Mercoledì, 28 Settembre 2016 02:50

Disabili e accessibilità urbana, le pagelle delle città: L'Aquila in fondo alla classifica

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L'Aquila è una delle città italiane meno vivibili per disabili e portatori di handicap.

A rilevarlo è uno studio dallAnmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro), che ha comparato oltre 100 province italiane in base alla vivibilità e all'accessibilità per le persone con disabilità.  

Il rapporto – realizzato in collaborazione con la Fand, Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità composta da Anmic, Anmil, Ens, Uici, Unms, Anglat e Arpa – contiene una classifica che, attraverso un punteggio da 1 a 10, ha dato i voti alle province italiane analizzando la presenza o meno di barriere architettoniche, la possibilità di visitare luoghi turistici, la condizione di negozi, bar e ristoranti.

Un'indagine dettagliata, dove il primo dato che salta all'occhio è che nessuna provincia raggiunge la votazione massima.  

Le migliori sono Cremona, Ferrara, Siracusa e Torino e conquistano un 8; a seguire, Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento, Verbania con 7,5, e Reggio Emilia, Trieste, Milano e Latina con 7.

Agli ultimi posti della classifica, bocciate (il punteggio è 2), ci sono Agrigento, Campobasso e, appunto, L'Aquila. Pessime anche le performance di Napoli, Roma e Venezia, che non superano il 4 in pagella.

“Purtroppo è un dato che non ci stupisce” dice a NewsTown Massimo Prosperococco, del coordinamento delle associazioni di disabili dell'Aquila “E' una realtà che, almeno qui in comune, denunciamo da tempo. Abbiamo provato più volte a sollecitare l'amministrazione ma nessuno ci ha mai ascoltato”.

In effetti, basta fare un giro per la città per capire come L'Aquila, per chi è affetto da una qualche forma di invalidità - tra barriere architettoniche e percettive, mancanza di servizi e scarsa accessibilità degli edifici pubblici  – sia un ambiente urbano altamente ostile.

E almeno in questo il terremoto non c'entra nulla, perché carenze e ritardi c'erano già prima del 2009. Il sisma ha solo aggravato la situazione. La ricostruzione poteva essere sfruttata per rifare una città senza più trappole e ostacoli per chi non è autosufficiente; ma anche in questo si sta dimostrando un'occasione mancata.

In alcuni casi la situazione è addirittura peggiorata” racconta sempre Prosperococco “Il palazzo tra l'ex Standa e il cinema Massimo, ad esempio, che è stato abbattuto e ricostruito, ora risulta totalmente inaccessibile a chi, come me, deve usare una carrozzina mentre prima non lo era. Il problema non riguarda solo i disabili ma interessa, in generale, tutti i soggetti più deboli, dagli anziani alle mamme che portano a spasso i loro figli con i passeggini”.

Come è possibile, si chiede Prosperococco, che gli edifici ristrutturati siano stati adeguati agli standard di efficienza energetica ma non alle normative e alle leggi sull'abbattimento delle barriere architettoniche? “E dire che, dal punto di vista economico, il costo di queste migliorie sarebbe praticamente pari a zero”.

Gli esempi portati da Prosperococco sono tantissimi: dalla mancanza dei dispositivi semaforici per non vedenti all'assenza totale di scivoli sui marciapiedi; dalle distese di brecciolino (come quella che si trova davanti all'auditorium di Renzo Piano) che rendono difficoltoso se non impossibile l'accesso a molti edifici alla carenza di parcheggi riservati ai disabili.

“In centro” osserva Prosperococco “i posti auto per i portatori di handicap sono praticamente scomparsi. Ne è rimasto solo qualcuno, peraltro anche mal segnalato. Ma i disagi sono tanti anche nei quartieri periferici”.

“E dire” continua amareggiato Prosperococco “che, tra le tante proposte presentate al Comune, c'era anche quella di fare, a beneficio dei tecnici, dei corsi di formazione per la progettazione di spazi urbani accessibili. Nessuno ci ha mai risposto. Spesso mi capita di segnalare un problema al sindaco, che magari il giorno dopo si attiva per risolverlo. Non basta, però, fare dei micro interventi; quello che manca è un progetto complessivo, un piano di sviluppo urbano che preveda l'eliminazione di tutte le barriere architettoniche. La ricostruzione poteva essere, da questo punto di vista, una magnifica occasione. Invece finora è stata solo una grande occasione persa”.

Le precisazioni dell'Anmil

Per contribuire a diffondere la cultura dell’integrazione delle persone con disabilità e l’abbattimento delle barriere architettoniche, con il supporto delle 106 Sedi associative e dei propri volontari, l’ANMIL ha stilato una prima classifica sulla vivibilità nelle città d’Italia anche per le persone con gravi disabilità motorie.

