Sabato, 04 Febbraio 2017 17:08

Castel del Monte, vietate tutte le attività alpinistiche. Insorgono gli imprenditori

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Niente attività alpinistiche su Monte Camicia e Monte Siella; chiusura totale della stazione di Prati di Tivo; strada da Castel del Monte a Fonte Vetica sbarrata e impraticabile a causa della neve.

Non ci sono solo le scosse di terremoto a tenere lontani sciatori e turisti dalle montagne abruzzesi.

Ad aggravare una situazione che albergatori e imprenditori definiscono ormai ai limiti dell’insostenibile (in alcune località, per effetto del nuovo sciame sismico, c’è stato un crollo delle prenotazioni dell’80%), ci si sono messe anche alcune ordinanze firmate da sindaci e prefetti e vecchie, assurde inefficienze della burocrazia.

E’ un assurdo scaricabarile tra enti pubblici, infatti, quello a causa del quale la strada che collega Castel del Monte a Fonte Vetica risulta di nuovo chiusa per via della neve che nessuno ha ancora provveduto a togliere. La foto che vedete qui sopra è stata scattata ieri: malgrado non nevichi più da giorni, nessuno spazzaneve è ancora passato per aprire la strada alle automobili. Risultato: raggiungere la piana di Campo Imperatore, paradiso di molti fondisti, da Castel del Monte è impossibile. E dire che a inizio dicembre lo stesso comune di Castel del Monte, insieme al comune dell’Aquila, aveva firmato una convenzione con la Provincia per prendere in carico la gestione della strada (la regionale 17 bis) durante i mesi invernali. A quanto pare, però, l’accordo non è ancora entrato in vigore. A ciò si aggiunga il fatto che non ci sono mezzi sufficienti o adeguatemente funzionanti, tra turbine e spazzaneve, a garantire la pulizia di tutte le strade, non solo quelle interne ai paesi.

Ma a scatenare l’ira degli albergatori, dei ristoratori e dei titolari delle attività commerciali della zona è stato soprattutto il pacchetto di ordinanze con cui i sindaci di Arsita, Castel del Monte, Farindola e Petracamela, su sollecitazione dei prefetti e della Protezione civile, hanno chiuso gli impianti e vietato lo svolgimento di una serie di attività. Tutto qusto proprio nel week end in cui è stato finalmente dato il via libera alla riapertura degli impianti di Campo Imperatore.

La stazione sciistica di Prati di Tivo è stata chiusa dal comune di Pietracamela a causa del rischio valanghe. Per lo stesso motivo, il sindaco di Castel del Monte, Luciano Mucciante, ha emesso un’ordinanza che vieta qualsiasi attività alpinistica sul Monte Camicia e sul Monte Siella-Vado di Sole.

Tutti provvedimenti presi in seguito a una riunione svoltasi qualche giorno fa con i prefetti di L’Aquila e Pescara.

Le ordinanze sono state in qualche modo “imposte” dalla Protezione civile e giustificate da motivi di pubblica sicurezza dopo la tragedia dell’hotel Rigopiano, in seguito alla quale l’allerta sul pericolo valanghe era stata alzata a livello 4.

Ma, osservano sia gli albergatori che molte guide alpine, nel frattempo sono passati 15 giorni e la situazione è completamente cambiata: il bel tempo ha fatto abbassare le temperature notturne e questo, a sua volta, ha compattato la neve, rendendola più sicura. Inoltre, dicono sempre coloro che la montagna la vivono tutti i giorni, tutto l’anno, è insensato estendere indiscriminatamente, con ordinanze valide a tempo indeterminato, lo stesso livello di allerta in tutto il territorio, senza fare distinzione tra zona e zona. Senza contare che, per quanto riguarda ad esempio Monte Camicia e Monte Siella, i rilievi sul pericolo valanghe sono stati fatti a Castel del Monte paese, cioè a chilometri di distanza.

Gli imprenditori sono sul piede di guerra: “Così chiudiamo. Capiamo che dopo la tragedia del Rigopiano c’è prepccupazione ma non si può tenere conto che le condizioni meteo, in queste due settimane, sono mutate. Inoltre un conto è il versante Nord del Gran Sasso, anche se la neve in quota non è poi così tanta e le valanghe, ahinoi, sono già scese, un conto è  la situazione sui pendii a Sud. Già abbiamo ricevuto decine di disdette a causa del terremoto, anche se qui non è successo niente. Con queste ordinanze abbiamo dovuto mettere in stand by le poche prenotazioni rimaste. Non sappiamo cosa rispondere ai turisti, anche stranieri, che ci contattano, è difficile spiegare loro che c’è la neve ma non si può sciare”.

“E’ facile criticare, tanto poi a pagare, in caso di disgrazie, siamo sempre noi” si difendono i sindaci, che chiamano in causa i prefetti: “Mi dispiace che vengano commentati atti dovuti a tutela dell'incolumità pubblica e della sicurezza delle persone e dei luoghi” afferma Luciano Mucciante “Quando non ci sono responsabilità ci si può divertire a offendere e criticare, poi quando succedono le disgrazie la responsabilità non è la vostra ma del sindaco di turno. L'ordinanza se la leggete bene è stata emessa a seguito di comunicazione della Prefettura di Pescara, tramite la Prefettura di L'Aquila, nel verbale, redatto dalla commissione valanghe istituita per la tragedia di Rigopiano, si invitano i sindaci di Arsita, Castel del Monte e Farindola a vietare, nei propri territori ,la possibilità di qualsiasi attività alpinistica".

Ultima modifica il Sabato, 04 Febbraio 2017 17:26

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