in breve - il pagamento di una quota fissa e di un'altra a consumo. Non se ne è fatto nulla. "A quanto sappiamo - ha spiegato Liris - la dirigente De Paulis ha inviato la proposta al vice sindaco Nicola Trifuoggi, chiarendo come fosse più che accettabile ma non perseguibile, perché il settore non era nelle capacità di personale per portarla avanti".
Ecco perché è stato più semplice dividere la spesa totale per i metri quadri. "Almeno - l'invito al vice sindaco - Trifuoggi eviti di presenziare alle conferenze stampa, come garante delle affermazioni di Cialente: la sua presenza, infatti, è fuorviante per coloro che credono ancora nelle Istituzioni".
Il report del Settore Ricostruzione pubblica
In Commissione, la dirigente Enrica De Paulis ha portato una relazione datata 18 settembre sulla situazione delle morosità degli assegnatari del progetto Case e Map, relativa ai consumi e all'evoluzione della situazione debitoria del Comune nei confronti del fornitore di gas ed energia elettrica.
Al 31 luglio - leggiamo dal report - sono state emesse complessivamente bollette per consumi a carico degli assegnatari per 20.5 milioni di euro: ne risultano incassati 15.6, con una morosità totale pari al 25%, corrispondente a circa 5 milioni di euro. Nel mese di agosto, però, sono state emesse ulteriori bollette per un totale di circa 3 milioni, i cui pagamenti vanno a scadenza nei prossimi mesi: complessivamente, dunque, si registra un saldo negativo di 8.2 milioni, con il quale andrebbero coperti i debiti pregressi maturati con i gestori.
Come detto, la morosità totale è scesa dal 67% del 2013 all'attuale 25%: il problema, però, in particolare per il periodo 2010-2013, è che una parte del credito è stata oggetto di piano di rateizzazione - le così dette transazioni - in attesa degli incassi attesi sul lungo periodo. Artifici contabili, li ha definiti il consigliere comunale Giorgio De Matteis.
Dal 2010 al luglio 2016, le fatture emesse dai gestori e relative ai consumi del progetto Case (gas per il riscaldamento e la produzione di acqua calda, energia elettrica delle parti comuni ed acqua) ammontano, invece, a circa 24.14 milioni. Sul totale del fatturato, ad oggi sono stati pagati circa 17,66 milioni, pari al 73%.
Un'occhiata ai piani di rientro, infine. Nel gennaio 2013, il Comune dell'Aquila, sulla base di un piano concordato con Enel, si è impegnato a pagare l'importo di 7 milioni e 454 mila euro, relativo a fatture per forniture di gas ed elettricità, in 24 rate mensili di 310 mila e 591 euro, a partire dal 28 febbraio 2013. Importo totalmente pagato. Così come risulta estinto il debito con Gran Sasso Acqua, pari a 1 milione e 485 mila euro, rateizzato in 24 rate da 61 mila e 899 euro a seguito di accordo siglato nel maggio 2013.
La transazione con Banca Sistema, invece, relativa al periodo marzo 2011-settembre 2014, per 9 milioni e 177 mila euro, si sta tentando di rimodularla, per ridurre la rata mensile di 271 mila euro allungando il piano di rientro. Al momento, risultano pagate 11 rate oltre all'acconto, già versato, di 500mila euro: ne mancherebbero 21, l'ultima il 30 aprile 2018.
Come detto, c'è un altro credito da 852mila per i mesi ottobre-dicembre 2014, già ceduto da Enel a Farmafactoring spa: non è stato ancora concordato un piano di rientro, nel mese di settembre tuttavia sono state poste in pagamento fatture per circa 90 mila euro.