Confagricoltura ha annunciato che le iniziative di lotta intraprese dagli agricoltori nei giorni scorsi, con l'occupazione della sede del Parco regionale Sirente Velino, sono concluse. Infatti, il Consiglio regionale - riunito ieri - ha approvato una variazione di Bilancio da 215mila euro, proposta dal Presidente della Commissione competente Maurizio Di Nicola e condivisa dal Presidente e Vice Presidente della Commissione Agricoltura Lorenzo Berardinetti e Gianluca Ranieri e dagli Assessori Dino Pepe, Donato di Matteo e Silvio Paolucci, così da rimborsare i danni causati dalla fauna selvatica per le annualità 2015 e 2016.
"Esprimiamo grande soddisfazione per il risultato raggiunto che offre ai produttori agricoli, operanti nel Parco, le prime importanti risposte", ha sottolineato il direttore di Confagricoltura, Stefano Fabrizi; "è doveroso ringraziare i Consiglieri Regionali e gli Assessori che si sono impegnati per raggiungere questo primo importante obiettivo" ha aggiunto, sottolineando come occorra, ora, "risolvere la questione del de minimis che permetterà il risarcimento integrale dei danni e l’utilizzo delle risorse stanziate che coprono i danni fino al 2006: un problema burocratico amministrativo che seguiremo direttamente con gli uffici preposti".
Dei mancati rimborsi agli agricoltori dei danni causati da animali selvatici per via di una stramba interpretazione della norma comunitaria, avevamo scritto qui. I danni complessivamente accertati per il territorio del Parco ammontano a circa 300mila euro: inoltre, ci sarebbero circa 4milioni e mezzo di euro di rimborsi che attendono gli agricoltori fuori dai confini protetti, in considerazione del fatto che i risarcimenti sono fermi al 2010. Le recenti comunicazioni della UE all’Italia hanno chiarito la non applicabilità del regolamento de minimis: dunque, gli uffici regionali devono dare apposita indicazione al Commissario del Parco, a cui compete l’attivazione delle procedure di variazione al proprio bilancio, successivamente da ripristinarsi nel loro impegno con ulteriore dotazione da parte della Regione come previsto dall’art. 5 della LR 10/2003. Assolti i pregressi finanziari potranno attivarsi tutti i possibili interventi gestionali sulle popolazioni di ungulati che, finora, non si sono posti in essere.
"Il rinnovato spirito collaborativo, notato nella mattinata, fa ben sperare sulla risoluzione definitiva del problema che è quello dell’abbattimento degli ungulati riconducendo le popolazioni al livello fisiologico e sostenibile dai nostri territori", ha concluso il direttore di Confagricoltura. "Le azioni messe in campo dall’assessore Pepe sul controllo e sulla selezione, aprendo la caccia al cinghiale praticamente per tutto l’anno, e la riforma della Legge sulla caccia in discussione alla III^ Commissione Agricoltura presieduta da Lorenzo Berardinetti daranno un ulteriore impulso alla soluzione del problema responsabilizzando il mondo venatorio e dando una connotazione definitiva al nucleo regionale delle ex guardie provinciali".
Staremo a vedere.
Intanto, il capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle, Gianluca Ranieri, ha sottolineato come il problema rischi, comunque, "di trasformarsi in una catastrofe".
Come detto, esistono debiti della Regione Abruzzo nei confronti degli agricoltori risalenti anche al 2010, il cui ammontare complessivo potrebbe superare i 4 milioni e mezzo di euro. "Il condizionale però è d'obbligo - ha tenuto a chiarire Ranieri - perché la Regione non solo non paga, ma non provvede nemmeno a verificare con precisione l'ammontare dell'importo". In sostanza, "si brancola nel buio tanto dal punto di vista della misurazione del problema che della sua soluzione. Succede così che la riunione, sollecitata dal consigliere Berardinetti, per affrontare il problema sollevato dagli agricoltori sostenuti da Confagricoltura, a cui erano presenti anche gli Assessori Pepe, Di Matteo e Paolucci, si concluda ancora una volta con più interrogativi che soluzioni".
Allo stato attuale, questo perlomeno è emerso dalla riunione, non esiste alcuna intenzione di risolvere il vero problema, "ovvero la necessità di trovare metodi e mezzi per il pagamento dei debiti pregressi e questo nonostante sia molto più costoso per la Regione affrontare i contenziosi che, a detta dell'avvocatura regionale, ammontano a circa 5 milioni di euro l'anno a fronte, invece, dei 4.5 milioni di debito complessivo". La motivazione? Sempre la stessa, a detta dell'assessore: mancherebbero i fondi. Ma "la realtà è un'altra: al governo della Regione i problemi degli agricoltori non interessano, o perlomeno non interessano abbastanza, perché mentre si cerca di non pagare agli imprenditori agricoli il dovuto, si finanzia di nuovo SAGA con 5 milioni", l'affondo di Ranieri.
"Quello che viene spacciato come un risultato - ha concluso il capogruppo a 5 Stelle - ovvero la promessa, da parte dell'assessore Paolucci, di trovare 220.000 euro dopo i riallineamenti contabili, per pagare almeno gli indennizzi agli agricoltori del parco Sirente - Velino, è in realtà solo l'ennesima presa in giro, che compensa a malapena le decurtazioni di fondi destinati al parco dal 2015 a oggi e che sicuramente non risolve il problema come non lo risolvono le rassicurazioni sul miglioramento dei piani di abbattimento dei cinghiali. La prova conclamata della malafede è evidente ed è arrivata alcune ore dopo, quando in Consiglio è stato approvato un emendamento, al quale ci siamo associati, con il quale si assegnano sempre al parco Sirente - Velino, 215.000 euro provenienti dalle refluenze di FIRA".
Insoma, l'inerzia della Regione "rischia di trasformare il problema in un disastro conducendo aziende al fallimento, creando conseguentemente disagi sociali e inasprendo lo scontro tra gli interessi legittimi degli agricoltori e quelli di un sistema faunistico e naturalistico per il quale la Regione non ha ancora individuato i corretti strumenti di tutela e conservazione".