Come da "tradizione" le due autostrade che attraversano l'Abruzzo, gestite da Strada dei Parchi del gruppo Toto, hanno subito rincari lo scorso 1 gennaio.
La notizia ha generato quest'anno meno rumore del solito, probabilmente perché ormai ci si è abituati a vedere prezzi maggiorati ai caselli ad ogni inizio anno, nonostante gli analisti e i telegiornali parlino della discesa generale dei prezzi come conseguenza della deflazione.
E' così che la A24 nel tratto L'Aquila Ovest-Teramo sia arrivata a costare tondi sei euro. Una tratta certamente complessa, a causa dei tanti viadotti e del traforo del Gran Sasso, ma comunque piuttosto breve: neanche 60 chilometri.
Non sono pochi i disagi dei quali si sono lamentati automobilisti e pendolari che negli ultimi anni hanno attraversato le autostrade in Abruzzo. Ma quello che si prospettava venerdì scorso sulla A24, in direzione Teramo, all'uscita del traforo del Gran Sasso, ha davvero dell'incredibile: diverse grosse buche, probabilmente causate dal ghiaccio e dalle basse temperature, hanno preso vita sulla corsia di destra. Ne abbiamo contate almeno sette.
Il tutto su un'autostrada, all'uscita di una lunga galleria, e su un tratto in forte discesa. Nella fattispecie, quando l'abbiamo percorsa, abbiamo potuto attutire le buche (inevitabili e inaspettate) andando a velocità moderate, a causa del forte vento che spirava di mattina.
Ma cosa succederebbe se un mezzo pesante o un'automobile uscissero dalla galleria ai novanta orari? E' possibile che uno dei tratti posti più in altitudine del Paese, su una delle autostrade più care d'Italia, all'uscita di uno dei trafori più lunghi d'Europa, versi in queste condizioni?
Non è una questione di lana caprina, né un semplice disservizio. E' un fatto grave che mostra le condizioni difficili in cui continua a vivere uno Stato in forte crisi, non solo economica. Con conseguenze sempre più evidenti per i servizi alle comunità.