Inizieranno lunedì e si concluderanno entro mercoledì, stando al cronoprogramma stabilito, gli interrogatori dei 10 arrestati ai domiciliari e dei 5 interdetti dal lavoro nell’ambito dell’inchiesta “L’importante è partecipare” della Procura della Repubblica del capoluogo, su tangenti negli affidamenti di 12 lavori pubblici gestiti dal Mibact Abruzzo, con 35 indagati a piede libero tra funzionari pubblici, tecnici e imprenditori.
Ad ascoltare gli indagati saranno il procuratore, Michele Renzo, e il sostituto, Antonietta Picardi, titolari del fascicolo.
La prossima settimana cominceranno anche gli interrogatori, da parte dei Carabinieri del reparto operativo del comando provinciale, guidato dal tenente colonnello Andrea Ronchey, dei 20 indagati a piede libero.
Tra le persone sentite anche l’imprenditore pugliese Vito Giustino, finito nelle carte dell’inchiesta anche come colui che avrebbe riso degli affari che avrebbe potuto fare con il terremoto del Centro Italia, stando almeno ad alcune intercettazioni. In un nota, l’avvocato Carlo Teot ha smentito la circostanza, affermando che “come palesemente si evince dall’ordinanza applicativa della stessa misura, mai e in nessuna parte il signor Giustino Vito Giuseppe abbia riso della tragedia del terremoto di Amatrice e dei morti di tale tragica calamità, né ha mai gioito di tale tragedia nella speranza di ottenere nuovi appalti”. L’avvocato ha chiarito che “in effetti, il Giustino, come risulta dalla semplice lettura degli atti e di una trascrizione di una intercettazione, comunque da verificare, ride, ovvero riderebbe, su una battuta che nulla c’entra con i morti e la tragedia di Amatrice e su altre questioni che nulla hanno a che fare con il terremoto di Amatrice”.
Tra le persone sentite ci saranno anche il geometra del Mibact, Lionello detto Lello Piccinini, rup della ricostruzione del Teatro oggetto di indagine per dubbi tecnici sui lavori, assistito dall’avvocato Marco De Paulis, e Berardino Di Vincenzo, ex segretario regionale facente funzioni, difeso dall’avvocato Emilio Bafile.