Venerdì, 11 Agosto 2017 01:49

Inchiesta appalti Mibact, revocati domiciliari a Marchetti e Lancia

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Tornano in libertà, sebbene con misure attenuate, due degli indagati nell'ambito dell'inchiesta 'L'importante è partecipare', su presunte mazzette in 12 appalti pubblici di ricostruzione post-terremoto 200, gestiti dagli uffici dei Beni culturali d’Abruzzo; conferma dei domiciliari, invece, per un altro.

Sono le decisioni assunte dal Tribunale del riesame dell’Aquila, a cui si sono rivolti tre dei dieci indagati finiti agli arresti domiciliari. Anche altri indagati raggiunti da misure cautelari hanno presentato ricorsi al riesame che, però, hanno ritirato prima del pronunciamento.

A Marcello Marchetti, architetto aquilano del segretariato Mibact, e Mauro Lancia, di Pergola (Pesaro Urbino), contitolare della Lancia Srl, il tribunale ha revocato i domiciliari: al primo resta l’interdizione dall’esercizio della professione e dell’ufficio, per il secondo c’è il divieto di dimora nel capoluogo abruzzese. Lo stesso Riesame ha, invece, respinto l’istanza dei legali di Lionello Piccinini, aquilano, geometra del segretariato Mibact e tra i principali indagati dopo essere stato intercettato a conteggiare i soldi che, per gli inquirenti, erano probabile frutto di tangente, ed a 'sfottere' le ditte che rimanevano escluse in favore di quelle che pagavano e ad avanzare dubbi su alcuni lavori-chiave come quello al Teatro comunale.

L’inchiesta ha portato anche a 5 interdizioni dall’attività e a 20 indagati tra professionisti, funzionari Mibact e imprenditori per 35 indagati complessivi. Tra questi l’imprenditore Vito Giustino intercettato a ridere dopo il terremoto di Amatrice del 2016, pregustando nuove e ricche commesse, interpretazione smentita dall’interessato, e l’ex segretario regionale Mibact abruzzese Berardino Di Vincenzo.

Nel complesso, le decisioni del Tribunale confermano il castello accusatorio della Procura della Repubblica che, infatti, da quanto si è appreso, non intenderebbe presentare ricorso. Da quanto appreso, l’intenzione del procuratore, Michele Renzo, e del sostituto Antonietta Picardi, titolari del fascicolo, sarebbe comunque quella di velocizzare il più possibile la chiusura delle indagini.

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