Giovedì, 15 Dicembre 2016 15:00

Aeroporto, ecco il 'Comitato Etico'. Ma la vicenda si fa sempre più grottesca

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Potere della V Commissione garanzia.

Sebbene l'assessora Emanuela Iorio, audita lunedì scorso dall'assise presieduta da Raffaele Daniele sulla mancata revoca della concessione ventennale dello scalo di Preturo a Xpress, avesse assicurato che il Comitato Etico era stato formalmente nominato, in realtà il decreto sindacale è stato firmato il giorno stesso, si presume a Commissione conclusa.

Recepite le candidature spontanee a seguito di bando pubblicato sul sito Istituzionale nel giugno scorso, il sindaco Massimo Cialente ha nominato così i tre membri del comitato che dovrebbe verificare e controllare le attività del soggetto gestore: si tratta di Corrado Ruggeri, profondo conoscitore della storia dello scalo, dell'ingegnere aquilano Riccardo Paolini e di Tiziana Iemmolo, dottoressa in filosofia. Come previsto, l'incarico sarà a titolo gratuito.

Insomma, la decisione della Commissione garanzia che, all'unanimità, ha dato mandato al presidente Daniele di istruire una dettagliata relazione che verrà inviata alla presidenza del Consiglio comunale affinché l'assise possa discutere della revoca della convenzione, ha 'smosso' le acque in seno all'amministrazione che, tuttavia, continua a fare quadrato intorno a Xpress.

In un'intervista rilasciata ai colleghi di Abruzzoweb, l'assessora Iorio ha spiegato che "per parlare di rescissione della convenzione" andrebbero prima "pesate" le responsabilità in capo alla società e quelle in capo al Comune, così da evitare contenziosi. "Fino all'anno scorso - ha ribadito l'assessora - l'obiettivo della Xpress era stato raggiunto, avendo ottenuto la certificazione ai voli commerciali. La concessione è stata poi revocata, a causa di carenze strutturali dell'aeroporto che non abbiamo potuto mettere a posto perché sono stati ricollocati i fondi Fas".

Eppure, i fatti emersi durante la Commissione garanzia sembrano raccontare un'altra storia. A leggere la convenzione sottoscritta da Comune dell'Aquila e Xpress nel luglio 2014, infatti, si evince che la revoca della concessione ha luogo in caso di "perdita dei requisiti necessari per la certificazione ai sensi del 'Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti' dell'Enac"; dunque, sebbene la società abbia ottenuto la certificazione ai voli commerciali per un breve periodo, persi poi i requisiti è venuta meno all'impegno sottoscritto col Comune. Non solo. Il dettato della convenzione stabilisce - chiaramente - come il concessionario sia da considerarsi decaduto automaticamente se lo scalo non risulti aperto all'aviazione commerciale: ed oggi, fino a prova contraria, l'aeroporto di Preturo non è aperto all'aviazione commerciale.

Non regge neppure la giustificazione che la revoca sia sopraggiunta a causa di carenze strutturali dello scalo che il Comune dell'Aquila non ha potuto "mettere a posto": il soggetto gestore, infatti, rispondendo al bando d'affidamento, aveva assunto l'impegno di ottenere - e mantenere, evidentemente - la certificazione Enac, assicurando almeno un volo stagionale, un volo di linea (due volte a settimana) e oltre 150mila passeggeri l'anno nel 2016, avendo preso visione e accettato lo stato dei luoghi e con l'onere di provvedere a proprie spese allo sviluppo commerciale dell'aeroporto. D'altra parte, proprio per questo la società aveva immaginato di realizzare un centro commerciale - seppure le norme tecniche d'attuazione lo impedissero - "un importante obiettivo, in considerazione dell'esiguo numero di passeggeri sull'Aeroporto dei Parchi" si leggeva nell'offerta tecnica presentata.

"L'Aeroporto dei Parchi non sarà soltanto uno scalo per l'atterraggio e il decollo degli aerei ma anche centro di aggregazione, di servizi e attività commerciali che offrirà a passeggeri, operatori aeroportuali e residenti delle zone limitrofe opportunità d'acquisto e di svago, tipiche di un centro commerciale": così Xpress intendeva sostenere economicamente lo scalo. Altro che fondi pubblici: non si è mai accennato alla possibilità che le carenze strutturali dell'aeroporto fossero "messe a posto" con i fondi Fas che, tra l'altro, avevano una specifica destinazione, rendere lo scalo un punto di riferimento nazionale di Protezione civile, non trasformalo in aeroporto commerciale.

Era la Xpress insomma che - stando alla convenzione sottoscritta, e non rispettata - avrebbe dovuto ottenere la certificazione Enac, rendendo lo scalo di Preturo un aeroporto a vocazione commerciale e assicurando sostenibilità economica all'infrastruttura; in cambio, il Comune dell'Aquila si era impegnato a concedere la gestione ventennale riconoscendo un contributo di start-up pari a 600mila euro. Dunque, l'amministrazione ha rispettato pienamente i termini della convenzione - anzi, ha fatto anche di più finanziando lavori che non gli competevano -; è la società di gestione che ha mancato di rispettarla.