I risultati emersi da questa indagine che vogliono annunciare la realizzazione di uno studio più approfondito da parte dell’ANMIL anche con il contributo della FAND (la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità composta da ANMIC, ANMIL, ENS, UICI, UNMS, ANGLAT e ARPA) hanno visto stilare una classifica in cui, intervistando esponenti dell’Associazione o disabili gravi o in carrozzina, sono stati presi a parametro di questo primo studio, luoghi e attività di vita quotidiana che dovrebbero essere pienamente fruibili da chi vive su sedia a rotelle allo stesso modo dei normodotati.

Questo primo studio per quanto riguarda la città de L’Aquila, il cui impegno per la ricostruzione dopo il terribile terremoto del 2009 vede l’attuale Amministrazione impegnata a far rivivere la città vecchia, si tenuto conto del progetto di ricostruzione che attualmente vede in gravi difficoltà l’accessibilità anche alle prime aree restituite ai cittadini essendo desiderio di tutta la popolazione veder rivivere il centro storico senza che siano esclusi i disabili su sedia a rotelle che, invece, dichiarano esistenza di enormi difficoltà ad accedervi.

Dunque nel ribadire che l’obiettivo dello studio svolto a livello nazionale, in questa prima fase, voleva dare una prima fotografia della sensibilità, dell’attenzione nella nostra città verso le norme in materia molto valide ma molto poco rispettate anche dalle aziende private – considerando ovviamente che il discorso si rivolge soprattutto al centro storico e non ai centri commerciali di recente costruzione - dimostrando che c’è ancora molto da fare.

E ad aggravare la situazione si aggiunge la mancanza di una cultura del rispetto delle persone con gravi disabilità motorie e sensoriali: dall’occupazione dei parcheggi riservati ai disabili all’occupazione delle zone antistanti gli scivoli sui marciapiedi o alla predisposizione di pedane non a norma.

Dunque questo primo parere sulla città de L’Aquila, e ribadisco sul centro storico terremotato, è stato espresso in qualità di Presidente dell’ANMIL che nell’intera provincia (dove sono stati dislocati molti di coloro che una volta abitavano nel centro storico) rappresenta quasi 3.000 titolari di rendita INAIL con disabilità da lavoro di varia gravità e come componente della FAND dal 2008 (organismo all’interno del quale condivido con i rappresentanti delle maggiori Associazioni di disabili tutte le problematiche che riguardano le persone e le famiglie che si ritrovano in condizioni di difficoltà legate alla disabilità).

A tale proposito, affinché questa nostra iniziativa non venga “usata” - come purtroppo abbiamo visto inopportunamente accadere - come una mera strumentalizzazione, a danno dell’attuale Amministrazione Comunale con cui abbiamo un dialogo aperto e di collaborazione, è doveroso dare alcune specifiche su questo primo sommario parere sulla vivibilità per tutti dell’intera città scaturito anche dai riscontri di alcuni nostri associati su sedia a rotelle.

Delle zone aperte nel centro storico è emerso, ad esempio, che non tutti i bar sono accessibili, i pochi parcheggi per disabili sono sempre occupati e, molto spesso, da persone che non ne hanno diritto; a La Villa Comunale tutto è rimasto più o meno come prima e con molte difficoltà per un normodotato; la zona del Torrione, che è la più accessibile, vede ancora case non ristrutturate e il loro completamento non avverrà di certo prima di due anni e, considerando che ne sono ormai trascorsi 7 dal terremoto, non si può dire che la situazione sia positiva; inoltre, e sempre in quest’ultima zona, ormai ci sono solo un paio di bancomat accessibili mentre tutti gli altri che prima lo erano ora non lo sono più per questi cittadini e anche nella farmacia non è possibile entrare a causa delle barriere architettoniche.

In tutto il centro storico rimangono ancora le strade dissestate con sanpietrini non allineati, molte buche e per di più i marciapiedi sono stati ricostruiti senza un vero criterio: in alcune strade ci sono solo da un lato, in altre non ci sono affatto e molti di quelli esistenti, in diversi punti sono talmente stretti che una carrozzina non può starci sopra e questi aspetti in una ricostruzione devono essere assolutamente considerati.

Altra nota negativa riguarda l’inesistenza di parcheggi riservati a disabili davanti agli uffici pubblici e ciò vuol dire che ammesso di trovare un parcheggio, è possibile che sia ad una certa distanza dall’Ufficio in questione. Quanto ai locali dove sono state messe delle rampe, non sempre si è trovata in questo modo una soluzione che consenta una mobilità in piena autonomia, perché o troppo ripide e o strette e quindi estremamente rischiose.

