“La richiesta di restituzione dei risarcimenti alle parti civili del processo Grandi Rischi è un atto dovuto da parte dell’Avvocatura. E’ un’aberrazione giuridica pensare che una provvisionale debba essere mantenuta anche a fronte di una condotta che è stata ritenuta non penalmente rilevante”.
A parlare è Filippo Patella, avvocato distrettuale presso l’Avvocatura di Stato dell’Aquila, che, a seguito delle polemiche sollevatesi dopo che la presidenza del Consiglio ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato di chiedere indietro le provvisionali versate ai parenti delle vittime del terremoto dopo la sentenza di primo grado del processo alla Commissione Grandi Rischi, ha voluto tenere una conferenza stampa per chiarire qual è la posizione dell’Avvocatura.
“Noi” ha spiegato Patella “dobbiamo agire perché non abbiamo nessun margine di discrezionalità. Se non dovessimo fare tutto ciò che stiamo facendo, incorreremmo in gravissime responsabilità personali e contabili e saremmo chiamati a rispondere del nostro non operato davanti alla Corte dei Conti”.
Patelli ha affermato di aver sentito, in questi giorni, “molte inesattezze sui poteri discrezionali che possono essere esercitati dagli avvocati dello Stato” e ha definito “un’aberrazione giuridica” il convincimento secondo cui “una provvisionale debba rimanere a fronte di una condotta ritenuta non penalmente rilevante”.
Ricapitolando: la sentenza di primo grado del processo alla Commissione Grandi Rischi, che aveva condannato tutti e sei gli imputati per omicidio colposo plurimo in concorso per il decesso di 27 persone e il ferimento di altre 4, aveva stabilito che agli eredi e ai familiari delle vittime e dei feriti che si erano costituiti parte civile fossero concesse delle provvisionali, ovvero degli anticipi di un risarcimento, il cui ammontare complessivo avrebbe dovuto essere calcolato, poi, più avanti.
Quei soldi vennero concretamente trasferiti alle parti civili.
Tuttavia, com’è noto, la sentenza di Appello, poi confermata in Cassazione, ha ribaltato il verdetto di primo grado, assolvendo tutti gli imputati tranne Bernardo De Bernardinis e dimezzando di conseguenza il numero di parti civili che avevano diritto al risarcimento. In sintesi, vennero riconosciuti come ancora aventi diritto alle provvisionali solo i familiari di 13 vittime, quelle la cui morte fu attribuita dai giudici, che riconobbero il nesso causale, alla condotta dell’ex vice capo della Protezione civile.
Costoro – in totale una quarantina di eredi – riceveranno pertanto anche il saldo del risarcimento. Al momento è in corso una trattativa i legali di parte civile e l’avvocatura di Stato per trovare un accordo su ogni singola posizione, tenendo conto che gli importi sono differenziati a seconda del grado di parentela e che esistono delle tabelle (le cosiddette tabelle milanesi) che li quantificano.
Tutti le altre parti civili (in tutto venti) dovranno invece restituire quanto hanno ricevuto (una lo ha già fatto). L’avvocatura, per ora, ha fatto partire solo delle citazioni (che non sono atti ingiuntivi) e cercherà di trovare degli accordi per il recupero delle cifre proponendo delle dilazioni di pagamento, ossia delle rateizzazioni. In caso contrario, qualora cioè i familiari delle vittime e dei feriti dovessero rifiutarsi di restituire le somme, si andrà a processo (civile) e sarà il giudice a prendere una decisione.
Nel frattempo, però, ha ribadito l’avvocato Patella, “i soldi delle provvisionali vanno restituite perché è venuto meno il titolo che le legittimava”.