Lunedì, 07 Agosto 2017 11:07

Incendi, rogo attivo sul versante pescarese del Gran Sasso. Caso in Parlamento, M5S attacca Regione

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E' ancora attivo l'incendio divampato sul Gran Sasso d'Italia.

Sul versante aquilano, dove sabato scorso si era generato il rogo, i vigili del fuoco hanno spento l'incendio, che tuttavia ha oltrepassato il crinale della montagna e ora è attivo sul versante pescarese, nei dintorni della zona di Rigopiano di Farindola (Pescara), già scenario della tragedia dell'omonimo hotel lo scorso inverno.

Le fiamme stanno scendendo da Monte Siella e Monte San Vito, è stato per ora scongiurato il rischio sul canale pieno di detriti e legna secca, dove il 18 gennaio scorso si è staccata la slavina. Sui cieli hanno volato per tutta la giornata un canadair, due elicotteri, mentre a terra erano presenti i vigili del fuoco con autobotti.

Sarebbero 6 (per il quotidiano Il Centro 10, invece), le persone identificate dai carabinieri-forestali per l'innesco dell'incendio. Si tratta di un gruppo di ragazzi che era sabato a Fonte Vetica. Il rogo sarebbe partito da un barbecue acceso in una zona interdetta ai fuochi. La procura dell'Aquila ha aperto un'inchiesta per incendio colposo, e ad ora non ci sono indagati.

Nel tragico fine settimana del comprensorio aquilano anche l'incendio, di natura molto probabilmente dolosa, sviluppatosi ieri pomeriggio tra a Preturo, all'estremo ovest del capoluogo abruzzese. Il rogo, che sembrava essersi placato in mattinata, si è riacceso nel pomeriggio [leggi].

Sembra invece essere definitivamente spento l'incendio scoppiato mercoledì scorso ad Aragno, altra frazione periferica dell'Aquila, dove gli addetti della Protezione Civile stanno creando le linee tagliafuoco. Mentre già sabato mattina era stato domato il principio di rogo generato dalle sterpaglie nel quartiere di Valle Pretara, alle porte del centro storico della città. Brucia invece una porzione del territorio comunale di Trasacco (L'Aquila), dove stanno operando gli uomini dei Vigili del Fuoco.

Si spera, ora, in una settimana meno tragica di quella appena terminata: quel che rimane a terra sono i cento ettari (80 di bosco) bruciati ad Aragno e i più di mille ettari anneriti tra la pineta di Fonte Vetica e Fonte Macina, sul Gran Sasso, senza contare quelli che continuano a bruciare sul versante pescarese.

Nel frattempo, non si placano le polemiche sulla mancata prevenzione contro gli incendi, soprattutto in relazione alla rassegna degli ovini di Campo Imperatore, durante la quale alcuni avventori avrebbero inavvertitamente appiccato l'incendio.

Sindacato Vigili del Fuoco: "Tutto questo è vergognoso"

"E' evidente che la gestione incendi nel Paese è fuori controllo e, come spesso accade, oggi rappresenta l'ennesima emergenza che, riteniamo, si poteva e si doveva evitare". Lo afferma Elio D'Annibale, neo segretario regionale Abruzzo del Conapo, il sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco, che sottolinea come siano "innumerevoli le dinamiche e le responsabilità che hanno prodotto questa situazione".

"Dato per scontato - spiega - che i disastri cui stiamo assistendo da settimane quasi sempre sono opera della mano sciagurata dell'uomo, per dolo o colpa che sia, rileviamo che si latiti paurosamente in termini di prevenzione e controllo. Nonostante essi rappresentino gli unici strumenti da mettere in campo per fronteggiare questo fenomeno. Rispetto all'incendio sviluppatosi nei giorni scorsi a Fonte Vetica ci chiediamo come tra le altre misure preventive messe in campo, venti membri di un'associazione di volontariato, sei carabinieri/forestali e due vigili urbani, non sia stato previsto un presidio dei Vigili del Fuoco tenendo presente che per raggiungere tale località da L'Aquila è necessario un tempo di percorrenza di oltre un'ora; che la prevista e consolidata Rassegna degli Ovini avrebbe richiamato un'altissima affluenza di visitatori, come peraltro aveva fatto presente il sindaco di Castel del Monte nel corso del tavolo tecnico tenutosi in Questura il 4 agosto scorso e poi effettivamente stimata in circa 30 mila persone; che l'abnorme assembramento di persone si sarebbe riversato a Fonte Vetica con migliaia di automezzi tra cui auto, moto e soprattutto camper con al seguito bombole di gas, e che il tutto si sarebbe svolto in particolari condizioni climatiche, ampiamente previste, per cui in queste settimane anche nella zona di Campo Imperatore si registrano temperature altissime e siccità".