In pratica, pur considerando le problematiche create dal terremoto, riteniamo che ogni opera o struttura nuova non possa ignorare le norme, né tantomeno dovrebbero essere concessi permessi senza le adeguate verifiche.

Nell'approfondire questa indagine molto approfondita e con un campione di soggetti molto allargato e che verrà divulgata dall'ANMIL nei prossimi mesi sarà nostra cura coinvolgere tutte le Amministrazioni Comunali che vorranno avere un ruolo attivo e di collaborazione costruttiva.
Aggiungo infine che siamo i primi a comprendere che, in una situazione così complessa come quella di un post terremoto, forse il nostro giudizio sulla nostra città può sembrare troppo duro per L’Aquila di oggi.

Ma quello che ci preme è che il lungo percorso della ricostruzione non deve e non può dimenticare che tra i cittadini aquilani, tutti così tanto provati dal terremoto del 2009, vi sono anche quelli che noi rappresentiamo, ai quali il sisma ha fatto crollare la loro qualità di vita in modo devastante! Per questo non dobbiamo dimenticarci di loro e riconoscergli sempre gli stessi diritti degli altri!

Confartigianato: "Pescara nemica dei disabili" 

Pescara al 71esimo posto nella classifica sull'accessibilità e vivibilità delle città italiane per persone disabili. Emerge da un'indagine curata dall'Anmil e rilanciata da Confartigianato Pescara, secondo cui il capoluogo adriatico "deve essere una città moderna e turistica per tutti e per essere tale deve avere innanzitutto una qualità della vita e della mobilità che sia almeno sufficiente".

"E' un nostro dovere morale ancor prima che economico - commenta il presidente di Confartigianato Pescara, Giancarlo Di Blasio - correre ai ripari e scendere in campo per i soggetti più deboli. Facciamo nostro lo slogan della città di Milano adattandolo a noi: 'Pescara per tutti'. L'obiettivo da raggiungere dovrebbe essere questo, ma lo stato di fatto è una città assolutamente arretrata in materia di abbattimento delle barriere architettoniche".

"Parcheggi per disabili poco identificabili, con strisce scolorite e, soprattutto, quasi sempre occupati da chi non ne ha diritto o da auto con contrassegni maldestramente contraffatti – sottolinea, infatti, il presidente di Confartigianato Commercio, Massimiliano Pisani - scivoli perennemente ostruiti; accessi ai negozi, laddove ve ne sono, ostruiti da ambulanti o suppellettili di ogni genere; multinazionali che hanno aperto filiali in pieno centro occupando l'intero marciapiede e costringendo le carrozzine a scendere sulla sede stradale, tra le automobili".

"Milano, al contrario - osserva - ha fatto della qualità della vita e del turismo per diversamente abili la sua mission: tutte le attività commerciali del centro storico, dal 2014, grazie anche a sgravi fiscali, hanno installato pedane sugli accessi e campanelli su tutte le attività. La 'città mondiale dello shopping' è davvero accessibile. Il risultato? Qualità della vita migliore per tutti ed incremento delle presenze turistiche, con una crescita dei fatturati. Sono sempre di più, d'altronde, i tour operator che si occupano di turismo per disabili, ma Pescara è totalmente esclusa".

Confartigianato chiede "poche cose, ma essenziali: un protocollo di intesa tra Comune e associazioni di categoria per favorire l'installazione di rampe, scivoli e campanelli per tutte le attività commerciali, snellendo quanto più possibile gli aspetti burocratici ed i relativi costi; la creazione di percorsi turistici a 'barriera zero', adeguatamente pubblicizzati sui portali dell'amministrazione; un incremento dei parcheggi per disabili nelle zone centrali e vicino ai negozi; un numero verde per poter richiedere un taxi abilitato al trasporto carrozzine; una programmazione delle corse degli autobus garantendo mezzi adeguati".

"Solo così – riprendono Di Blasio e Pisani - Pescara potrà essere una 'città per tutti', una vera città dello shopping, potendo contare anche su un aumento del fatturato. Fondamentale il ruolo della Polizia municipale, per una lotta senza quartiere contro chi approfitta della disabilità altrui per i propri fini; un controllo più incisivo sui contrassegni e rimozione immediata delle auto che occupano abusivamente i posti dedicati. Auspichiamo un nuovo regolamento Cosap e edilizio che faccia della legge 13 nazionale 'abbattimento barriere architettoniche' il suo cavallo di battaglia".

"Sono sicuramente necessari sacrifici da parte delle istituzioni e di noi operatori – concludono i rappresentanti di Confartigianato - ma siamo certi che il risultato valga lo sforzo: 'Pescara per tutti'".

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Settembre 2016 19:03

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