Sabato, 22 Luglio 2017 17:57

L'Aquila, ortofrutta multati. 3e32: "Integrazione c'è quando ci sono condizioni uguali per tutti"

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Solidarietà da L'Aquila per i commercianti di frutta e verdura che hanno visto nei giorni scorsi vedere distrutti quintali di cibo per alcune segnalazioni pervenute alla Asl. Si tratta di esercenti egiziani di viale della Croce Rossa e del centro commerciale Amiternum [leggi l'intervista], multati per non meglio specificate inadempienze nella conservazione delle vivande.

La solidarietà espressa è quella del 3e32 / CaseMatte, collettivo nato dopo il sisma del 2009, che in una nota sottolinea come le autorità abbiano agito "a causa di falle nelle normative , e soprattutto in seguito a segnalazioni di chi non vuole che persone non italiane lavorino onestamente e vivano serenamente all'Aquila".

"Il tessuto sociale dell'Aquila sta cambiando, come quello del resto del Paese. E' inevitabile, al pari di quanto sia un'opportunità di crescita e apertura collettiva dell'intera comunità. La presenza di lavoratori e lavoratrici di origine non italiana è certamente una ricchezza per il nostro territorio, che rischia di svuotarsi, gravato com'è da uno spopolamento crescente", si legge nella nota.

La nota completa di 3e32 

Esprimiamo la nostra solidarietà con i commercianti di viale della Croce Rossa e del centro commerciale Amiternum, che recentemente hanno visto distruggere quintali di frutta e verdura dal personale dell'Asm. E' chiaro che se le autorità hanno potuto agire indisturbate è a causa di "falle" nelle normative, e soprattutto in seguito a segnalazioni di chi non vuole che persone non italiane lavorino onestamente e vivano serenamente all'Aquila.

I commercianti multati, cui è stato fatto un notevole danno d'immagine, sono stati penalizzati non perché privi di possesso di permessi per occupare il suolo pubblico o perché il materiale buttato è stato trovato in stato deteriore, ma perché su segnalazione di privati sono stati poi trovati cavilli burocratici che hanno generato un'azione così ingiusta. Auspichiamo che, tra la richiesta di un crocifisso e l'altro, se ne interessi anche la Confcommercio.

Il tessuto sociale dell'Aquila sta cambiando, come quello del resto del Paese. E' inevitabile, al pari di quanto sia un'opportunità di crescita e apertura collettiva dell'intera comunità. La presenza di lavoratori e lavoratrici di origine non italiana è certamente una ricchezza per il nostro territorio, che rischia di svuotarsi, gravato com'è da uno spopolamento crescente.

Il clima in tutto il Paese va purtroppo scaldandosi, alimentato ad arte da chi sfrutta e strumentalizza le migrazioni per i propri beceri calcoli elettorali. Al contrario noi crediamo che la tanto abusata parola "integrazione" si inizi a costruire solo quando un Paese e le sue comunità pongono basi e condizioni egualitarie per tutti. Lo sosteniamo e continueremo a farlo anche all'Aquila, per difendere i principi basilari di uguaglianza e libertà.

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