Domenica, 08 Gennaio 2017 12:01

Cantone a D'Amico: incompatibile incarico in TUA col ruolo di Rettore

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Poco meno di un anno dopo l'esposto - non si sa firmato da chi - presentato all'Autorità nazionale anticorruzione, il 4 gennaio scorso Raffaele Cantone ha notificato un atto al rettore dell'Università di Teramo, Luciano D'Amico, comunicando che l'incarico alla presidenza di Tua spa, la società unica del trasporto pubblico abruzzese, è incompatibile col ruolo universitario; sarebbe stato inconferibile sin dall'inizio, per divieto assoluto dei professori all'esercizio del commercio, dell'industria e di alcun'altra professione, sempre che non si mettano in aspettativa. Stando all'Anac, "accettare la carica di presidente di società a partecipazione pubblica è infatti contrario e pregiudizievole al perseguimento dell'interesse pubblico espresso dalla programmazione didattica e dall'attività di docenza universitaria".

Una doccia fredda per D'Amico e, così, per il governatore Luciano D'Alfonso che l'aveva fortemente voluto a capo della società dei trasporti.

Ora, il responsabile dell'anticorruzione dell'ateneo di Teramo dovrà mettersi in contatto con il Miur per sciogliere la matassa: la sanzione prevista per i casi di violazione suddette è la diffida, già grave per un cattedratico, col rischio che, venisse ignorata, si arrivi addirittura alla decadenza dal ruolo di professore. A meno che il Ministero dell'Istruzione non prenda posizione in suo favore. "Sono sereno", ha spiegato D'Amico in una intervista a 'Il Centro'. "Ho rinunciato ad ogni compenso previsto per la presidenza della Tua e non ho voluto neppure i rimborsi spese. Quindi è incontrovertibile che abbia accettato questo incarico, che mi è stato offerto dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, per mero spirito di servizio: serviva risanare l'azienda pubblica, che era in estrema difficoltà, e ho dato la mia disponibilità. Del resto come è noto insegno economia aziendale, mica chimica".

Il rettore di Uni.Te spera che il Miur voglia ascoltarlo: "Dirò esattamente le stesse cose che avrei detto a Cantone se avessi saputo che i suoi uffici stavano lavorando da mesi al mio caso: e cioè che l'azienda in questione è una società in house e in quanto tale è una diramazione dell'amministrazione regionale. E che se pure ha una veste giuridica di natura privatistica non ha scopo di lucro. E poi aggiungerò anche che non lo faccio per soldo visto che ho rinunciato ai 60 mila euro più rimborsi che mi sarebbero spettati in quanto presidente dell'azienda".

Tra l'altro, potrebbe configurarsi persino un inadempimento nei confronti dell'Amministrazione, con conseguente danno rapportabile alla retribuzione percepita. Sul caso insomma dovranno pronunciarsi il Miur, il collegio di disciplina dell'Ateneo per gli eventuali risvolti disciplinari e pure la Corte dei Conti. "Sono fiducioso: i magistrati contabili hanno già archiviato il caso appena qualche mese fa", ha ribadito D'Amico. "E poi, quanto al danno che avrei arrecato, non vorrei insistere: ho rinunciato a qualunque forma di retribuzione; sono convinto dunque che il ministero non mi manderà alcuna diffida. E anche che il parere dell'Anac sarebbe stato diverso se le questioni fossero state prospettate in un maniera corretta. Quel che mi colpisce, semmai", conclude D’Amico, "è l'animosità nei miei confronti di chi si è fatto carico di questa segnalazione a Cantone. Non temo questi accertamenti che spero si possano compiere al più presto: massima trasparenza, non ho proprio nulla da nascondere".

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