"Ribadendo che alle Regioni, per legge, prioritariamente spetta la tutela del patrimonio boschivo e la lotta attiva contro gli incendi boschivi, nei mesi scorsi - ricorda D'Annibale - abbiamo denunciato invano e ripetutamente che i fondi destinati alla convenzione antincendi boschivi che la Regione Abruzzo stava stipulando con i Vigili del fuoco fossero del tutto insufficienti ed inadeguati. Indipendentemente dal fatto che, poi, ci si è ritrovati a fare i conti con una stagione estiva particolarmente torrida e avara di precipitazioni. E' semplicemente assurdo pensare che una sola squadra di Vigili del Fuoco per provincia potesse essere sufficiente a raggiungere lo scopo. Tutto brucia come da programma, insomma".

"A ciò - incalza D'Annibale - si aggiunga che a sette mesi dal varo della riforma Madia, che ha sciolto la Forestale, mancano i decreti che assegnano ufficialmente i 16 mezzi ai Vigili del Fuoco, e le gare d'appalto per la manutenzione. Un vero pasticcio anche la suddivisione degli ex Forestali previsto dalla stessa legge: dei circa ottomila forestali, 6.400 sono stati dirottati nell'arma dei Carabinieri, 1.240 nella Pubblica Amministrazione, mentre ai Vigili del Fuoco, che pure ne avrebbero giovato più di tutti, ne sono stati assegnati soltanto 361. Analogo destino è toccato agli automezzi dell'ex Forestale. L'Abruzzo, poi, come altre sei regioni è priva di mezzi aerei destinati alle attività antincendi boschivi".

"Tutto ciò - fa presente il Conapo - in un quadro disarmante che vede i Vigili del Fuoco con gli stipendi più bassi tra i corpi statali, come emerge dai dati contenuti nell'annuario statistico della Ragioneria generale dello Stato. 7.139 euro in meno di un poliziotto che appartiene allo stesso ministero dell'interno e 1.895 euro in meno della media delle retribuzioni degli statali che comprende anche chi lavora in ufficio e non rischia la vita. Gli stessi uomini e donne in uniforme, però, che spesso sugli interventi o sulle linee telefoniche di emergenza, per il solo fatto di rappresentare la prima interfaccia con i cittadini stremati da continue inefficienze, vengono ricoperti di insulti di ogni tipo a causa di falle di cui non hanno nessuna responsabilità, che sono esclusivamente attribuibili ad un sistema Paese ormai al collasso e di cui loro stessi sono vittime. Tutto questo è semplicemente vergognoso".

M5S attacca la Regione: "In costante ritardo su emergenze"

Il Gran Sasso brucia, mancano controlli preventivi per evitare questi disastri ed i soccorsi, dopo le tragedie, arrivano tardi: la Regione Abruzzo vive in constante ritardo sulle emergenze. Il Presidente D'Alfonso è ancora alle prese con il piano valanghe, registrando clamorose lentezze, ed oggi si trova a dover fare i conti con un incendio di proporzioni immani a causa dei pochi investimenti sia sulla prevenzione, sia sui soccorsi".

Il commento arriva dl consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Domenico Pettinari, a seguito dell'incendio che sta devastando il territorio del Parco Nazionale.

"La mancanza di mezzi di soccorso sul Gran Sasso è sotto gli occhi di tutti, l'origine del rogo ha visto i primi interventi di mezzi speciali dopo ore ed ore. Non è la prima volta che il nostro territorio è vittima di incidenti come questo; non investire le dovute risorse per far fronte alle emergenze è un segno di grave negligenza. Non è un caso che la prima turbina spalaneve in dotazione a Regione Abruzzo sia stata donata dal M5S. La Regione non investe per la tutela del territorio".

"Nel caso specifico del rogo del Gran Sasso" continua Pettinari "la responsabilità pare essere di turisti che hanno acceso un barbecue. A Campo Imperatore era in corso, infatti, la 58esima edizione della Rassegna degli Ovini, l'evento, presente nella zona ha portato oltre 30mila persone. Una mole prevedibile, poiché per la prima volta l'evento solitamente di tre giorni è stato concentrato in uno. Nonostante questo, pochissimi sono stati i controlli, secondo i testimoni il personale di servizio volto al controllo e alla prevenzione degli incendi era inconsistente. Il risultato dell'inefficienza nell'organizzazione dell'evento, del clima torrido di questi giorni e della mancata educazione al rispetto del territorio ha portato un gravissimo danno ambientale: il fuoco ha distrutto tutto, in una zona ricca di flora e fauna".

Pezzopane annuncia interrogazione parlamentare

Un'interrogazione urgente per verificare le  responsabilità dell'incendio scoppiato a Fonte Vetica lo scorso fine settimana, in concomitanza della rassegna annuale degli ovini.

Ad annunciarla è la senatrice del Pd Stefania Pezzopane ,che dopo l'incendio di Aragno torna nuovamente ad incalzare il governo sulla questione.

"Siamo ancora scossi dall'incendio di Aragno, che subito dobbiamo fare i conti con altri roghi in ogni angolo della Regione e nell'aquilano, a Preturo, nei Parchi nazionali e regionali e a Fonte Vetica. In particolare quest'ultimo lascia interrogativi inquietanti.

