Alcuni cittadini di San Demetrio ne' Vestini (L'Aquila) hanno avviato nelle scorse settimane una campagna informativa e una raccolta firme contro la costruzione, decisa dall'amministrazione comunale, di un tempio crematorio nell'area cimiteriale [leggi gli articoli].
Il progetto, che permetterebbe la cremazione dei defunti, è stata avanzata da un gruppo di imprese del nord Italia in project financing, e recepita dalla giunta del sindaco Silvano Cappelli.
"Nutriamo rispetto per la pratica crematoria e per le iniziative imprenditoriali in sé, non siamo aprioristicamente contrari - sostengono i cittadini nel paese del Medio Aterno aquilano - riteniamo, invece e semplicemente, che una questione tanto importante avrebbe dovuto essere preceduta da una consultazione referendaria della cittadinanza, alla luce dei molti problemi ambientali e di salute che comporta".
Secondo loro, "nonostante l'iniziativa sia di notevole impatto ambientale, psicologico, sociologico e culturale, l'amministrazione comunale ha posto già in essere nella scorsa estate i primi atti amministrativi (delibere di Giunta e Consiglio, con variante al Piano regolatore generale), non solo senza una previa consultazione cittadina improntata alla democraticità, ma pubblicando il primo atto assunto solo a distanza di circa due mesi dall'adozione".
Alcuni cittadini di San Demetrio si sono quindi attivati con la raccolta di firme a sostegno di una petizione che verrà portata al vaglio dell'amministrazione. Sono circa 600 le firme che sono state raccolte ad oggi.
A questo si aggiunge l'opposizione della minoranza consiliare, la quale ha già annunciato una mozione volta all'annullamento della procedura, in occasione del prossimo consiglio comunale: "Preoccupa vedersi presentare sotto forma di falsa proposta il 'pacchetto forno crematorio' già confezionato - continua la nota del gruppo di cittadini che si oppongono al progetto - a pochi chilometri dal parco, in pieno spregio alla vocazione turistica e ambientale di un luogo caratterizzato dal Lago di Sinizzo e dalle Grotte di Stiffe e senza un preventivo studio epidemiologico e una indipendente valutazione tecnica".
D'altra parte, pur ammettendo la assoluta assenza di pericolosità ambientale del forno, i cittadini affermano come non sia possibile "negare che più di una volta in Italia si è assistito ad alterazioni dei valori delle emissioni tossiche dei forni crematori (diossine e furani), al fine di occultarne la pericolosità, come testimoniano i recenti fatti legati ai templi di Pistoia, Cervignano del Friuli e Civitavecchia".
E' stato formulato anche un logo per la campagna informativa, retto dal claim "Il forno solo per la festa del grano e del pane".