Martedì, 02 Maggio 2017 16:37

Bussi, Comune vuole acquistare le discariche. Foro H2O: "Pacco inquinato"

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Nelle tristi vicende del sito inquinato di Bussi irrompe sulla scena quello che il foro H20 definisce un vero e proprio "pacco inquinato".

Con una procedura che appare unica nel panorama italiano, infatti, il Comune di Bussi intende acquistare - per un simbolico euro - le discariche 2A e 2B dalla multinazionale Solvay, ettari ed ettari di terreni inquinatissimi da sostanze pericolose, dove anche la falda è pesantemente contaminata. Quello che stupisce è che pare non si sia tenuto conto dei vincoli imposti agli enti locali dal 2014 in poi per l'acquisizione di nuovi immobili al patrimonio pubblico; infatti, l'art.12 comma 1ter del Decreto legge 98/2011 limita le acquisizioni esclusivamente agli immobili dichiarati "indispensabili".

"Da quanto abbiamo capito - spiegano gli ambientalisti - si vorrebbe far passare l'idea che per realizzare il progetto per la bonifica da 45 milioni di euro di fondi pubblici, ormai appaltato, sia necessario acquisire le aree. Sarebbe una vera e propria strumentalizzazione della bonifica visto che basta leggere l'art.49 del Testo unico sugli espropri (D.P.R.327/2001) per verificare che un progetto di interesse pubblico può essere effettuato su aree private mediante un'occupazione temporanea, senza acquisire le aree, appunto. Si fa in tutta Italia normalmente".

È paradossale - aggiungono - che il Ministero dell'Ambiente avalli uno "strappo alla regola" rispetto a politiche generali di dismissione del patrimonio pubblico imposte proprio dallo Stato - di solito con la vendita dei gioielli di famiglia - "consentendo l'esatto opposto, l'acquisizione da parte della collettività di discariche tra le più inquinate dell'intero paese, per giunta da una multinazionale. Non sappiamo come chiamarlo questo 'affare', ma per quanto ci riguarda sa tanto di vero e proprio 'pacco'".

Tra l'altro, anche il Testo unico dell'Ambiente prevede come gestire questi casi e "chiarisce che il privato non responsabile dell'inquinamento che si vede pulire il terreno di sua proprietà - in questo caso Solvay - deve rifondere il valore acquisito dal terreno. Invece il responsabile della contaminazione, che non è stato ancora identificato (la provincia di Pescara, come denunciamo da tempo, è inadempiente da 10 anni!) dovrà rifondere i costi della bonifica. Quindi neanche questa scusa può essere portata all'operazione".

Il Forum H20 ha scritto ieri notte al Ministero, alla Regione e al Comune "affinché recedano da una scelta gravida di rischi per gli enti pubblici; abbiamo inviato la nota anche alla Corte dei Conti e alla Procura", aggiungono gli ambientalisti.

Che poi, "non è stato pubblicato alcun avviso sui siti del Ministero dell'Ambiente dedicato al SIN di Bussi circa l'avvio della procedura o la convocazione di conferenze dei servizi anche se alcuni articoli di stampa parlano di oggi come data della stipula dell'accordo. Ricordiamo che le procedure di legge prevedono forme di pubblicità all'avvio delle procedure anche per permettere di proporre osservazioni".

La proprietà di un'area inquinatissima pone tutti i giorni problemi rilevanti di gestione - ad esempio della falda nonchè di sorveglianza - e rischi di ogni genere, tenuto conto che con ogni probabilità ci vorranno anni di dispute, magari anche davanti ai tribunali, prima di individuare il responsabile della contaminazione e dirimere le vertenze circa gli importi da versare allo Stato. "Si consideri che un primo tentativo del Ministero dell'Ambiente del 2013 di imporre ad Edison la bonifica immediata proprio delle discariche 2A e 2B fallì miseramente davanti al Consiglio di Stato nel 2015 per un errore formale", ricorda il foro.

Non solo; "altre aree dichiarate non inquinate sono state già svincolate con l'accordo unanime e sono disponibili per nuovi insediamenti produttivi. Quindi neanche la scusa del lavoro può essere accampata. Perché questa scelta?".

M5S: "Accordo espone a gravi rischi l'amministrazione"
 

"L'ultimo episodio della intricata vicenda del sito inquinato di Bussi appare una vera beffa di stile italiano: il Sindaco di Bussi e successivamente il consiglio comunale, infatti, hanno dato la disponibilità ad acquisire le aree che dovranno essere sottoposte ad intervento di bonifica in quanto la società Solvay, proprietaria del sito, ha ribadito 'di non prestare acquiescenza all'iniziativa Commissariale, comunque realizzata, senza che l'area passi alla disponibilità pubblica'. Per quale motivo la Solvay non è disponibile? Quali sono i vantaggi per la comunità? Non è possibile trovare altre soluzioni?".

Se lo chiede il deputato abruzzese del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca, che spiega come non sia affatto un azzardo dubitare della bontà dell'operazione "in quanto il proprietario dell'area inquinata deve sicuramente assicurarne la custodia e ne diventa direttamente responsabile". Inoltre, "cosa accadrebbe se la bonifica non venisse conclusa? Quali responsabilità ricadrebbero sul comune di Bussi e quindi sulle spalle del cittadino? È evidente che questo accordo di programma appare un compromesso a vantaggio di privati a cui si stanno togliendo le castagne dal fuoco".

"La questione è sicuramente da approfondire", aggiungono i Consiglieri regionali M5S, Sara Marcozzi e Domenico Pettinari; "analizzando la documentazione, infatti, appare evidente che diversi aspetti andrebbero chiariti, soprattutto riguardo alla richiesta di disponibilità di Solvay ai fini delle operazioni necessarie per operare una eventuale bonifica sui siti inquinati. Non capiamo per quale motivo non si possa procedere alla occupazione temporanea per intervenire con le operazioni di bonifica. Avvieremo ulteriori iniziative per vederci chiaro".

Ultima modifica il Martedì, 02 Maggio 2017 17:00

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