Il primo marzo scorso vi abbiamo raccontato delle difficoltà degli agricoltori del comprensorio aquilano, dovute anche alle inadempienze del Consorzio di bonifica Aterno-Sagittario [leggi].
Due giorni fa, in coerenza con gli allarmi lanciati negli ultimi anni e in conseguenza alla nostra inchiesta e alle recenti elezioni del consiglio direttivo del Consorzio, il comitato dell'Amministrazione separata degli usi civici di Paganica e San Gregorio ha deliberato per l'uscita dal Consorzio di bonifica Aterno-Sagittario.
Alla base della clamorosa decisione non solo l'esclusione massiva di rappresentanti e presidenti di seggio, prima nominati e poi rimossi dall'ente stesso, dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio dei delegati del Consorzio. Tra i motivi principali che hanno scatenato il dissenso del comitato degli Usi Civici della frazione più popolosa del comprensorio aquilano, le mancate attività di esercizio e manutenzione delle opere pubbliche di bonifica per la tutela del patrimonio agricolo e delle acque destinate all'irrigazione dei terreni coltivati.
"Dal Consorzio nessun servizio – tuona il comitato degli usi civici – in zone come la Concia e via Casale le fogne sono a cielo aperto da anni e gli scarichi di liquami nei torrenti d'acqua peraltro contaminata dalla salmonella non fanno neanche più notizia. Anche delle strade campestri si occupano gli Usi Civici, altrimenti lasciate al completo abbandono".
A determinare la volontà di uscire dal Consorzio di Bonifica è stato innanzitutto il problema irrisolto e più grave delle acque contaminate del fiume Raiale, Vera e Aterno.
"Quello dell'acqua rimane un tema ad alta tensione per i cittadini di Paganica. Niente è stato fatto in seguito all'allarme salmonella nelle acque reflue dei torrenti del fiume Vera e Aterno", si legge in una nota.
A lanciare l'allarme sulla contaminazione delle acque provocata da alcuni scarichi abusivi fu proprio, ormai diversi anni fa, l'amministrazione separata cui un'indagine epidemiologica dell'Arta, l'Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente, diede ragione. Dall'esame infatti si rilevarono la presenza di salmonella in appezzamenti di terreni coltivati a ortaggi, foraggi e cereali e irrigati con le acque contaminate.
"Il Consorzio di Bonifica continua a tassare i consorziati senza provvedere alla manutenzione delle opere pubbliche di bonifica. Anche i depuratori sono assolutamente vecchi e inadeguati senza che la Gran Sasso Acqua, la società municipalizzata del Comune dell'Aquila, abbia mai provveduto a potenziare gli impianti. Alla vigilia della Giornata Mondiale dell'Acqua, per una frazione che conta 18mila abitanti, tra residenti e domiciliati, e vanta molti ettari di terreni agricoli, è di vitale importanza riportare di nuovo alta l'attenzione sul problema delle acque contaminate del nostro territorio".