Venerdì, 23 Dicembre 2016 15:50

Perché l'Asilo Occupato è un luogo importante per L'Aquila

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E' terminato ieri sera Artquake L'Aquila Fest, una due giorni di cultura di strada all'Asilo Occupato dell'Aquila. L'edificio, in pieno centro storico, una volta asilo nido comunale, venne riaperto nel gennaio del 2011, da un gruppo di attivisti.

Un gesto che voleva innanzitutto dimostrare come fosse possibile recuperare e ricostruire beni pubblici in centro storico che avessero subito danni lievi dal sisma di due anni prima. Un atto politico che dura da cinque lunghi anni, durante i quali lo spazio in viale Duca degli Abruzzi ha fatto discutere politica e opinione pubblica della città. Perché? Innanzitutto perché è un luogo importante, per la sua funzione sociale e ricreativa, poi perché è incisivo anche solo per il fatto di trovarsi in un centro storico terremotato, e perché vi sono state organizzate decine di iniziative, con la partecipazione di migliaia di persone.

E poi ha fatto discutere la città anche perché la comunità aquilana prima del terremoto non aveva mai visto la nascita di spazi sociali "occupati", come l'Asilo o come CaseMatte a Collemaggio, e perché - più recentemente - sono montate polemiche riguardo un presunto spaccio di sostanze stupefacenti nella zona [leggi l'articolo]. Il destino dell'edificio, costruito in epoca fascista e classificato B, è ancora incerto, anche se sembra che il cantiere di ristrutturazione potrà partire per la prossima primavera.

Ad ogni modo, anche negli ultimi due giorni lo spazio è stato animato per il festival pre-natalizio, grazie a una bella mostra sul mondo dei writers aquilani negli anni Novanta, a laboratori di giocoleria e a due serate musicali, con gruppi rock nostrani e ieri sera con il live degli Assalti Frontali (la storia dell'hip hop italiano), oltre che di altre crew tra cui la Zona Rossa Krew, trio di rapper aquilani nati dopo il sisma anche grazie alla controcultura dei collettivi e negli spazi sociali del capoluogo abruzzese.

L'Asilo rappresenta anche per questo un baluardo contro la normalizzazione di un centro storico sempre più palcoscenico di negozi e locali notturni nuovi di zecca, e a volte indirizzati verso target d'élite della comunità aquilana. Ed è un luogo di cultura underground in una città tutt'altro che metropolitana, e in un centro dove le libere espressioni artistiche - soprattutto quelle cosiddette alternative - fanno ancora fatica a emergere.

Ieri sono stati centinaia i giovani ad aver visto per la prima volta i "vecchi" graffiti raffigurati sui muri dell'Asilo, come in tanti hanno ballato i pezzi hip hop post-sismici di Voci dal cratere. Molti di loro, nell'aprile 2009, frequentavano ancora le scuole medie, e oggi usufruiscono di uno spazio aperto, che altrimenti sarebbe rimasto preda della polvere e dell'abbandono.

E lo fanno, forse, costruendo una nuova identità personale e collettiva alternativa a quella dominante, più ruvida ma anche più autentica. In un luogo vitale.

Sketchz
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Ultima modifica il Venerdì, 23 Dicembre 2016 17:39

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