"Apprendo con grande soddisfazione che il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sul terremoto e l'emergenza maltempo [leggi qui], recependo la quasi totalità delle nostre richieste".
Ha inteso sottolinearlo il presidente della giunta regionale Luciano D'Alfonso. "Tra le misure inserite nel provvedimento - ha spiegato - vi sono la semplificazione procedurale della ricostruzione, in particolare per quello che riguarda le scuole; il sostegno alle persone fisiche e agli oneri di vita delle imprese, compresi quelli fiscali; 35 milioni di aiuti diretti per il mancato reddito delle imprese di allevamento, da erogare entro febbraio; l’estensione del fondo di solidarietà alle colture assicurabili (oltre a quelle assicurate), agevolazioni per l’accesso al credito per i giovani agricoltori e ulteriori semplificazioni per accelerare l’acquisto delle stalle mobili e dei moduli abitativi da parte delle Regioni. E’ prevista anche la microzonazione sismica di terzo livello in tutti i Comuni del Cratere, per ricostruire con trasparenza e qualità".
Il premier Gentiloni ha assicurato che ci saranno a breve altre misure rivolte alla sopravvivenza delle attività produttive. "Importantissima per l’Abruzzo anche la proroga per i tribunali minori di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona fino al settembre 2020. È stato fondamentale il gioco di squadra - ha aggiunto il governatore - e oltre al Governo, che ha ben compreso le nostre esigenze, ringrazio in particolare il Presidente Mattarella, il premier Gentiloni, il Sottosegretario Boschi, il commissario Errani e tutti coloro che hanno contribuito a questo preziosissimo risultato".
Se D'Alfonso 'festeggia' però, i consiglieri regionali di centrodestra Mauro Di Dalmazio, Paolo Gatti, e il presidente emerito Gianni Chiodi, sottolineano come il testo del decreto, "se fosse realmente quello che abbiamo avuto modo di leggere", sarebbe semplicemente "imbarazzante ed oltraggioso rispetto alle sofferenze e ai danni morali e materiali subiti da decine di migliaia di abruzzesi ed in particolare dalla comunità teramana".
"Sembra sparita la zona franca - aggiungono - la sospensione temporanea delle tasse resta ferma a quanto già previsto prima del 17 gennaio, il cratere è rimasto inalterato tenendo fuori realtà come Isola del Gran Sasso, Colledara, Castel Castagna e tanti altri Comuni gravemente colpiti".
Di risarcimenti per danni diretti e indiretti, fatta eccezione per generici ed insufficienti riferimenti al settore agricolo e zootecnico, non c’è traccia. "In buona sostanza, secondo il Governo, dopo la mera dichiarazione dello stato di emergenza, il nulla, come se in Abruzzo e nel teramano non fosse accaduto niente di straordinario. A fronte di questa risposta desolante da parte dello Stato - hanno sottolineato Chiodi, Di Dalmazio e Gatti - non si comprende affatto la soddisfazione espressa dal Governo regionale giacché, se questo quadro fosse confermato, si tratterebbe di una sconfitta grave per l’Abruzzo intero e di una patente di irrilevanza politica senza precedenti per chi lo governa".
"Vogliamo sperare ancora che il contenuto ufficiale del decreto sia radicalmente diverso; in caso contrario, occorrerà una mobilitazione eclatante di tutte le componenti della comunità per la quale dovrà esserci il sostegno di un Governo regionale consapevole della realtà e quindi in prima linea nella battaglia con il Governo nazionale insieme ai parlamentari e ai rappresentanti regionali e locali dei cittadini".
La posta in gioco non è la solita battaglia di prevalenza politica, "ma la sopravvivenza ed il futuro di intere comunità. Non c’è alcuno spazio per logiche politiche di appartenenza ma solo per una battaglia comune all’insegna della verità e a tutela dei cittadini abruzzesi e teramani".