Il presidente della Regione Luciano D'Alfonso ha approvato ieri, con decreto, il 'piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti derivanti dagli interventi di prima emergenza e ricostruzione' per i comuni del cratere sismico ed ha incaricato dell'attuazione il Centro operativo regionale di protezione civile. Si stima che la quantità di macerie da rimuovere sia compresa tra 128mila e 160mila tonnellate; l'onere è a carico del Fondo delle emergenze - Sisma 2016.
Il Piano di gestione delle macerie, secondo quanto previsto dal D.L. 189/2016, è stato concertato e condiviso con tutti i Comuni del cratere e prevede due siti per lo smaltimento: uno nell'Aquilano (ex Teges a L'Aquila) e uno nel Teramano (a Montorio al Vomano). E' stato anche chiesto un parere alla Struttura di missione della PC sulla possibilità di utilizzare l'Aciam (azienda di igiene urbana dei Comuni di Capitignano, Campotosto e Montereale) per la raccolta delle macerie nell'Aquilano. Per quanto riguarda il Teramano, la rimozione avverrà ad opera della MOTE (azienda di igiene urbana).
Il piano approvato fornisce strumenti tecnici ed operativi per la gestione delle macerie derivanti da crolli e demolizioni per lo più metalli, legno, scarti , Ingombranti, Raee, materiali con amianto ed inerti. Soddisfazione per la firma del decreto è stata espressa dal sindaco di Capitignano, Maurizio Pelosi, il quale, parlando anche a nome degli altri sindaci dei comuni dell'Alta valle dell'Aterno colpiti dal terremoto, si è detto sollevato per l'approvazione dell'importante strumento tecnico ed operativo che consentirà la migliore gestione delle macerie derivanti dai crolli dovuti al terremoto. "Finalmente - ha detto Pelosi - con la corretta rimozione e gestione delle macerie, sarà possibile recuperare le originarie matrici storico-culturali degli edifici crollati e limitare il volume dei rifiuti recuperando i materiali che possono essere utilmente impiegati come nuova materia prima da mettere a disposizione per la ricostruzione".
Il Sindaco ha poi ringraziato il Presidente D'Alfonso per l'attenzione che la Regione ha finora rivolto in favore delle popolazioni residenti nei comuni del cratere sismico, mettendo a disposizione, fin dalle prime ore successive agli eventi sismici, uomini e mezzi della protezione civile regionale per le operazioni di soccorso e di assistenza ai senza tetto.
Nel Piano viene stabilito che, in deroga all’art. 184 del D.lgs.152/06 e successive modificazioni, i materiali derivanti dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati causati dagli eventi sismici, nonché quelli derivanti dalle attività di demolizione e abbattimento degli edifici pericolanti disposte dai Comuni, sono classificati rifiuti urbani non pericolosi, limitatamente alle fasi di raccolta e trasporto da effettuarsi verso i centri di raccolta comunali e i siti di deposito. Viene anche specificato che non costituiscono rifiuto i resti di beni di interesse architettonico, artistico e storico, nonché quelli dei beni ed effetti di valore anche simbolico appartenenti all'edilizia storica, i coppi, i mattoni, le ceramiche, le pietre con valenza di cultura locale, il legno lavorato, i metalli lavorati e, quindi, le modalità di selezione, separazione e conservazione di tali materiali. La raccolta dei materiali insistenti su suolo pubblico o su suolo privato ed il loro trasporto ai centri di raccolta comunali ed ai siti di deposito temporaneo, sono operati a cura delle aziende che gestiscono il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani presso i territori interessati.