Ha suscitato clamore la notizia diffusa stamane dal quotidiano 'Il Messaggero' che ha raccontato di una violenta storia di bullismo all'Istituto Agrario 'Ottavio Colecchi' dell'Aquila, nel polo scolastico di Colle Sapone.
Il procuratore capo presso il Tribunale dei Minori, Roberto Polella, ha chiesto il processo per tre ragazzi, all'epoca dei fatti minorenni, che in classe hanno legato un compagno ad una sedia, mani e piedi, trascinandolo alla finestra con la minaccia di gettarlo di sotto. Stando all'accusa, uno dei tre avrebbe poi fatto cadere a terra la vittima della violenza - nel tentativo di strappargli i pantaloni - procurandogli contusioni che successivamente sono state giudicate guaribili in una settimana circa dai medici del Pronto soccorso. Non solo. Il ragazzo sarebbe stata bersaglio, per circa un anno, di violenze verbali e di lanci d'oggetti. Atteggiamenti che avrebbero portato il giovane studente 'offeso' ad un "perdurante stato d'ansia e ad un fondato timore per la propria incolumità".
Il Procuratore capo ha dunque contestato ai ragazzi indagati una serie di aggravanti, a partire dalla circostanza che la stessa vittima è a sua volta un minore. Tra l'altro, i tre giovani avrebbero "approfittato dell'impossibilità da parte della persona offesa di potersi difendere adeguatamente in ragione delle sue problematiche personali".
Ora, si attende il processo: l'udienza è stata fissata per il mese di novembre. E i tre imputanti non potranno godere del perdono giudiziale né della messa alla prova perché i reati loro contestati prevedono una pena che supera i 2 anni di reclusione.
Come detto, la notizia si è diffusa rapidamente sui social network, ripresa in giornata da altre testate giornalistiche, e ha suscitato clamore e polemiche. Tanto che l'Istituto Colecchi - sollecitato in vari commenti - ha inteso prendere la parola, e raccontare la propria versione dei fatti. "Durante l’episodio della violenza subita, in classe erano presenti ben due docenti (la docente curricolare e la docente di sostegno) che prontamente sono intervenute in soccorso dello studente offeso, il quale, proprio grazie alla formazione nel merito e alla competenza delle docenti si è sentito in grado di denunciare e raccontare quanto, da tempo, subiva", ha spiegato in una nota la dirigente scolastica Serenella Ottaviano. "L’intervento di accoglienza e di supporto è stato offerto immediatamente anche dalla sottoscritta che, in quanto coordinatrice del Gruppo Interprovinciale sul bullismo, ha istantaneamente attivato tutte le procedure conseguenti", ha aggiunto. E dunque, l'accoglienza e l'ascolto del ragazzo e della sua famiglia con l'immediata convocazione di un Consiglio di Classe Straordinario per provvedimenti disciplinari a carico dei tre bulli.
L’azione di intervento non è stata episodica, viene ribadito nella nota. "Grazie al coordinamento interistituzionale istituito con il Gruppo Interprovinciale (rappresentanti della Prefettura, della Guardia di Finanza, della Provincia dell’Aquila, del Comune, dell’Ordine degli psicologi, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, del Tribunale per i Minorenni e della ASL) sono state avviate azioni coordinate rivolte alla classe del ragazzo nel suo complesso e all’istituto in generale, con una particolare attenzione alla famiglia del ragazzo, ma anche ai tre ragazzi bulli".
L’impegno di una comunità educante - ha proseguito Ottaviano - è quello di accogliere, ascoltare, denunciare e fermare ogni comportamento che violi la dignità umana e che sia contro la legge, "ma – nel contempo – educare i bulli ad uscire dalla condizione di minori che vivono nell’incapacità di comprendere il confine, troppo spesso percepito in maniera non chiara, tra lo scherzo e il reato".
Dunque, sono stati organizzati, nel corso dell’anno scolastico di riferimento dell’episodio, incontri sulla legalità condotti da rappresentanti delle forze dell’ordine e incontri di formazione per i docenti. Inoltre, sono state distribuite le linee guida per fornire elementi di conoscenza e competenze di azione per casi analoghi e monitorati, ogni giorno, i comportamenti delle classi.
"Ma la cosa più importante - ha tenuto a sottolineare la dirigente scolastica - è che il ragazzo vittima di violenza si è sentito accolto, ha continuato a frequentare e ancora frequenta la scuola con ottimi risultati. La famiglia del ragazzo, nonostante avesse sporto denuncia, ha incontrato più volte i ragazzi bulli e i loro genitori, con cui si sono confrontati (anche in modo crudo ed emotivamente duro, all’inizio) fino a stringersi la mano".
I tre ragazzi hanno concluso l’anno scolastico ma, per vari motivi, non hanno più proseguito gli studi. E la famiglia del ragazzo vittima delle violenze ha persino ritirato la denuncia che, però, ha continuato inevitabilmente il suo iter per arrivare al processo annunciato per novembre 2016.
La scuola c'era, c'è e c'è stata, ha ribadito Serenella Ottaviano. "Il ragazzo ora sta bene. Un unico grave insuccesso è a carico di questo istituto: il fatto di non aver trattenuto i bulli nel percorso formativo", ha aggiunto.
L’IIS 'Da Vinci-Colecchi' dell’Aquila è un istituto che presenta il più alto grado di complessità tra tutti gli istituti della Regione: elevato numero di pendolari, numerosissimi portatori di handicap, altissima percentuale di migranti (alcuni minori non accompagnati), 1.200 studenti e studentesse che, all’interno della scuola, portano tutto ciò che raccolgono nelle loro famiglie, nei loro paesi, nei loro quartieri. "Tutto – ed è tantissimo! – dalle 8:00 alle 14:00 viene raccolto, accolto e gestito da una comunità professionale che, con passione e competenza, si fa carico di problematiche sociali, economiche, di salute, di lingua e disagio trasversale", ha concluso la dirigente scolastica. "Nel corso degli anni è entusiasmante verificare il grande progresso che situazioni apparentemente e drammaticamente tragiche riescono a virare in successi formativi e di formazione di future cittadine e futuri cittadini orientati alla legalità! E’ per tutto questo che chiedo con forza, a nome di tutti i professionisti di cui sono rappresentante e di tutte le studentesse e gli studenti che si impegnano nel cambiamento positivo e propositivo che vengano rettificate le informazioni scorrette".