Si amplia il fronte contrario al progetto della variante di collegamento tra la strada statale 80 e la strada statale 17 che l’Anas vorrebbe costruire all’Aquila a ridosso dell’ospedale San Salvatore.
Dopo la dura presa di posizione della Stazione Ornitologica Abruzzese, anche Italia Nostra, Archeoclub e Pro Natura si sono schierate per il no. Le tre associazioni hanno depositato in Regione le proprie osservazioni in vista della valutazione di impatto ambientale chiedendo la bocciatura del progetto.
Quest’ultimo, come detto, prevede la costruzione di una bretella di raccordo tra s.s. 80 e s.s.17 il cui tracciato andrebbe a tagliare in due l’oasi verde del Vetoio passando a una manciata di metri dal nosocomio aquilano. L’opera prevede la realizzazione di terrapieni, sotto e sovrappassi e rotatorie. Un “groviglio di percorsi”, scrivono le associazioni, che andrà ad aggiungere ulteriore congestionamento a una zona già soffocata dal traffico e avrà, dal punto di vista ambientale, un impatto molto pesante.
Le criticità maggiori individuate dagli ambientalisti sono tre: “l’interferenza con la struttura sanitaria; la frammentazione di un’area ad alta valenza naturalistica; il rischio, nello scavo, di imbattersi in aree archeologiche”.
Riguardo la prima, si legge nel dossier, “la strada in progetto fronteggia l’ospedale regionale e passerà a non più di una decina di metri da esso. La fase di cantiere con i rumori e le polveri ed ancora di più in fase di esercizio, con il traffico proprio aggiunto a quello dei fruitori della struttura, creerà inquinamento acustico e atmosferico”, in barba alla normativa nazionale che invece protegge strutture come ospedali, cliniche e case di cura da varie forme di inquinamento acustico.
A pochi passi dall’ospedale c’è il laghetto del Vetoio, contornato da un’area umida, dotata di una grande varietà faunistica (soprattutto uccelli: ne sono state censite più di 180 specie, alcune anche a rischio estinzione), che è l’unico polmone verde presente in un’area altrimenti totalmente urbanizzata. Osservano le associazioni che la strada, “per le sue dimensioni in larghezza e lunghezza, rappresenta un elemento di cesura e separazione ed elimina qualsiasi collegamento tra la zona umida del fiume Aterno ed il lago e fiume Vetoio. Praticamente occlude il corridoio ecologico e questo è un danno rilevante per la fauna e la flora. Viene danneggiato anche il paesaggio agrario costruito fatto di prati e sistemi di filari di alto fusto e cespuglieti”.
Ultimo ma non ultimo, la variante andrà ad attraversare una zona ricca di reperti archeologici, come dimostrano i cippi e il sepolcro romano - il cosiddetto “tempietto di Feronia”, un mausoleo imperiale con copertura a volta, ben conservato - trovati proprio a ridosso della rotonda sulla s.s. 17.
Oltre alle questioni di merito, aggiungono le associazioni, ce ne sono altre di metodo.
La nuova variante fa parte di un gruppo di interventi infrastrutturali, tra cui c’è anche il lotto C della Variante Sud Bazzano-S. Gregorio, che l’Anas sta progettando nella media valle dell’Aterno per migliorare i collegamenti con Rieti e Amatrice. “Tutti questi progetti” scrivono le associazioni nelle loro osservazioni “hanno ricevuto in anni recenti ferme opposizioni e anche un’interrogazione parlamentare, a dimostrazione che interventi calati a forza e senza partecipazione dei cittadini generano solo perplessità e malcontento”.
“Logica voleva e vorrebbe" obiettano ancora le associazioni "che, trattandosi di opere strettamente connesse tra di loro, che vi fosse la stesura di un progetto generale da parte dell’Anas, coordinato con le proposte di altri enti, per capire e ragionare sugli impatti complessivi. Purtroppo l’Anas seguita a progettare per “piccoli” lotti e non ha voluto tener conto di quanto espresso con forza da varie associazioni e comitati di cittadini”.