Sabato, 11 Febbraio 2017 19:20

Discarica di Bussi, Forum H20: "Basta veleni, subito la bonifica"

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Bussi, basta veleni!

Dopo la diossina lungo il fiume Pescara, ecco la nuova devastante "novità" quotidiana, con le decine di sostanze tossiche e cancerogene oltre i limiti di legge nelle acque al di sotto le discariche 2A e 2B lungo il Tirino a monte dello stabilimento industriale; il Forum H2O ha avuto accesso ai monitoraggi che l'ARTA assicura per i piezometri per il controllo delle acque di falda: le analisi sono dell'ottobre 2016 e, purtroppo, provano che l'acqua di falda è fortemente contaminata.

Ci sono 20 parametri oltre i limiti di legge.

    I valori sono elevatissimi. Giusto per dare due esempi, l'esacloroetano ha valori 584 i limiti di legge. L'1,1,2,2 tetracloroetano è a 1.740 volte i limiti. Diversi superamenti sono stati riscontrati anche nel punto di campionamento più vicino al fiume Tirino. Per non dire della discarica Tremonti e delle aree limitrofe lungo le sponde del fiume Pescara che presentano dati sconfortanti di inquinamento.

    I veleni del Bussi possono quindi uscire dal sito e continuare il loro viaggio verso valle, l'area densamente popolata della Valpescara dove abitano mezzo milione di persone. Il Forum H2O sta eseguendo vari accessi agli atti presso gli enti coinvolti nel procedimento di bonifica, che, ricordano, è stato attivato nel lontano 2004. Poi nel 2007 sono arrivati i sequestri delle discariche, prima Tremonti, lungo il fiume Pescara, e poi 2A e 2B, lungo il fiume Tirino, tra stabilimento e paese. Infine la perimetrazione del sito nazionale di bonifica decretata nel 2008.

    Il Piano di caratterizzazione della discarica Tremonti, dai documenti ufficiali ed inequivocabili, risulta approvato il 17 dicembre 2015 con decreto Commissariale dall'allora Commissario Adriano Goio, ora deceduto. Praticamente questo documento fondamentale, per la cui esecuzione è stato speso un milione di euro coinvolgendo l'Università di Tor Vergata, il Prof. Gargini e l'ARTA, non solo esiste da più di un anno ma è stato approvato con tanto di Decreto da parte di un Commissario di Governo.

    "Quest'ultimo atto pareva scomparso dai radar degli altri enti coinvolti, tanto che nell'ultima conferenza dei servizi del 30 novembre 2016 al Ministero dell'Ambiente si era addirittura paventata la possibilità di azzerare tutte le conoscenze sulla Tremonti per rimettere le procedure di analisi in mano a Edison", sottolineano gli attivisti del Forum. "La cosa non ci quadrava e subito ci siamo attivati per contestare l'ipotesi 'tabula rasa'. A fine dicembre la Regione Abruzzo, con una nota a firma del Direttore generale Cristina Gerardis, dopo aver riunito ARTA e tecnici regionali, non solo ha sottolineato al Ministero l'esistenza del decreto di approvazione del Piano di caratterizzazione ma ha chiarito, come avevamo detto da subito leggi alla mano, che non vi era alcun problema di validazione dei dati che qualcuno, in maniera del tutto infondata e improvvida, aveva voluto richiamare".

    Referti analitici che il commissario aveva comunque inviato al Ministero già nel 2014. "Il documento, con analisi svolte nel 2013-2014, contiene dati sconvolgenti sulla contaminazione con decine di sostanze oltre i limiti di legge e con presenza diffusa di diossina e altre sostanze tossiche e cancerogene, sia dentro la Tremonti che nelle aree limitrofe, addirittura sulla sponda del fiume Pescara", la denuncia del Forum H20. "Nei 56 campioni analizzati dall'Arta alla Tremonti e nelle aree limitrofe, la diossina presenta valori anche oltre 200 volte i limiti di legge (in uno dei punti esterni alla Tremonti). Come abbiamo già indicato - aggiungono gli ambientalisti - l'ordine di grandezza della contaminazione, tenendo anche conto della limitata estensione del sito, è quella di Seveso, con diversi microgrammi/chilo di media. Anche solo prendendo i 154.500 metri cubi di rifiuti interrati, tenendo conto di quel dato, si può stimare una quantità complessiva di diossina di oltre un chilo, quando i limiti di legge sono 0,01 microgrammi per chilo di terreno. Facciamo notare che un microgrammo equivale a un miliardesimo di chilo".

    Il Forum abruzzese ricorda, altresì, che la diossina è una sostanza cancerogena persistente nel tempo. "La fonte della diossina presente nei rifiuti è sicuramente connessa con i cicli industriali che li hanno prodotti. Invece quelli presenti sul suolo potrebbero aver avuto origine dall'inceneritore per rifiuti industriali che fu attivato a Bussi a fine anni '80. Ricordiamo che anche nel sito industriale Solvay nel 2011 avevamo trovato numerosi superamenti nel top-soil (i primi 10 cm di terreno; la diossina può depositarsi per ricaduta da camini a seguito della formazione in processi di combustione). Nella discarica Tremonti sono stati rilevati oltre alla diossina altre 57 sostanze oltre i limiti di legge nei terreni misti a rifiuti".

    Purtroppo anche il terreno sotto al corpo dei rifiuti presenta numerosi superamenti dei limiti di legge per cancerogeni e tossici (tricloroetilene, cloruro di vinile e altre 14 sostanze), addirittura almeno fino a 20 metri di profondità (oltre non si sa), con valori di Tetracloroetilene 1.088 volte i limiti. "Il confronto dei dati del 2014 con quelli del 2007 sulle acque sotterranee fa emergere un peggioramento netto della situazione. Il cloruro di vinile, un cancerogeno certo per l'uomo, è passato da 136 volte i limiti di legge a 2.080. Il tricloroetilene passa da 678 volte a 8.533 volte. Il tetracloroetilene da 2.548 a a 8.533 volte. L'1,1 dicloroetilene addirittura da 29.800 volte i limiti a 140.000! La contaminazione delle acque è almeno a 80 metri di profondità".

    Il Forum H2O ritiene inaccettabile che a 13 anni dall'avvio delle procedure, a 10 anni dai sequestri, a 9 anni dalla perimetrazione del sito inquinato vi siano ancora tentativi di fare 'tabula rasa' delle informazioni già disponibili sulla Tremonti "che non hanno, quindi, ragion d'essere e vanno respinti al mittente. La Tremonti pare un groviera di sondaggi, piezometri, scavi per analisi. Basta con l'accanimento analitico, ora serve solo la bonifica, per tutte le discariche e anche per il sito industriale che risulta anch'esso pesantemente contaminato".

    Altre analisi vanno invece estese nei siti esterni finora non indagati per verificare l'esatta estensione della contaminazione di diossina per ricaduta e di altri inquinanti. "La Valpescara non può continuare a subire quest'onta. La salute dei cittadini, la qualità dell'ambiente devono essere tutelati. Ci aspettiamo giustizia nel processo penale e pretendiamo l'avvio immediato dei lavori di bonifica. Basta veleni!".

    Ultima modifica il Domenica, 12 Febbraio 2017 23:23

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