E lascia interdetti - francamente - che l'amministratore Giuseppe Domizio Musarella sottolinei, ora, come "l'opzione dello scalo commerciale all'Aeroporto dei Parchi non dipenda né dal gestore né dal Comune dell'Aquila, visto che c'è un piano nazionale nel quale lo scalo non è inserito e, in questo modo, è impossibile per chiunque fare degli investimenti" (dichiarazione rilasciata ad Abruzzoweb). Lascia interdetti perché, semplicemente, la questione non sta nei termini accennati.

Piuttosto semplice dimostrarlo, basta coltivare un poco di memoria ed esercizio critico.

Era settembre 2013 e il sindaco Massimo Cialente tenne una conferenza stampa dai toni piuttosto violenti [potete leggerne diffusamente qui]: era appena giunta notizia, infatti, di una nota inviata da Giacomo Aiello, all'epoca capo di gabinetto del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, all'Enac che, di fatto, bloccava l'inaugurazione dello scalo fissata per il sabato seguente, 28 ottobre. "Si ritiene necessario acquisire un quadro certo ed esaustivo di tutti i servizi indispensabili a garantire il funzionamento dell'aeroporto (servizi di navigazione aerea, antincendio, etc...) e degli oneri connessi", si leggeva nella missiva, "anche attraverso una valutazione dei costi-benefici del complesso delle attività richieste per garantire l'operatività dello scalo".

"Dovrà, altresì, essere verificata la disponibilità delle connesse risorse finanziarie a carico dello Stato, della Regione e degli Enti locali e delle relative coperture", scriveva ancora Aiello, "anche alla luce delle operazioni di razionalizzazione previste, ferma restando l'esigenza di chiarire i vari profili inerenti la gestione del medesimo aeroporto. In tale contesto, si ritiene che l'apertura di un aeroporto ai voli commerciali richieda un esame aggiuntivo", concludeva dunque il capo di gabinetto dell'allora ministro Lupi.

D'altra parte, qualche mese prima, a gennaio 2013, un altro ministro, Corrado Passera, aveva emanato un atto d'indirizzo per la definizione del “Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale” ponendo così le basi per un riordino organico degli scali italiani. Nel documento, si leggeva che gli aeroporti non considerati d'interesse nazionale sarebbero stati trasferiti alle Regioni competenti, che ne avrebbero dovuto valutare la diversa destinazione d'uso e la possibilità di chiusura. Inutile aggiungere che l'aeroporto dell'Aquila non era neanche citato, in quel Piano. Parliamo di quattro anni fa.

Ebbene, Cialente in conferenza stampa se la prese con il Ministero perché, ribadì - e lo avrebbe fatto spesso, nei mesi successivi - l'aeroporto di Preturo si sarebbe configurato come scalo privato, non avrebbe gravato insomma sulle casse dello Stato. "Forse, il fastidio di molti è segno di preoccupazione per un progetto pensato da 'matti' e che, però, potrebbe funzionare. Se si scoprisse che un aeroporto può sopravvivere senza alcun contributo statale, potrebbe dar molto da pensare", sottolineò Cialente. "Noi non prendiamo un euro di fondi pubblici: siamo un caso unico in Italia. Un aeroporto di proprietà di un Comune, gestito da una società privata".

Ecco, appunto: uno scalo gestito da una società privata, fuori dall'ambito del trasporto aereo statale. Dunque: come è possibile che oggi, quattro anni dopo, l'amministratore delegato della società privata che gestisce lo scalo dichiari che è impossibile fare investimenti perché c'è un piano nazionale nel quale l'aeroporto aquilano non è inserito? Non si trattava di un aeroporto comunale gestito da una società privata? Se ne accorgono soltanto ora che, a gennaio 2013, lo sviluppo aeroportuale statale era già stato delineato su strategie chiare che, tra l'altro, prevedevano che gli scali sotto i 500mila passeggeri annui fossero destinati alla chiusura?

Intanto, sull'aeroporto che doveva essere privato, e gestito da privati senza fondi pubblici, sono piovuti migliaia di euro, di risorse pubbliche e qualcuno - prima o poi - dovrà renderne conto alla città. Per non dire, poi, della sconcertante vicenda del rinvio a giudizio, tra gli altri, dei vertici della società Xpress per l'interramento di materiale di risulta sotto il sedime aeroportuale: il Comune dell'Aquila si è costituito parte civile chiedendo, alla stessa società, 550 mila euro per danni d'immagine e al patrimonio. "Non abbiamo fatto altro che ottemperare ad un indirizzo di giunta che in base al principio della massima trasparenza stabilisce come indirizzo quello di costituirci parte civile in tutti i processi che coinvolgono come potenziale ente danneggiato il Comune e la collettività. Ma ricordo che fino al terzo grado di giudizio l'imputato non può essere considerato colpevole", ha spiegato l'assessora Iorio. Su questo, ha ragione: oltre le responsabilità penali però, che andranno chiarite nelle sedi competenti, certo è che, sotto il sedime, materiale di risulta è stato interrato e 100 mila euro, sui 550 mila, sono stati chiesti per bonificare il terreno.

Evidentemente, non è motivo per revocare la concessione alla società cui, quel sedime pubblico, è stato affidato: anzi, che gestiscano pure i quasi 3 milioni di fondi Fas per trasformare, finalmente, lo scalo in riferimento di Protezione civile. Se i soldi ci sono ancora, ovviamente.

Ultima modifica il Giovedì, 15 Dicembre 2016 15:38

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