Un proscioglimento, un'assoluzione e quattro rinvii a giudizio.
Si è conclusa così l'udienza preliminare svoltasi ieri nelle aule del tribunale dell'Aquila sul procedimento per turbativa d'asta riguardante il mega appalto dei sottoservizi dell'Aquila [leggi l'articolo].
L'opera, con i suoi 33 milioni di euro il più grande appalto pubblico del post-sisma, secondo il pm Stefano Gallo è stata assegnata in modo irregolare da parte della commissione che ha aggiudicato i lavori, gemmazione del consorzio pubblico Gran Sasso Acqua Spa, stazione appaltante.
Il giudice delle udienze preliminari (gup) Giuseppe Romano Gargarella ha però prosciolto uno dei sei indagati, Gianni Frattale, ed ha assolto dopo rito abbreviato Alfredo Zaccaria. Frattale e Zaccaria sono rispettivamente titolare di Edilfrair e amministratore delegato di Acmar, due delle tre imprese che hanno costituito il Asse Centrale Scarl, la consortile che si è aggiudicata i lavori.
Lo stesso gup del tribunale dell'Aquila ha invece mandato a giudizio gli altri quattro imputati: Danilo Taddei della Taddei Spa - la terza impresa in Asse Centrale - Aurelio Melaragni, direttore della Gran Sasso Acqua, presidente della commissione aggiudicatrice e responsabile del procedimento, e gli ingegneri Pieralberto Properzi e Flavio Lombardi, componenti della commissione. In precedenza, su richiesta del pubblico ministero, era già stato scagionato l'architetto Sandro Aniballi.
Il verdetto di Gargarella è arrivato dopo un'ora e mezza di camera di consiglio. Il processo inizierà il prossimo 23 maggio. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Ascenzo Lucantonio, Attilio Cecchini, Angelo Colagrande.
"Sono entrato pulito all'Ance e ne esco ancora più pulito", è stato il commento di Gianni Frattale (riportato sulla pagina Facebook della figlia Marzia), che oltre ad essere titolare della Edilfrair è anche presidente dell'associazione provinciale dei costruttori, la quale proprio tra qualche giorno vedrà rinnovarsi il suo consiglio direttivo. (m. fo.)