Quattro dottorati attivati – matematica, computer science, fisica astroparticellare e urban studies; 2500 domande di iscrizione arrivate da tutto il mondo per complessivi 120 posti (40 l’anno); 800 “applications” ricevute per 28 borse di studio di post dottorato; il diretto coinvolgimento nel percorso di ricerca che ha portato a una delle scoperte scientifiche più importanti e rivoluzionarie degli ultimi anni, quella delle onde gravitazionali. Ultimo ma non ultimo, la creazione della nuova piattaforma Open Data Ricostruzione.
Sono alcuni dei numeri e dei risultati raggiunti dal Gran Sasso Science Institute nei suoi primi tre anni di vita ricordati dal rettore Eugenio Coccia durante l’inaugurazione dell’anno accademico, la prima celebrata da quando l'istituto è diventato una scuola universitaria superiore, una delle sei presenti in Italia (le altre sono la Sissa di Triste, la Sant’anna e la Normale di Pisa, l’Imt di Lucca e lo Iuss di Pavia).
“E’ il primo anno accademico che inauguriamo come istituzione autonoma” afferma Coccia “una scuola universitaria superiore che vuole contribuire, insieme a Infn e Università, a fare di questa città una città europea della conoscenza, ovvero una città in grado di trarre una parte importante del proprio profilo economico dalla ricerca, dall'alta formazione e dall'innovazione. Questo era anche nei desiderata espressi dai cittadini quando il gruppo di esperti dell’Ocse venne qui a L’Aquila a scrutinare i progetti in grado di rilanciare l'economia del territorio. Il nostro modello è quello di città come Pisa, dove c’è un'università grande, generalista e con tante facoltà e, accanto, scuole universitaria come la Normale e la Sant’Anna, dedicate a una fascia di eccellenza, che contribuiscono ad aumentare l'attrattività della città e la sua credibilità come città della conoscenza”.
La trasformazione del Gssi in scuola universitaria superiore, avallata dall'Anvur l’estate scorsa, non era, a detta di Coccia, per niente scontata, soprattutto perché in un contesto socio-economico di austerity la nascita di una nuova università avrebbe potuto essere male accolta. “Invece" dichiara Coccia "tre anni dopo, possiamo dire che il progetto è piaciuto. Ora abbiamo iniziato a navigare in mare aperto ma abbiamo tutte le ragioni per essere ottimisti anche per il futuro”.
Si tratta, secondo Coccia e anche secondo la rettrice dell’Università dell’Aquila, Paola Inverardi, di un traguardo raggiunto al termine di un percorso non facile e a dispetto di molti scetticismi. Non erano in pochi a essere convinti che l’obiettivo non era a portata di mano o a pensare che la nascita del Gssi avrebbe nociuto all’Università dell’Aquila, poiché l'istituto si sarebbe posto su un piano di competizione e non di collaborazione. “Non esiste competizione” obietta Coccia “abbiamo missioni diverse. Noi non abbiamo facoltà ma solo dottorati che non pestano i piedi né si sovrappongono alle attività dell'Università. Piuttosto i nostri dottorati completano l'offerta formativa di questa città, aumentandone l’attrattività come città della conoscenza”.
"Il Gssi ha rappresentato, dopo il terremoto, l’idea di fare una cosa altra in un momento in cui si pensava solo a rifare" afferma la rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi "Già questo aveva un carattere di grande innovazione. Fare, per giunta, in un momento di crisi, in un momento, cioè, in cui raramente si pensa a investire in ricerca e innovazione. C’è voluto coraggio, soprattutto nel capire che questo progetto non avrebbe sottratto qualcosa a qualcun’altro che già c’era, anche se di questo ancora non ne sono convinti tutti".
"Alla base di quest’avventura" dichiara il presidente dell'Infn Fernando Ferroni "c’è stata una serie incredibile di circostanze favorevoli ma anche di energie positivie, che hanno travolto le piccole resistenze e le incomprensioni che ci sono state lungo il percorso. Quando qualcuno ti offre la possibilità di avviare un centro di riceca, devi essere convinto di quello che fai perché altrimenti rischi di fare un danno enorme. Se questo progetto fosso andata a finire male, sarebbe stato un disastro per L’Aquila e l’Abruzzo".
Durante la cerimonia di inaugurazione, alla quale ha preso parte anche l'ex ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, uno dei principali artefici del Gssi, sono stati presentati i lavori di quattro ragazzi - ciascuno afferente a un indirizzo di dottorato - che hanno appena terminato il primo ciclo di dottorato.