Mercoledì, 16 Ottobre 2013 15:59

L'Aquila, la Giunta approva il 'Piano triennale di prevenzione della corruzione'

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E' necessario realizzare un'azione generale di contrasto alla corruzione, anche nella Pubblica amministrazione locale. Con questa convinzione, la Giunta comunale ha approvato il 'Piano triennale di prevenzione della Corruzione'. In anticipo rispetto a quanto previsto dalla Legge numero 190 del novembre 2011 che obbliga le pubbliche amministrazioni, entro il febbraio 2014, a dotarsi di questo importante strumento normativo.

"Non si tratta di un piano generico, non recepisce soltanto dei principi", ha spiegato in conferenza stampa l'assessore Betty Leone. "E' un dispositivo correlato da schede analitiche per ogni tipo di processo compiuto dagli uffici comunali. Per corruzione, non intendiamo solo quella economica. Ci riferiamo, piuttosto, alla possibilità che l'amministrazione perda la sua imparzialità, con i cittadini e con gli altri enti. Imparzialità che è alla base dell'etica dell'amministrazione. E' per questo che abbiamo voluto anticipare i tempi di approvazione del Piano: possiamo operare al meglio solo se ricostruiamo i legami di fiducia con i cittadini. Con questa delibera, assunta con efficacia immediata, abbiamo voluto mandare un segnale chiaro ai dipendenti e, più in generale, alla città".

L'azione amministrativa complessiva su questa tematica non può prescindere, ovviamente, da una visione panoramica ed unitaria capace di coinvolgere tutto il personale dell'ente - 589 dipendenti - e in particolare la struttura dirigenziale - sono 12 i dirigenti del Comune dell'Aquila - che hanno dato la propria collaborazione nella compilazione delle schede interne al piano per l'individuazione delle attività a rischio corruzione e dei possibili rimedi. "Non si tratta di un piano scritto a due mani, piuttosto di un lavoro di squadra", ha sottolineato il segretario generale Carlo Pirozzolo, a cui sono stati demandati gli adempimenti consequenziali alla delibera. "Abbiamo individuato tutte le procedure che, per loro natura, possono essere considerate a più elevato rischio corruzione: l'idea è di specifare delle azioni di contrasto rendendo, per quanto possibile, le procedure standardizzate. Gli uffici del Comune sono stati suddivisi a seconda del livello di rischio corruzione: alto, medio, basso. In particolare, per fare degli esempi, il settore ricostruzione privata è considerato ad alto livello di rischio corruzione".

In uffici ad alto rischio, i dipendenti e i dirigenti saranno sottoposti a rotazione periodica. Entro 30 giorni dall'approvazione del Piano, i dirigenti dovranno effettuare le segnalazioni relative ai dipendenti addetti alle funzioni definite tramite le schede di individuazione e gestione del rischio. Anche sulla base delle segnalazioni, il Comitato di coordinamento - composto dal Responsabile del dipartimento risorse e sviluppo, il Responsabile del dipartimento ricostruzione e il Segretario generale - avrà il compito di individuare e sottoporre a rotazione i profili e le categorie esposte a più elevato rischio di corruzione. "Non solo. Nel piano è previsto un Codice di comportamento dei dipendenti pubblici", continua Betty Leone. "E' il primo atto che previene la corruzione. Riprende i principi generali del Codice nazionale cha abbiamo considerato coerente con le nostre intenzioni amministrative. Il codice è uno strumento per l'attuazione di buone pratiche di condotta".

"L'intenzione per il futuro", aggiunge Pirozzolo, "è di approvare codici di comportamento settoriali e tipizzati per la nostra realtà territoriale che si aggiungano al Codice nazionale". In conclusione, Betty Leone chiarisce un altro aspetto importante: "Per evitare che il dipendente ometta di effettuare segnalazioni di illecito con il timore di subire conseguenze pregiudizievoli, verrà resa operativa la casella mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. alla quale potranno scrivere dipendenti e non, segnalando casi di illeciti concreti o potenziali. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante ovviamente non sarà rivelata".

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