Ci sarà un nuovo processo per l'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco e alcuni degli altri imputati per la "Sanitopoli" abruzzese: lo ha stabilito la VI sezione penale della Cassazione che ha annullato con rinvio la condanna per Del Turco, Camillo Cesarone e Lamberto Quarta in relazione all'accusa più pesante, quella di associazione per delinquere. Gli atti verranno inviati alla Corte d'appello di Perugia che dovrà rideterminare il trattamento sanzionatorio e rivedere la condanna che per Del Turco in appello era stata ridotta da nove anni e sei mesi a quattro anni e due mesi. Ma la prescrizione maturerà prima della fine del prossimo anno.
Una vittoria a metà per l'ex governatore, dato che sono state confermate le condanne per gli altri capi di imputazione connessi alle presunte tangenti nella sanità abruzzese. Confermate, dunque, le pressioni che Del Turco avrebbe esercitato sull’imprenditore della sanità Vincenzo Angelini per ottenere denaro. Denaro tuttavia, del quale non è mai stata rinvenuta traccia sui conti degli imputati.
La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Pierluigi Cosenza, ex responsabile delle commissioni ispettive permanenti istituite dalla Regione, contro la prescrizione. Sono state inoltre annullate senza rinvio le condanne per Ennio Marcello Boschetti, Bernardo Mazzocca e Luigi Conga per via della prescrizione. Per gli altri capi di imputazione invece, le posizioni di Conga e Mazzocca dovranno essere rivalutate dalla Corte di Appello di Perugia per la rideteriminazione delle pene. Sono state annullate le condanne al risarcimento delle parti civili a carico di Sabatino Aracu, ed é stato rigettato il ricorso di Angelo Bucciarelli.
L'inchiesta sulla sanità abruzzese, che portò alla caduta della giunta di centrosinistra, culminò il 14 luglio luglio del 2008 nel clamoroso arresto di Del Turco, allora governatore dell'Abruzzo, e di altre nove persone, tra cui assessori e consiglieri regionali, in seguito alle rivelazioni dell'ex patron della clinica Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, che in appello fu assolto. Del Turco passò 28 giorni in carcere a Sulmona e, poi, altri due mesi agli arresti domiciliari. Qualche giorno dopo l'arresto si dimise dalla carica di presidente della Regione e, con una lettera, si autosospese dal Pd, di cui era stato uno dei saggi fondatori e membro della direzione nazionale.
Nel 2008 i pm parlarono di tangenti per milioni e di un fiume di denaro finito alle cliniche private della Regione: nel corso del processo, però, l'entità delle presunte mazzette è stata notevolmente ridimensionata, dai sei milioni e 200mila euro iniziali a 800mila euro.
In aula, davanti ai giudici di Cassazione, era presente anche Del Turco che ha seguito tutto il dibattimento. Il suo legale, l'avvocato Giandomenico Caiazza, e le difese degli altri imputati, hanno sottolineato come le accuse siano state mosse da un "bancarottiere seriale", condannato a più di 20 anni di reclusione per una distrazione di fondi pari a 105 milioni di euro. "Spero che questo incubo termini e che a Ottaviano Del Turco sia restituita interamente la piena dignità: è un galantuomo che non ha mai preso nemmeno un euro di tangenti, è una 'riserva' della Repubblica e non si può distruggere una persona senza nessuna prova", ha affermato Caiazza nella sua arringa.