E' stato presentato stamane, in conferenza stampa, il documento finale di Piano Regionale Gestione Rifiuti, 500 pagine redatte al fine di adeguare la normativa vigente in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e la pianificazione di riferimento. Lo scenario di Piano sviluppato - che prevede 76 milioni di investimenti, di cui 36 già attuati, per circa 160 tra progetti e impianti pubblici quali centri di riuso, centri raccolta differenziata e piattaforme ecologiche - considera come orizzonte temporale il periodo 2017-2022. Il documento è stato illustrato dal sottosegretario regionale con delega all'Ambiente Mario Mazzocca e dal Dirigente 'Servizio Gestione Rifiuti' Franco Gerardini.
In particolare, tre aspetti risultano molto ben definiti. Innanzitutto, Regione Abruzzo eslcude qualsiasi ipotesi di realizzazione di un inceneritore sul proprio territorio, non condividendo le scelte delineate dal governo Renzi col Decreto Inceneritori del 10 agosto scorso che individua i deficit registrati a livello impiantistico per i diversi contesti territoriali e le modalità del loro soddisfacimento. Alla luce delle previsioni del Piano, viene ribadita la non sussistenza di condizioni oggettive per prevedere un impianto di incenerimento in Abruzzo in quanto non sostenibile né tecnicamente né economicamente.
Inoltre, si continuerà a lavorare sulla riorganizzazione dei servizi di raccolta basati su sistemi domiciliari che in questi anni ha comportato un costante aumento della percentuale di raccolta differenziata, il cui obiettivo minimo è fissato al 70% su base regionale entro il 2022.
Infine, Regione Abruzzo - tra i diversi modelli gestionali dei flussi di rifiuti - punterà sul modello del "recupero di materia", sia attraverso l'organizzazione di sistemi domiciliari di raccolta differenziata "porta a porta", sia attraverso il recupero "possibile" di altri materiali dalle frazioni residue di rifiuti (i così detti "rifiuti indifferenziati"). Tutto ciò comporterà anche adeguamenti impiantistici che potranno consentire la qualificazione del rifiuto secco residuo da selezione impiantistica attraverso l'intercettazione delle componenti valorizzabili (in primis, materiali plastici, metallici e, ove possibile, cellulosici).
Lo scenario prefigurato farà si che, a obiettivi conseguiti, siano ampiamente rispettati i target fissati dalla Commissione europea in materia di "preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilati", pari al 50% entro il 2020. "Di questi aspetti si vuole discutere - ha sottolineato il sottosegretario Regionale Mario Mazzocca - e su questo si chiede un confronto che abbia i caratteri del rigore scientifico e della realtà dei fatti senza piegarsi, come spesso accade, a ragionamenti dettati dalla disinformazione e privi di logica o intrisi di demagogica strumentalizzazione politica. Ogni riflessione sul tema dovrebbe tener conto dell'utilizzo delle migliori tecnologie e degli effettivi risultati gestionali che le stesse offrono nella gestione dei flussi di rifiuti".
Come si può notare - ha spiegato il Sottosegretario - "il confronto con l'attuale situazione gestionale evidenzia in maniera chiara ed inequivocabile la contrazione della produzione complessiva, il considerevole aumento dei quantitativi di rifiuti avviati a recupero di materia, il contenimento dell'avvio a recupero energetico (invariato a livello % ma in diminuzione in valore assoluto), la significativa contrazione dello smaltimento in discarica.
"I nostri atti - ha dunque ribadito Mario Mazzocca, riferendosi in modo piuttosto esplicito alle critiche piovute nei mesi scorsi dai rappresentanti regionali del Movimento 5 Stelle - per la prima volta avviano concretamente, sul territorio, la stagione dell'economia circolare. L'inganno, se non un tradimento, è quello continuamente perpetrato nei confronti degli abruzzesi da parte di taluni esponenti politici che continuano a mentire sapendo di farlo, a diffondere notizie destituite di ogni fondamento sul nuovo "Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti" e ad alimentare la cultura del sospetto. A tal riguardo, si rispedisce al mittente l'antipatico, falso e tendenzioso riferimento ad un presunto ruolo predominante del privato: ricordo che quando c'era da far valere le sacrosante ragioni dei territori e delle comunità il sottoscritto non ha esitato un attimo a farli propri e ad agire contrastando anche qualche cosiddetto 'potere forte', con i fatti e non con le futili chiacchiere degne del novello 'partito del torchietto'".
"Il piano punta al massimo recupero di materia dai rifiuti indifferenziati", ha aggiunto Franco Gerardini. "Chiediamo l'impegno forte dei cittadini e un salto culturale per attuare le migliori pratiche ambientali: il 75% dei materiali verrà recuperato, mentre oggi prevale lo smaltimento. E' una filosofia assolutamente nuova quella su cui puntiamo. Tutta questa programmazione è la migliore risorsa per evitare qualsiasi realizzazione di impianti di incenerimento. Solo ciò che non recuperiamo, cioè 57.600 tonnellate su oltre 520mila previste nel 2022, va in discarica o a recupero energetico".