Bisogna far luce su numerose questioni, prima fra tutte quali e quante misure di sicurezza fossero state adottate per un evento di tali dimensioni- dichiara la senatrice-E' chiaro che le responsabilità materiali sono di chi, violando ogni norma, ha acceso un fuoco dove è assolutamente vietato. Siamo in zona Parco e i divieti sono presenti ed indicati ovunque. Responsabilità che vanno accertate e punite senza sconti.

Tuttavia vanno acclarate anche altre responsabilità. E' possibile che in una manifestazione così grande, che richiama migliaia di persone, non fossero presenti autobotti, uomini e mezzi per prevenire e spegnere incendi? Perché il tavolo tecnico le avrebbe escluse? Come  è possibile che ci siano dei mezzi per lo spegnimento di incendi acquistati dal Ministero dell'Ambiente fermi in un garage, che non vengono ancora assegnati ai parchi? L'Abruzzo brucia, non possiamo permetterci il lusso di negligenze, imperizia, distrazioni o rallentamenti burocratici. Particolarmente dolorosa la notizia di un'indagine nei confronti dei Vigili del fuoco volontari a Ragusa, che avrebbero volutamente appiccato fuochi. Un vero orrore e certamente un caso isolato e da accertare, ma che dimostra esplicitamente che c'è chi, come accade per il terremoto, opera per favorire incendi e per lucrarci sopra.  Il governo deve intervenire subito. Restano da chiarire alcune criticità nel passaggio di competenze sullo spegnimento degli incendi boschivi dal Corpo Forestale ai Vigili del Fuoco e bisogna dotare i Vigli di maggiori mezzi e di più uomini. Ma vanno previste anche pene più stringenti per chi accende i roghi, sia per imperizia o negligenza, sia per un disegno criminale".

Wwf: "Indispensabili maggiori controlli e un deciso cambio di marcia"

"Quanto  accaduto a Campo Imperatore nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, tra sabato e domenica, purtroppo, non è che l'effetto di una visione distorta di uno sviluppo che non nasce dalla tutela, ma da uno sfruttamento senza limiti dei nostri tesori naturali. Una deriva che rischia di accentuarsi con la riforma della Legge quadro sulle aree protette in discussione al Senato, alla quale il Wwf e altre associazioni ambientaliste, da più di un anno, si oppongono".

Ad affermarlo, in una nota, è il Wwf Italia, sezione Abruzzo.

"È assurdo" prosegue la nota "che al posto di difendere le normative di tutela, gli amministratori, e non solo quelli locali, chiedano deroghe in nome di un fantomatico sviluppo della montagna che, invece, non può essere la riproposizione di quello selvaggio che ha denaturato tanta parte delle coste italiane".

"I Parchi nazionali" si legge "nascono per la conservazione della biodiversità animale e vegetale, per promuovere attività di educazione, formazione e ricerca scientifica, per la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agrosilvopastorali e tradizionali. Nulla che possa giustificare la presenza senza regole di 30.000 persone in una delle aree più delicate e protette del Parco del Gran Sasso. Non si può definire salvaguardia delle attività agrosilvopastorali una "falsa rappresentazione" di una fiera della pastorizia: non vi è alcuna azione educativa nel tollerare comportamenti indecenti e pericolosi".

"Per qualcuno i parchi sono purtroppo diventati solo un 'brand' per aumentare il richiamo di un turismo insofferente alle minime regole non della conservazione, ma della decenza e quanti sollevano dubbi su questa visione vengono tacciati di integralismo" dichiara il vicepresidente del Wwf Italia Dante Caserta: "Il danno nel Parco del Gran Sasso ormai è fatto e l'auspicabile punizione dei colpevoli non potrà restituirci praterie e boschi distrutti dalle fiamme. Per far sì che simili disastri e altri comportamenti indecenti non si verifichino più, è necessario modificare l'approccio alla gestione di specie e habitat che sono unici al mondo. Questo è l'obiettivo da perseguire sin da subito e l'unica risposta possibile: far sì che d'ora in avanti la natura e i Parchi siano rispettati, valorizzati e mai più violentati".

"Il Wwf" conclude la nota "chiede ai Parchi di esercitare il proprio ruolo vietando, come spesso non è stato fatto sino a oggi, iniziative inconciliabili con la tutela dell'ambiente. E chiede ai Carabinieri Forestali, conclusa ormai la fase della riorganizzazione, di tutelare al 100% il territorio: non è concepibile, ad esempio, che a Campo Imperatore in poche settimane si siano susseguiti due 'assalti' nell'indifferenza generale e che nessuno sia stato multato per aver scambiato prati d'alta quota per un parcheggio. Chiediamo inoltre alla Regione Abruzzo di restituire forza, dignità e organici alle Polizie provinciali, svilite da una riforma bocciata dalla stragrande maggioranza degli italiani, ma sin qui rimaste nel limbo, quasi ci fosse una precisa volontà di favorire la deregulation.

Ultima modifica il Lunedì, 07 Agosto 2017 20:38

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