Botta e risposta a colpi di cifre tra le associazioni Save Gran Sasso e Progetto Montagna (promotrici, tra le altre cose, della raccolta firme per chiedere la rimozione dei vincoli ambientali) e l’amministratore unico del Ctgs sull’utilizzo dei fondi Cipe previsti per il rilancio del Gran Sasso e la promozione turistica del Cratere.
Le due associazioni sostengono che degli oltre 20 milioni stanziati ne sono stati spesi finora, appena 500 mila, e che nelle casse del Centro turistico sono rimasti 7 milioni di euro, sufficienti a mala pena alla sostituzione dell’impianto delle Fontari.
Calcoli errati, dice Giuliani in una replica arrivata a stretto giro. In sostanza, afferma Giuliani, Save Gran Sasso e Progetto Montagna non hanno tenuto conto della differenza tra competenza e cassa perché il Cipe, come avviene anche per la ricostruzione privata, trasferisce i soldi solo dietro presentazione dei Sal.
Di seguito, le due note complete.
La nota di Save Gran Sasso e Progetto Montagna
L’8/4/13 il Cipe, seguendo pedissequamente quanto previsto dalla legge 39 del 28/4/09 destina 15 milioni al Gran Sasso e 9 milioni alla promozione turistica del cratere.
Il 2/2/14 l’Usra gira la prima tranche di 9 milioni dei 15 dentro le casse del Comune.
Il 20/3/14 viene approvato il business plan per il rilancio del Gran Sasso da parte del Consiglio Comunale. C’è Montecristo ma non c’è la Fossa di Paganica con il collegamento.
Il 31/7/15 con delibera di Giunta viene emanato un avviso ricognitivo per una possibile privatizzazione. Un avviso di cui non si è saputo più nulla, completamente inutile visto che se fosse entrato un “privato” non sarebbe stato possibile investire soldi “pubblici”.
Il 20/12/15 malgrado sulla delibera Cipe sia ben evidenziato che i soldi potranno essere utilizzati solo per il Gran Sasso, la Giunta Comunale destina 1,6 milioni al salvataggio di 5 istituzioni culturali della città. Quindi i 9 milioni diventano 7,4.
Il 21/3/16 il Consiglio Comunale è costretto a rimodulare il Business Plan perché i soldi non bastano , si tolgono da Montecristo, riducendo la capacità dell’unico impianto previsto. Da Cabinovia si passa a una Seggiovia (????).
L’8/6/17 con delibera di Giunta si tolgono altri 0,4 milioni dalle risorse per destinarle all’acquisto di una turbina, i milioni da 7,4 diventano 7. Nella stesso documento si approva un maggiorazione di costi per l’Ostello da 700mila a 1,1 milioni.
Dopo quanto sopra in cassa del Ctgs dovrebbero esserci 7 milioni a malapena sufficienti per pagare la sostituzione della seggiovia Fontari (costo 7,070 mil).
Su 9 milioni erogati al comune e poi girati a Ctgs rimane ancora da appurare quanto sia rimasto effettivamente in cassa del Ctgs perché dopo una stagione disastrosa come quella passata con gli incassi vicini allo ZERO e con le spese schizzate alle stelle per la gestione diretta delle strutture (prima volta) non si capisce come possono essere state liquidate le obbligazioni contratte con i fornitori e con il personale stagionale.
Ai 15 milioni di cui sopra che per il momento sono diventati forse 7, nei vari giochi delle tre carte, si aggiungevano altri 2 finanziamenti per arrivare a 20 milioni, del tutto teorici. Il primo di 2,5 milioni di vecchi fondi par-fars destinati alle Fontari, di cui non se ne ha più notizia (e ne chiediamo spiegazioni) , e il secondo di 3 milioni assegnati da una legge regionale alla costruzione della cabinovia di montecristo ora divenuta seggiovia, ma che ora non basteranno più viste le varie rimodulazioni di cui sopra e non possono essere sfruttati per altre opere..
Dal 2/2/14 , giorno in cui sono arrivati 9.100.000 di euro dentro le casse del comune, a oggi sono passati 1247 giorni.
Sono stati spesi a malapena 500 mila euro per il Gran Sasso.
Rimane molto amaro in bocca perché con 15 milioni per le strutture e 9 milioni per la promozione turistica (dove sono?) oggi potevamo essere una seconda Livigno (zona franca compresa). Abbiamo perso troppo tempo, veramente troppo e qualche milioncino di troppo.
Forse noi di #SaveGranSasso abbiamo un diverso concetto di rilancio dell’economia.
La risposta di Fulvio Vincenzo Giuliani, amministratore Ctgs
Per tranquillità di tutti raccogliamo l’invito e facciamo i conti.
Il programma di sostegno delle attività produttive e della ricerca (Delibera Cipe N. 135/2012, Dm 8 aprile 2013, Dm 13 febbraio 2014, Delibera Cipe N. 46/2013) ha destinato 15 milioni di euro per la linea di attività “Rilancio e potenziamento del polo di attrazione turistica del Gran Sasso con l’obiettivo di incrementare i flussi turistici sia invernali che estivi”.
Dei 15 milioni di euro ne sono stati anticipati 9,165 per lo sviluppo delle prime due annualità dei progetti presentati al momento della richiesta.
