Il sostituto procuratore dell'Aquila Stefano Gallo ha chiesto il rinvio a giudizio per sei dei sette indagati nell'ambito dell'aggiudicazione del mega appalto dei sottoservizi nel centro storico del capoluogo abruzzese. A darne notizia è Marcello Ianni attraverso le pagine de Il Messaggero in edicola stamane.
L'indagine [leggi l'articolo] riguarda un presunto favoritismo, da parte della commissione aggiudicatrice, nei riguardi della società consortile Asse Centrale Scarl, formata dalla capofila ravennate Acmar e dalle due imprese aquilane Edimo ed Edilfrair. Il primo stralcio dei sottoservizi nel centro storico aquilano, che in questi giorni stanno accendendo il dibattito politico [leggi gli articoli], rappresenta il più grande appalto pubblico del post-terremoto (38 milioni di euro).
La procura dell'Aquila ha chiesto il processo per Alfredo Zaccaria, presidente di Acmar, Gianni Frattale di Edilfrair, Danilo Taddei di Edimo, Aurelio Melaragni, direttore generale di Gran Sasso Acqua Spa (stazione appaltante dell'opera), responsabile unico del procedimento (rup) e presidente della commissione aggiudicatrice, i tecnici Pieralberto Properzi e Flavio Lombardi, entrambi membri della commissione. Archiviata la posizione dell'architetto Sandro Annibali. Le indagini, dirette dal colonnello Sergio Aloia, sono portate avanti dalla Guardia di Finanza.
Come è noto, l'opera prevede l'installazione di tunnel sotterranei in grado di ospitare acquedotto, fognature, reti elettriche e telefoniche. Sono state già completate alcune vie nella zona di via Sallustio, mentre in queste settimane i lavori sono stati focalizzati nell'area di via XX settembre.
L'appalto assegnato ad Asse Centrale rappresenta la prima e più sostanziosa parte del progetto relativo ai sottoservizi: ancora dev'essere assegnato infatti il secondo stralcio [leggi l'articolo], per complessivi 48 milioni di euro, che sarà diviso a sua volta in cinque lotti differenti: le tre zone rimanenti del centro storico, via Strinella e via della Croce Rossa. (m. fo.)