Venerdì, 03 Febbraio 2017 09:23

Scuole, Cialente a ragazzi e docenti: "Tornate in classe, gli edifici sono sicuri". E svela: "Campus scolastico alla Caserma Rossi"

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Sventola un foglio, Cialente.

E' un decreto dell'aprile 2015, firmato dall'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. "Considerato che l'obiettivo della messa in sicurezza sismica degli edifici scolastici costituisce elemento di interesse prioritario nell'ambito dell'azione pubblica diretta alla riduzione del rischio sismico e che per assicurare il conseguimento di tale obiettivo lo Stato ha reso disponibili nel tempo diverse linee di finanziamento, di natura sia ordinaria che straordinaria - si legge nel decreto - è necessario conseguire un più elevato livello di omogeneizzazione di approcci metodologici e procedurali nel quadro degli interventi già realizzati, in corso o ancora da realizzare, attraverso la definizione di un modello unitario di riferimento".

Sventola il decreto, il sindaco dell'Aquila, e ribadisce: "Lo vado dicendo da giorni: non c'è un modello unico di riferimento per le verifiche di vulnerabilità sismica, un protocollo che renda univoci gli esiti delle verifiche, oggettivi, senza lasciare spazio ad interpretazioni soggettive dei verificatori". Ed in effetti, "il quadro degli interventi volti alla riduzione del rischio sismico nel settore dell'edilizia scolastica - leggiamo ancora dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - appare estremamente composito ed articolato, e risente fortemente dei diversi contesti procedurali ed istituzionali d'origine; ne è derivata una dispersione delle conoscenze che non ha consentito di far progressivamente tesoro delle esperienze realizzate per affinare criteri, metodi e parametri di intervento in vista delle successive iniziative".

Per questo, Renzi aveva decretato di individuare un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico, incaricando il Centro studi di geomorfologia per l’area del Mediterraneo di stabilire criteri certi e standardizzati per la valutazione della vulnerabilità. "Vorrei sapere che ne è stato del decreto", si domanda Cialente; "chiederò alla senatrice Stefania Pezzopane di presentare un'interrogazione parlamentare per fare chiarezza".

E' per questo che il Comune dell'Aquila è inadempiente rispetto alla normativa che imponeva le verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici pubblici strategici di sua proprietà, entro e non oltre il 31 marzo 2013; almeno, è così che il primo cittadino giustifica il mancato rispetto della Opcm 3274. "Sarebbe stato inutile spendere soldi per verifiche che non avrebbero detto una parola di certezza sullo stato di vulnerabilità degli edifici. Ora, chiedo prove di vulnerabilità vere, che possano determinare lo stato di sicurezza degli edifici e, in caso di criticità, un protocollo da cui emerga con chiarezza quale dovrà essere l'indice minimo oltre il quale un edificio scolastico potrà definisrsi sicuro".

Cialente, tuttavia, non si nasconde e assume la responsabilità di tranquillizzare ragazzi, genitori e personale docente: "le scuole sono sicure", ribadisce; "a seguito del terremoto, il Provveditorato alle Opere pubbliche - non il Comune o la Provincia - coadiuvato dai tecnici ReLuis, è intervenenuto con lavori di miglioramento sismico degli edifici: soltanto sul 'Cotugno', sono state eseguite opere per oltre 3 milioni. In questo momento, in centro Italia, non credo ci siano scuole più sicure delle nostre, esclusi gli edifici costruiti dopo il 2008, con le Nuove tecniche di Costruzione".

La logica che ha mosso gli interventi, la scelta di procedere coi miglioramenti e non con l'adeguamento delle strutture, l'abbiamo spiegata nei giorni scorsi: se un edificio ha resistito al sisma del 2009, si è detto, è ragionevole presumere che resista ad altro sisma capace di produrre accelerazioni pari o minori, tanto più a seguito degli interventi di rafforzamento; hanno dimostrato - attraverso un collaudo naturale - di saper resistere a sollecitazioni provocate da un sisma di magnitudo 6.3 senza riportate danni strutturali. "Ed è valso lo stesso per la ricostruzione privata", ha aggiunto Cialente.

Non c'è nulla da temere, dunque. "Invito gli studenti a tornare a scuola: oltre a dirvi che gli edifici sono sicuri, oltre a mostrare i certificati d'agibilità, davvero non so cos'altro fare; purtroppo, non è oggettivamente possibile pensare a doppi turni nei Musp, non abbiamo posti a sufficienza per tutti. E c'è il rischio, concreto, che i nostri ragazzi perdano l'anno, seppure il ministero dell'Istruzione abbia assicurato che verrà abbassato il numero di giorni utili per il completamento dell'anno scolastico, da 200 a 150".

Quindi, Cialente svela che è stato chiuso l'accordo col Ministero della Difesa per la Caserma Rossi. "Procederemo con le verifiche e, successivamente, avurta una parola chiara sull'indice minimo oltre il quale un edificio scolastico potrà definisrsi sicuro, per gli edifici che staranno sotto la soglia decideremo se mettere in opera dei lavori di adeguamento o se demolirli e ricostruirli ex novo alla 'Rossi': una volta che avremo valutato, caso per caso, realizzeremo un grande masterplan, per portare lì anche il Convitto nazionale, il Conservatorio, che sarà moderno e funzionale, i laboratori, in attesa di conoscere le volontà dell'Azienda universitaria per il Diritto allo Studio, che potrebbe realizzare alla vecchia caserma anche la Casa dello Studente. Ogni edificio, potrebbe essere disegnato da un architetto diverso, e immagino un grande prato, al centro, dove i ragazzi potranno trascorrere il tempo libero".

Ultima modifica il Venerdì, 03 Febbraio 2017 23:26

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