Venerdì, 07 Luglio 2017 13:33

Mancati indennizzi: agricoltori occupano la sede del Parco Sirente Velino

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Una trentina di agricoltori hanno occupato, ieri, la sede del Parco Regionale Sirente Velino, da tempo commissariato da Regione Abruzzo; andranno avanti ad oltranza, assicura Confagricoltura, fino a quando, almeno, l'assessore ai Parchi e alle riserve Donato Di Matteo e l'assessore all'Agricoltura Dino Pepe non daranno risposte sui mancati risarcimenti degli ingenti danni causati dalla fauna selvatica, da cinghiali e cervi, in particolare. 

Della vicenda, NewsTown si era occupato qualche mese fa [leggi qui l'approfondimento]: con le parole di Giuseppe Turavani, giovane agricoltore di Goriano Valli (Tione degli Abruzzi), avevamo raccontato che le Regioni italiane, Abruzzo compreso, dando cattiva interpretazione di una contestata norma comunitaria del 2013, avevano iniziato ad applicare il regime in de minimis sugli indennizzi - fuori e dentro le aree protette - visto che il risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica, stando alla 'lettura' degli Enti, si configurava come aiuto di Stato; dunque, tetto massimo ai risarcimenti di 15mila euro in tre anni e, tra l'altro, la somma in questione comprende altri contributi concessi dalla Regione in de minimis, sui fronti più svariati: crisi ortofrutticole, eventi calamitosi, acquisto di materiali per la difesa attiva come le reti antigrandine.

E sebbene il Tar delle Marche, con sentenza 754 del 2015, abbia accolto - nel frattempo - il ricorso proposto da alcuni allevatori marchigiani, negando la natura di aiuti di Stato agli indennizzi concessi per i danni subiti al patrimonio zootecnico e dichiarando, dunque, illegittimi i provvedimenti assunti, Regione Abruzzo non si è ancora adeguata alla sentenza. Inspiegabilmente. Così, l'erogazione dei fonti è stata bloccata, per esplicita richiesta degli agricoltori che, in attesa di chiarimenti, hanno preferito rinunciare ai risarcimenti. Tra l'altro, gli indennizzi sono in arretrato di 3 anni considerato che il Parco Regionale, tenuto in piedi da Regione Abruzzo con un finanziamento di 800mila euro che basta soltanto al funzionamento burocratico dell'Ente, non ha i soldi per procedere con i pagamenti.

Più volte, nelle scorse settimane, Confagricoltura ha sollecitato gli assessori demandati e i loro uffici ad attivare le procedure atte a indirizzare la Direzione del Parco nell’adoperarsi per l’eliminazione del 'de minimis' dalla liquidazione dei danni da fauna selvatica subiti dagli agricoltori, "confortati in questo - spiega il presidente regionale Concezio Gasbarro - da quanto l’Unione Europea con specifica nota [agri.ddg3.i.2(2017)2307088] ha trasmesso al Ministero dell’Ambiente, ribadendo la non applicabilità della limitazione dei risarcimenti a tutte le aree protette sia esse nazionali che regionali. Non abbiamo ricevuto mai alcuna risposta, quasi che le nostre istanze siano da considerarsi assurde o infondate. Così siamo costretti ad usare modi inusuali, come l’occupazione della sede del Parco, per chiedere l’interlocuzione diretta con il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso cui, nei giorni scorsi, è stato inviato un decalogo di iniziative per risolvere definitivamente sia il problema dell’abbattimento dei cinghiali che quello dei risarcimento".

Queste le principali richieste che le Organizzazioni agricole abruzzesi, con un documento comune, hanno presentato il 28 Giugno scorso:

  • Il Parco regionale del Velino-Sirente deve indennizzare i danni agli agricoltori in deroga al regime del de minimis viste e considerate i recenti pareri dell’Unione Europea sul punto;
  • Occorre modificare le LL.RR. nn. 10/04 e 10/03 responsabilizzando il mondo venatorio sul problema dei danni alle colture agricole che devono essere risarcite dagli ATC;
  • Va modificata la legge dove dispone che il Presidente degli ATC debba essere eletto solo tra i rappresentanti dei cacciatori prevedendo invece che la carica possa essere assunta anche dai rappresentanti del mondo agricolo;
  • Occorre intervenire con il controllo delle popolazioni di cinghiale anche all’interno delle aree protette (parchi nazionali, parchi regionali, riserve regionali, SIC e ZPS);
  • Occorre procedere alla caccia di selezione su tutto il territorio regionale controllando attentamente il raggiungimento dei piani d’abbattimento da parte degli ATC e irrogare alle squadre le sanzioni previste dal vigente regolamento regionale sulla gestione degli ungulati per il mancato raggiungimento degli obiettivi;
  • Occorre allungare il periodo di caccia al cinghiale e iniziare a censire le altre popolazioni di selvatici come i caprioli ed i cervi.

"Siamo al fianco degli agricoltori - ha dichiarato ai microfoni di Abruzzoweb il direttore del Parco, Oremo Di Nino - abbiamo messo per iscritto come comportarsi con il de minimis e siamo in attesa di una risposta ufficiale della Regione. L'assessore Dino Pepe dice, però, che il Parco dovrebbe inoltrare una richiesta di chiarimento nei confronti dell'Unione europea. Il Parco ad oggi non può fare assolutamente nulla".

Ultima modifica il Venerdì, 07 Luglio 2017 14:15

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