Questo ha comportato la scelta di iniziative che fossero realizzabili nei primi due anni. Per questo motivo c’è Montecristo e mancano gli arroccamenti della Fossa di Paganica.
A fine 2015 vengono destinati dal Comune, con provvedimento di urgenza, 1,6 milioni per il salvataggio di cinque istituzioni culturali cittadine.
L’impegno, del Comune e del Cipe (che ne ha autorizzato la destinazione), è che tali fondi venissero reintegrati visto che in assenza di tale trasferimento le istituzioni suddette avrebbero rischiato la liquidazione.
Rimangono a disposizione 7,565 milioni di euro.
La sostituzione della seggiovia delle Fontari prevede un impegno di spesa di 7,074 milioni (di cui 4,574 provenienti dal Cipe e 2,5 dai Fondi Par-Fas 2017-2013).
L’essere riusciti ad aggiudicare la gara all’Ati Leitner/Toninelli e aver comunicato alla Regione Abruzzo l’impegno di spesa assunto con l’atto di aggiudicazione entro il 31/12/2015 ha, di fatto, salvato lo stanziamento Regionale (2,5 milioni) evitando la restituzione dei fondi suddetti all’Unione Europea.
Con la consegna dei lavori alla Leitner, avvenuta nei giorni scorsi, oltre al pagamento dell’anticipazione (richiesta già pervenuta al Ctgs), si potrà procedere al pagamento dei Sal e alla richiesta di trasferimento al Ctgs dalla Regione Abruzzo dei 2,5 milioni di co-finanziamento.
Rimangono a disposizione 2,991 milioni di euro.
Per la ristrutturazione dell’ostello era previsto, da una prima valutazione, l’impegno di spesa di 700 mila euro.
I lavori sono stati consegnati alla ditta Cobar Spa nel settembre 2016 e, a causa delle condizioni atmosferiche tipiche della stagione invernale, sono stati sospesi il 20 dicembre 2016 e ripresi il 26 giugno 2017.
Le ultime settimane di lavoro, impiegate nella ripulitura/sabbiatura delle facciate esterne, hanno portato alla scoperta che per le “stillature” delle pietre della facciavista dell’ostello era stato, al tempo, usato catrame.
In accordo con le indicazioni espresse a riguardo dalla Soprintendenza (trattandosi di edifico vincolato) si è provveduto a presentare ed approvare una variante al progetto iniziale che prevede la sostituzione del catrame tra le pietre, con malte speciali e l’eliminazione degli impianti a combustione per il riscaldamento della struttura con l’adozione di “caldaie ad induzione” e conseguente adeguamento impiantistico.
Il tutto ha comportato un aumento del 19,8 % dell’importo inizialmente stimato, che è passato da 700 a 824 mila euro. 1,1 milioni costituisce l’importo complessivo dei lavori ma 275 mila euro sono indicate nella voce “somme a disposizione dell’amministrazione” di cui non è previsto l’utilizzo.
Si tiene a sottolineare che i pagamenti stanno avvenendo a presentazione di Sal: il primo, risalente a marzo 2017, di circa 174 mila euro. La chiusura dei lavori è slittata da fine agosto 2017 a fine settembre 2017. Non è stato versato alcun anticipo alla ditta appaltatrice.
Rimangono, quindi, 2 milioni 816.635.
Di questi: 361 mila sono stati utilizzati (e rendicontati) per l’acquisto di un nuovo battipista; 39mila 900 per l’acquisto di una motoslitta con rimorchio; 3 mila per l’acquisto di una fresa spazzaneve; circa 17 mila per l’acquisto di attrezzature per lo snowpark; circa 60 mila per l’allestimento del nolo sci/bike; più di 70 mila per il marketing istituzionale (Inaf-Oar, Univaq, competizioni ed eventi vari).
E siamo a 2 milioni 255mila 635 euro.
A settembre verranno presentati dal Provveditorato alle opere pubbliche i progetti definitivi riguardanti la ristrutturazione dell’hotel Cristallo, stimata ad oggi in 350 mila euro, i sottoservizi (1 milione e 271mila euro) e la ristrutturazione completa dell’hotel Campo Imperatore (3 milioni) i cui lavori inizieranno nell’estate 2018.
Si sta pianificando, in questi giorni, l’acquisto di “un mezzo di soccorso in linea” (un fuori strada con rimorchio e braccio con carrello) su cui sono "appostati" 40 mila euro.
La comunicazione (che avviene ogni sei mesi) al Cipe dell’impegno e la relativa spesa di quanto sopra descritto ci metterà nella condizione, a partire dal prossimo mese di settembre, di richiedere la seconda anticipazione di 5,4 milioni di euro già deliberati e il reintegro di 1,6 milioni utilizzati per la cultura.
Da ultimo va segnalato che, nelle casse del Ctgs, ci sono, attualmente, circa 6,7 milioni di euro su un conto corrente acceso presso la banca Mps dell’Aquila, destinati esclusivamente alla realizzazione dei progetti descritti.
La cancellazione del pregresso debito bancario, oltre a consentirci di chiudere il bilancio in forte attivo, ha permesso alla società di tornare “bancabile” e ottenere un fido (garantito dal contratto di servizio), che ci ha posto nella condizione di poter rispettare (seppur per un mese con ritardo) le scadenze degli stipendi ai dipendenti e affrontare, in parte, gli impegni assunti con i fornitori.