"Come faccio ad assicurare che i lavoratori del call center Inps dell'Aquila non perderanno il posto? Vogliamo aiutarli, ma ci sono delle leggi, ci sarà una procedura di gara".
Così il presidente Inps Tito Boeri, 'inseguito' dal giornalista Danilo Lupo della trasmissione televisiva La Gabbia di La7 che sta seguendo la vicenda del contact center Inps-Inail-Equitalia che, in città, occupa 560 persone, il 25% disabili, gestito da Transcom e in subappalto dall'azienda Lavorabile, in proroga fino a giugno.
"Boeri non è stato molto 'brillante' con il giornalista de La Gabbia ed è apparso inutilmente sulla difensiva", sottolinea l'Associazione Lavori@amo per L'Aquila che si sta battendo a tutela dei lavoratori.
"Il giornalista gli ha semplicemente chiesto ciò che chiediamo noi da mesi e non ci si può limitare a ripetere: 'Ma c’è la gara!'. Lo sappiamo bene, ma è lui quello che dovrebbe perlomeno spiegare 'come' l’INPS intenda scrivere il Bando e come, appunto, il Bando inserirà norme di garanzia occupazionali prescritte dalla Legge sulla clausola sociale. Se il Presidente dell’INPS non sa cosa stanno facendo i suoi dirigenti, se lo faccia spiegare rapidamente. Il giornalista chiedeva semplicemente quale sorte sarebbe toccata ai lavoratori dell’Aquila, non quale azienda avrebbe vinto la gara, come affermato con fastidio da Boeri".
"Nemmeno a noi interessa sapere chi vincerà la gara - ribadisce l'Associazione - ma esigiamo di sapere come si intende garantire la legge sulla clausola sociale. Si può e si deve spiegarlo. Ci sono molti validi motivi per esigerlo, e soprattutto il fatto che l’INPS non è un’azienda privata ma un Ente pubblico. Insomma, Boeri poteva esprimersi molto meglio: vogliamo pensare che sia stato preso alla sprovvista (questi giornalisti d’assalto!...) preso com’è da tanti impegni che gli rendono difficile concentrarsi sulle sorti di oltre 2.000 lavoratori. Dobbiamo dargli una mano ricordandoglielo spesso".
E' stato ampiamente spiegato perché un Bando che non assicura la continuità occupazionale degli attuali addetti è semplicemente illegittimo, oltre che causa di sperpero di soldi pubblici, oltre a mettere a rischio la qualità del servizio pubblico. "Stiamo chiedendo semplicemente il rispetto della legge. Vogliamo basarci sui fatti e sugli atti amministrativi, pertanto continueremo a tempestare l’INPS e le Istituzioni locali affinchè lo tempestino soprattutto loro. L’INPS e i suoi dirigenti competenti devono esprimersi".
Non si illudano neanche di mettere le Istituzioni ed i lavoratori davanti al fatto compiuto: "un Bando scorretto provocherebbe una mobilitazine ancora più elevata, oltre che ricorsi legali ad ogni livello. Noi però continuiamo a voler essere ottimisti. A 'volerlo' essere, non semplicemente ad esserlo".
Pezzopane: "Governo vigili sul bando di gara"
"Rivolgo un appello al Governo affinché vigili, nel rispetto dell'autonomia dell'ente, sul bando di gara per il call center dell'Inps, che deve essere conforme alle normative sulla clausola sociale e sull'esclusione dal massimo ribasso delle spese per il personale, introdotte con il Codice degli appalti e con la legge di bilancio 2017. Non è possibile che sia proprio l'Inps a fare macelleria sociale sulla pelle dei lavoratori. Tutta questa vicenda del rinnovo del bando per il call center dell'Inps, che tanto clamore ha suscitato in Abruzzo per le dichiarazioni al programma 'La Gabbia' di Boeri, deve essere ricondotta alla razionalità, al rispetto istituzionale, alla solidarietà sociale e ovviamente al rispetto della normativa vigente in materia".
Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. "E' ovvio che la commessa per il call center dell'Inps - prosegue Pezzopane - deve essere messa a bando. Non importa quale azienda vincerà, ma esistono norme precise per la tutela dei lavoratori, che a L'Aquila hanno in gran parte contratto a tempo indeterminato. La 'clausola sociale' serve proprio ad evitare la precarizzazione continua degli operatori dei call center e a salvaguardare il know how, che nel caso dell'Inps è importante per l'efficienza di molti servizi agli utenti. Escludere il massimo ribasso per le spese di personale significa evitare il trasferimento all'estero dei call center e tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. E vanno garantiti sia i lavoratori in appalto che in subappalto. Aggiungo che non è conveniente per nessuno sostituire operatori già formati, con contratto a tempo indeterminato, con precari, anche perché a quel punto bisogna investire anche sugli ammortizzatori sociali, altri costi oltre ai prevedibili e gravissimi costi sociali. Credo che l'Inps, che è un ente autonomo vigilato dal ministero del Lavoro - conclude Pezzopane - abbia tutto l'interesse a tutelare i lavoratori, a prescindere dall'azienda che vincerà il bando".