L'Abruzzo ha pochi ospedali e reparti di eccellenza, pochi centri in cui la qualità dell'assistenza è superiore alla media nazionale. Al contrario, dopo la Campania, la nostra è la Regione con la più alta percentuale di strutture che non raggiungono la sufficienza.
E' il quadro che viene fuori dall'indagine Agenas - l'agenzia nazionale per i servizi sanitari delle Regioni - sugli esiti dell'attività sanitaria italiana nel 2012. Un identikit completo e accurato delle condizioni di salute degli ospedali italiani.
Il rapporto mette a confronto ogni anno - questa è la quarta edizione - i risultati ottenuti in base a 47 indicatori comuni a tutti gli ospedali, che vanno dalla mortalità a 30 giorni per ictus a quella per infarto, dalla proporzione dei parti con taglio cesareo alle complicanze a 30 giorni per colecistectomia
Sulla base di questi indicatori, l'Agenas ha svolto un lavoro di classificazione tenendo conto sia delle performance dei singoli ospedali sia di quelle delle Regioni nel loro complesso.
Dalle classifiche stilate emerge un dato già noto e cioè che i migliori dieci ospedali italiani si trovano tutti nel centro nord. Addirittura, 6 di essi sono in Lombardia, con il San Raffaele che, nonostante gli scandali finanziari, si colloca al primo posto assoluto, seguito dall'ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria e dal Manzoni di Lecco.
Il peggiore ospedale d'Italia, secondo l'agenzia, è invece il Federico II di Napoli, seguito dal G. Martino di Messina e da un altro nosocomio partenopeo, quello dei Colli P. Monaldi. Quarto, in questa “lista nera”, il S. Filippo Neri di Roma.
A livello macroterritoriale, ossia per ciò che concerne le Regioni, quella in cui c'è la più alta percentuale di strutture che si collocano sopra la media nazionale è la Toscana, con il 23,32%, seguita dalla Valle d'Aosta (22,22%) e dalle province autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 22,02% e 21,15%).
L'Abruzzo ha il 66,39% di ospedali nella media ma, per quanto riguarda quelli che la superano, è solo quint'ultimo, con il 10,47% di strutture che si elevano sopra questa linea di galleggiamento.
Le brutte notizie, però, arrivano soprattutto nel momento in cui l'Agenas esamina il numero di strutture situate al di sotto della media nazionale. Con il 23,14% l'Abruzzo è infatti la seconda peggiore Regione italiana, dopo la Campania, ultima con il 24,5%.
Dati che spiegano come mai che la nostra sia una delle Regioni italiane con la più alta mobilità passiva, vale a dire con il più alto numero di persone che decidono di andare a curarsi altrove.