Mercoledì, 08 Marzo 2017 15:42

Pescara: 'Consulta clinica dei primari' chiede 2 Ospedali regionali di secondo livello, e che uno sia in riva all'Adriatico

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"Due veri ospedali regionali di secondo livello", dotati cioè di tutte le discipline comprese le alte specialità, in base a quanto prescrive il 'Decreto Lorenzin'.

La Regione Abruzzo aveva deciso di localizzare le funzioni ospedaliere di secondo livello negli Ospedali di Pescara e Chieti per l’Abruzzo sud, L’Aquila e Teramo per l’Abruzzo nord; "ora però, dato che siamo fuori dal commissariamento, deve portarci a due veri nosocomi e non lasciarci con quattro mezzi sspedali: il decreto prevede singoli presidi ospedalieri di secondo livello e non vari ospedali che si dividono le alte specialità".

Sono le richieste della Consulta clinica dei primari, nata a Pescara di recente e che vorrebbe, tra l'altro, che uno dei due ospedali di secondo livello fosse localizzato proprio nel capoluogo adriatico. "Per la qualifica di secondo livello, il decreto prevede requisiti di base, ed uno è il numero minimo di accessi annui di 70.000; Pescara ne ha 96.000, Chieti con 65.000 non ha questo requisito". Non solo; "L’articolo 6 del decreto prevede la sicurezza antisismica e come noto all’Ospedale di Chieti dovranno essere sgombrati alcuni padiglioni per inadeguatezza dei materiali usati. Anche questo elementare e diremmo vitale requisito non c’è". Inoltre, "per il 2° livello a Pescara manca soltanto la cardiochirurgia, a Chieti la neurochirurgia, la chirurgia toracica, la chirurgia plastica, la chirurgia maxillo facciale, ma ha la cardiochirurgia.

La nota della Consulta

"Il decreto Lorenzin, in applicazione della legge Balduzzi, prescrive per gli Ospedali di 2° livello, quelli cioè dotati di tutte le discipline comprese le alte specialità, un bacino di utenza di 0,6/1,2 milioni di abitanti.

In Abruzzo, 1.33 milioni, ce ne dovrebbero essere 2 per offrire ai cittadini le massime garanzie della medicina di oggi.

La Regione Abruzzo aveva deciso di localizzare le funzioni ospedaliere di 2° livello negli Ospedali di Pescara e Chieti per l’Abruzzo sud e negli Ospedali di L’Aquila e Teramo per l’Abruzzo nord; ora però, dato  che siamo fuori dal commissariamento, deve portarci a 2 veri Ospedali di 2° livello e non lasciarci con 4 mezzi Ospedali: il decreto prevede singoli presidi ospedalieri di 2° livello e non vari ospedali che si dividono le alte specialità.

Gli abruzzesi hanno urgente bisogno di queste scelte.

Se si ricovera un paziente complesso pluriorgano e/o politraumatizzato (p. e. vittime di terremoti, valanghe o altro) non possiamo certo inviare il cranio in un ospedale e cuore e grandi vasi in un altro solo perché i relativi reparti (neurochirurgia e cardiochirurgia) sono stati così dislocati da assurdi criteri di spartizione campanilistica; non si può dividere l’indivisibile, cioè un malato grave multiorgano! Quindi se vogliamo avere le massime probabilità di salvare il paziente, saremo costretti a inviarlo in un vero grande ospedale dotato di tutte le discipline, ma intanto avremo perso tempo prezioso che può costare la sua vita.

Se non decideremo rapidamente l’Abruzzo è destinato per i prossimi decenni a essere periferia sanitaria e noi e i nostri figli saremo costretti a far riferimento agli Ospedali di 2° livello più vicini nelle regioni limitrofe.

È paradossale che proprio i nostri politici continuino a ignorare i grandi numeri del nosocomio pescarese: le risorse e le qualifiche devono essere proporzionali. Per la qualifica di 2° livello il decreto prevede requisiti di base, uno è il numero minimo di accessi annui di 70.000; Pescara ne ha 96.000, Chieti con 65.000 non ha questo requisito. L’articolo 6 del decreto prevede la sicurezza antisismica e come noto all’Ospedale di Chieti dovranno essere sgombrati alcuni padiglioni per inadeguatezza dei materiali usati. Anche questo elementare e direi vitale requisito non c’è. Per il 2° livello, a Pescara la manca solo cardiochirurgia, a Chieti la neurochirurgia, la chirurgia toracica, la chirurgia plastica, la chirurgia maxillo facciale, ma ha la cardiochirurgia. A Pescara, in cui i casi di coronaropatie acute sono circa il doppio degli altri capoluoghi regionali, andrebbe trasferita la cardiochirurgia, con costi molto contenuti.

I cittadini dell’area metropolitana e della metà sud della regione disporrebbero così in tempi brevi di un Ospedale completo di 2° livello".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Marzo 2017 16:11

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