Giovedì, 23 Giugno 2022 09:41

Appalti Asl Pescara: rinviato a giudizio dg Ciamponi. Marsilio lo difende, dura l'Associazione nazionale magistrati: "Sue dichiarazioni inaccettabili"

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E' stato rinviato a giudizio il direttore generale della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi, che era finito nel registro degli indagati nell’inchiesta su un appalto milionario pilotato per l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere.

L'udienza si terrà il 7 dicembre: l'accusa è di corruzione nel quadro dell'inchiesta della Procura sull'appalto da 11 milioni di euro sulla gestione delle residenze psichiatriche extra-ospedaliere.

Andranno a processo anche Domenico Mattucci e Luigia Dolce, ex presidente ed ex coordinatrice della cooperativa 'La Rondine' di Lanciano che si era aggiudicata la gara, poi annullata.

Una vicenda giudiziaria cui è legato il suicidio, avvenuto nel carcere di Vasto l’8 aprile 2021, di Sabatino Trotta, dirigente del Dipartimento di Salute Mentale della Asl, arrestato il giorno stesso con l’accusa di corruzione.

Il provvedimento di rinvio a giudizio è stato firmato dal Gup De Renzis.

L’iscrizione di Ciamponi sul registro degli indagati all’epoca fu un atto quasi dovuto per permettere agli inquirenti di esaminare il materiale acquisito dalla Procura che lo riguardava direttamente.

Ciamponi spiegò, allora, di aver firmato il contratto incriminato solo al termine dell’istruttoria fatta da tutti gli uffici della Asl. Il dg è accusato di avere asservito “la funzione pubblica esercitata, per denaro ed altre utilità, agli interessi di Mattucci e Dolce”. In particolare - secondo la Procura - si sarebbe lasciato convincere da Trotta a sottoscrivere il contratto d’appalto nonostante le ex figure di vertice della cooperativa fossero state rinviate a giudizio per turbativa d’asta. Circostanza, quest’ultima, che avrebbe dovuto indurlo ad escludere La Rondine dalla gara. Come ricompensa – è scritto nel capo d’imputazione – Ciamponi “riceveva indebitamente per sé, da Mattucci e Dolce, la somma di 8.000 euro”. Danaro che sarebbe stato “corrisposto in contanti da Mattucci, per il tramite di Dolce, a Trotta, il quale poi lo consegnava a Ciamponi che lo utilizzava, in parte, quale provvista per il pagamento al venditore Enrico Sborgia, tramite assegno, della Fiat 500 dallo stesso acquistata” e regalata al figlio.

Quanto alla cooperativa La Rondine, che nel frattempo ha completamente mutato i propri assetti dirigenziali, è chiamata in causa in riferimento alla responsabilità degli enti, disciplinata dal decreto legislativo 231, per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Reato che in questo caso è quello di corruzione, contestato a suo tempo a Mattucci e Dolce.

"Sono convinto dell’innocenza di Vincenzo Ciamponi e gli rinnovo la fiducia, e lo invito a rimanere sereno", si legge in una nota diffusa stamane dal presidente della Giunta regionale Marco Marsilio. "Sono certo che al termine del processo verrà riconosciuta la sua totale estraneità ai fatti. Porto un grande rispetto per la procura e il tribunale di Pescara, che peraltro negli ultimi mesi hanno due volte prosciolto in istruttoria i dirigenti della Asl, riconoscendo la correttezza e la trasparenza del loro operato. Con lo stesso rispetto mi permetto di dire oggi che questo rinvio a giudizio è un errore: con questa scelta non potranno essere giudicati, ad esempio, i soggetti che facendo parte della commissione hanno alterato i punteggi di gara ingannando anche lo stesso Ciamponi, che si è trovato da firmare sul tavolo la determina di assegnazione dell’appalto viziata dalle trame corruttive messe in opera da Sabatino Trotta. Nel tentativo di dimostrare un’improbabile corruzione si rinuncia a perseguire almeno due corrotti sicuri, che resteranno indisturbati al loro posto di lavoro dentro l’Asl".

Quanto a Trotta, aggiunge Marsilio, "ho purtroppo sperimentato sulla mia pelle la sua doppia personalità e la valanga di millanterie che usava con le sue amanti e con il capo della cooperativa la Rondine per convincerli a dargli soldi in contanti. E le stesse carte dell’inchiesta dimostrano come più volte Trotta si sia fatto consegnare i soldi in contanti sostenendo di doverli portare ad altri, ma che in realtà tratteneva per se. L’accusa a Ciamponi si regge solo su questo: Trotta si fa dare soldi da Dolce e Mattucci dicendo di doverli usare per corrompere Ciamponi, e approfitta del rapporto di amicizia con quest’ultimo per raccontare che la macchina comprata da Ciamponi per il figlio l’avrebbe pagata con quei soldi. Che peraltro sono il quadruplo di quanto la macchina vale. Concludendo con una battuta, ho più volte suggerito a Ciamponi di portare quel catorcio che ha comprato per il figlio e di parcheggiarlo in piazza Salotto per esporlo al pubblico. Basterebbe vederlo per capire che se quello fosse davvero il prezzo di una corruzione per un appalto di parecchi milioni, Ciamponi più che la galera meriterebbe il manicomio". 

Sulle dichiarazioni del presidente della Regione Marsilio, è arrivata la dura presa di posizione della Associazione nazionale Magistrati abruzzese che ha inteso evidenziare come "non siano accettabili, pur nella libertà di critica, le affermazioni ivi contenute, che gettano discredito non solo sui magistrati impegnati nella trattazione del procedimento penale, ma sull'intero ordine giudiziario e, provenendo da un autorevole esponente politico, sono capaci di ingenerare disorientamento nell'opinione pubblica, minando la fiducia dei cittadini nell'Istituzione giudiziaria. Le parole del presidente della Regione - ha aggiunto l'Anm - travalicano i limiti della legittima critica e mirano a delegittimare, agli occhi dell'opinione pubblica, i magistrati che si occupano del processo. I pubblici ministeri hanno formulato un'ipotesi di accusa che dovrà essere vagliata nel dibattimento, all'interno del processo e nel rispetto delle garanzie difensive".

Non è tollerabile l'azione di screditamento di un processo in corso di svolgimento, l'affondo dell'Associazione nazionale magistrati, "altresì paventandosi 'errori giudiziari' e difetti investigativi, specie quando essa viene esercitata, attraverso gli organi di stampa, da chi riveste importanti incarichi istituzionali. Destano forte perplessità e sgomento i toni e le certezze manifestate, attraverso giudizi apodittici e di valore morale, dal presidente della Regione, con specifico riferimento ad alcune persone già coinvolte nel procedimento, una delle quali peraltro non più in condizioni di difendersi per effetto del tragico epilogo della sua esistenza, nell'ambito di un processo nel quale, peraltro, la stessa Asl si è costituita parte civile. Stride poi l'invito rivolto dal presidente della Regione all'imputato Ciamponi di volere esibire la propria autovettura, nell'ipotesi accusatoria prezzo di corruzione, presso piazza Salotto di Pescara, luogo che notoriamente ha ospitato in passato i resti dell'autovettura sulla quale viaggiavano le vittime della strage di Capaci".

Ultima modifica il Giovedì, 23 Giugno 2022 16:17

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